PARIGI – Alla fine è andato tutto come previsto. François Hollande, il candidato socialista, si aggiudica il primo turno delle elezioni presidenziali francesi, batte Nicolas Sarkozy e sogna l’Eliseo anche se la strada, a leggere i numeri, è tutt’altro che spianata. Saranno loro due a sfidarsi il prossimo 6 maggio. Ma la vera sorpresa, secondo gli analisti politici transalpini e non solo, è quella degli estremi, ovvero il Fronte nazionale di Marine Le Pen e il Partito della sinistra di Jean-Luc Mélenchon. E dopo il responso delle urne, si attende quello dei mercati finanziari. L’euro, infatti, ha subito perso terreno nel cross contro il dollaro.
Questi i primi exit poll: Hollande 28,8%, Sarkozy 26,1%, Le Pen 18,0%, Mélenchon 11,7%, Bayrou 8,8% e via via tutti gli altri. «La sinistra molle e il presidente “Bling Bling” sono il peggio che si è visto nelle ultime tornate elettorali», ha scritto Libération poco dopo l’esito dei primi exit poll. Eppure, i 44,5 milioni di francesi aventi diritto al voto hanno optato per il candidato socialista e l’inquilino uscente dell’Eliseo. In aumento l’affluenza, circa dell’80%, rispetto al 2007, ma in incremento anche l’astensionismo, che ha sfiorato i 20 punti percentuali. «È stato un referendum sui cinque anni di Sarkozy e lui lo sapeva», fa notare France24. A leggere i numeri è sicuramente lui il grande sconfitto di questo primo turno. Mai prima d’ora un presidente uscente che aveva deciso di ricandidarsi era arrivato secondo al primo turno. Però anche se la figura di monsieur Nicolas ne esce fortemente ridimensionata, i numeri dicono che al secondo turno la partita è ancora aperta.
Alle 16 c’erano già le prime indiscrezioni sui vincitori. Nonostante l’embargo, che vietava di diffondere exit poll prima delle 20, i media di Belgio e Svizzera hanno anticipato tutti, accreditando Hollande del 29%, Sarkozy del 26%, Le Pen del 16, Mélenchon del 13% e il centrista François Bayrou di poco più del 10 per cento. Le proiezioni sono state poi rispettate. Grazie anche a ciò che i francesi hanno escogitato per aggirare l’embargo, ovvero l’hashtag #RadioLondres su Twitter, tramite il quale hanno pubblicato le ultime novità dalle urne sotto forma di linguaggio in codice. «Nella Germania nazista ci sono 20 ufficiali ancora liberi». È stato questo uno dei tweet che, nel linguaggio di #RadioLondres, hanno comunicato che Marine Le Pen, il candidato della destra più nazionalista, era accreditata del 20% dei voti. E tutto è stato rispettato.
Ora, dopo una prima sbornia elettorale, il prossimo passaggio sarà quello del 6 maggio, il secondo turno. E se, a detta della portavoce di Hollande, Aurélie Filippetti, non sarà cruciale l’apporto di Le Pen, Mélenchon e Bayrou. In realtà gli apparentamenti avranno il loro peso. Come hanno fatto notare gli analisti politici della banca transalpina Société Générale poco prima del voto, gli equilibri sono sottili. «Sia Sarkozy sia Hollande devono per forza aprirsi agli estremismi, i quali hanno programmi difficilmente conciliabili con l’integrazione europea che occorre nei prossimi anni», spiegavano. E su questo versante, la Le Pen ha spiegato che prima del 1° maggio non sarà sciolta la riserva sugli appoggi elettorali dopo il primo turno. Quello che è certo è che, se dovesse vincere Hollande, come previsto, la dialettica tra Berlino e Parigi potrebbe risentirne. Il candidato socialista ha infatti ricordato ai suoi sostenitori che «il confronto europeo deve essere basato sulla crescita e su questo ci dobbiamo battere, senza paura». In altre parole, Hollande vuole, proprio come Sarkozy, una revisione del Fiscal compact, il nuovo patto di stabilità e crescita, e una modifica alla missione della Banca centrale europea (Bce), in modo da coinvolgerla maggiormente nelle decisioni di politica monetaria ed economica. Una linea, quest’ultima, in netto contrasto con la posizione della Germania.
Il primo responso sarà dato dai mercati finanziari. Domattina, quindi, occhi puntati sulle Borse europee. Nonostante il risultato fosse scontato, gli operatori potrebbero aver bisogno di metabolizzare il risultato di Le Pen e Mélenchon. «Un risultato così forte dei nazionalismi non può che far discutere e intimorire», fa notare a Linkiesta un’analista del Crédit Agricole. In particolare, nemmeno i più ottimistici sondaggi davano il Fronte nazionale così avanti. E sarà questo il primo ostacolo che dovrà affrontare la Francia nel dopo elezioni.