«Noi non abbiamo gli strumenti di Berlusconi» dice Luigi de Magistris. Il tempo di dirlo che lancia la nuova iniziativa: il Comune di Napoli editerà da giugno una rivista free press, distribuita in alcune aree strategiche della città. Strumento di informazione per cittadini e turisti, non si sa ancora se settimanale o quindicinale. Dunque il sindaco più gettonato sui social network, capace di twittare dal suo iPad all’una di notte si è ravveduto e ha riabbracciato gli old media, la cara, vecchia carta? Di certo c’è che negli ultimi giorni de Magistris si è lamentato. Della stampa in generale, dei giornali. Anche di certe défaillance del suo staff comunicazione durante l’America’s Cup. Anzitutto si aspettava maggior risalto della stampa estera al “fenomeno Napoli” durante le regate. E invece i giornalisti esteri accreditati, per lo più sportivi, si sono concentrati sulla competizione dei catamarani nel golfo. Niente interviste al New York Times, Guardian, Cnn o Bbc, ad esaltare Napoli, tanto per intenderci. Anzi, proprio qualche giorno fa l’edizione statunitense di Vanity Fair ha pubblicato un reportage dal titolo nient’affatto esaltante: “The Camorra Never Sleeps”.
Poi la questione rifiuti: de Magistris vuole passare alla storia come il sindaco che ha risolto l’emergenza. E invece ieri la Provincia di Napoli, snocciolando i dati, ha inchiodato la città ad un nient’affatto entusiasmante 18,9% di raccolta differenziata nel 2011. Il sindaco non ha gradito: dover tornare sull’odiata questione monnezza e per giunta sulla difensiva gli è costato: «Dal nostro insediamento il trend della differenziata è del 25% che va a sommarsi con i dati pessimi dell’amministrazione precedente; entro maggio dovrebbe partire la gara per l’impianto di compostaggio» ha spiegato. La giunta arancione dal gradimento altissimo in città, non riesce mediaticamente a sfondare oltre Napoli, oltre la figura del sindaco. Il PdL comunale sfotte l’ex pm di Why Not: «Pensi più alla città e meno a Twitter». Ma de Magistris, un anno dopo la sua campagna elettorale “scassatutto” non ha alcuna intenzione di mollare su questo punto: «La comunicazione mirata – spiega motivando il suo nuovo giornalino – è uno strumento fondamentale.
Ad esempio ci si è preoccupati più di comunicare che non si poteva raggiungere la zona delle regate perché il lungomare era chiuso al traffico, piuttosto che dire che c’era un parcheggio a 30 metri di distanza». In questo piano si inscrive anche la decisione di partecipare, ogni settimana, ad una trasmissione su una delle emittenti radiofoniche più note. Nonché la decisione di rifare il look della sala giunta nel Municipio, sede delle principali conferenze stampa, allestendo anche un punto per videoconferenze e videoproiezioni. Obiettivo sempre lo stesso: comunicare. Di più, sempre di più. Con buona pace dei giornalisti precari di Napoli, che protestano con un comunicato e chiedono: «Ma questa free press del sindaco pagherà o no chi ci lavora? Con quali soldi?».