Com’era prevedibile, oggi il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri ha annunciato un ricorso contro la decisione del Governo di procedere con un’asta competitiva per l’assegnazione delle frequenze televisive. Il tema, domani, sarà all’ordine del giorno nell’incontro tra il premier Mario Monti e l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ieri l’ex ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, non ha gradito il richiamo al tetto massimo di cinque multiplex per operatore, non presente nella bozza concordata con il Pdl, votando contro l’emendamento. Nonostante tale limite fosse stato fissato dall’Ue e dall’Agcom nel 2009. Ora il Governo ha 120 giorni di tempo per preparare il nuovo bando di gara, le cui regole saranno scritte dai nuovi vertici dell’Agcom, il regolatore guidato da Corrado Calabrò il cui board scade a maggio. Ma cos’era il beauty contest e come funzionerà l’asta competitiva?
Beauty Contest: il concetto di “concorso di bellezza” è stato introdotto dall’economista John Maynard Keynes nel 12mo capitolo della “Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta” per spiegare le fluttuazioni delle azioni sui mercati finanziari. Si tratta sostanzialmente dell’assegnazione gratuita di sei lotti, cinque in Dvb-T e una in Dvb-H, suddivise in tre sottoinsiemi: A (A1,A2,A3), B (B1,B2) e C (C1, con tecnologia Dvb-H o Dvb-T2). La partecipazione di Rai e Mediaset era vincolata a una frequenza del lotto B – quello con il migliore spettro trasmissivo – mentre Telecom Italia a una del lotto C. A Sky inizialmente doveva andare una frequenza del lotto A, ma poi l’operatore satellitare decise di abbandonare la gara. I soggetti ammessi alla gara sono reperibili sul sito del dicastero di via Veneto. Il ricorso di Fedele Confalonieri nasce dal deposito cauzionale pari a 2,5 milioni di euro per ogni frequenza, più fidejussioni pari al 10% degli investimenti, imposti alle emittenti per partecipare alla gara. Il 20 gennaio scorso, il ministro Corrado Passera decide di sospendere il beauty contest e si dà 90 giorni per formulare una decisione definitiva sulla gara.
Conferenza di Ginevra: quattro canali (54, 55, 58, 59) inclusi nel beauty contest, sulla banda 700 Mhz, non possono essere occupati dal segnale tv oltre il 2015. Si tratta della banda di frequenze che l’ITU (International telecomunication union), l’organismo internazionale che si occupa di assegnare lo spettro delle radiofrequenze, ha deliberato debba essere lasciata libera a favore del traffico dati. Ad esempio, l’ultimo iPad 3 si collega al web a velocità 4G utilizzando la banda 700 Mhz, che però in tutta Europa è già occupata dal segnale televisivo. Il mese scorso, inoltre, il Parlamento europeo ha approvato una raccomandazione che prevede l’assegnazione al traffico dati mobile di almeno 1200 MHz entro il 2015.
Agcom: i vertici del garante per le comunicazioni scadono a maggio e pare che nessuno voglia assumersi l’onere di scrivere le regole della nuova gara. L’onere spetterà quindi la nuova authority: il presidente è nominato dal Governo con il parere vincolante delle Commissioni Trasporti e Telecomunicazioni delle Camere, mentre i quattro membri sono decisi dal Parlamento. Una volta nominato, il nuovo organo indirà una procedura di consultazione dalla durata di 45 giorni, per poi scrivere il bando vero e proprio. Per questo gli esperti ritengono che l’asta competitiva non partirà prima del prossimo autunno.
Asta e rischi: l’incognita più grande è che, a questo punto, l’asta competitiva vada deserta. Le compagnie telefoniche hanno già pagato a caro prezzo le frequenze per lo standard 4G e sembra non abbiano intenzione di partecipare, Mediaset ha bisogno di nuova banda per lanciare i canali in alta definizione, ma potrebbe decidere di utilizzare le risorse per implementare l’offerta sul web. Come funzionerà la nuova asta competitiva? Con ogni probabilità i lotti saranno ridotti a due, uno dei quali – quello sulla banda a 700Mhz – potrebbe venire assegnato temporaneamente mediante un’asta low cost, poiché deve essere liberato entro il 2015. In discussione anche la separazione tra le società che gestiscono l’infrastruttura di trasmissione (Elettronica Industriale per Mediaset, Rai Way per Rai) dai fornitori di contenuti. A competere per le frequenze saranno i primi.
Compensazioni: il nuovo Codice delle Comunicazioni, in base al principio della neutralità della rete (art.9), prevede la possibilità, entro il 2016, di chiedere all’Agcom il via libera alla conversione delle frequenze Dvb-h acquistate a suo tempo per la tv via smartphone in frequenze Dvb-T2, lo standard del digitale terrestre. Un vantaggio per Mediaset.