Il Viminale non paga gli affitti, tranne che a Ligresti

Il Viminale non paga gli affitti, tranne che a Ligresti

Altro che problemi d’ordine pubblico. Rette costosissime, centinaia di domicili e un esercito di “padroni di casa” che reclamano l’affitto. La vera gatta da pelare, per il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, sono i canoni di locazione del più grande affittuario d’Italia. Il suo ministero. Che “spreca” ogni mese milioni di euro per le rette di questure e caserme, e ha mesi e anni di arretrati ancora da pagare. Oggi la Cancellieri presenta al consiglio dei Ministri un piano di tagli che prevede, tra l’altro, «l’eliminazione del 25% delle prefetture» e la creazione di «un unico ufficio per tutte le rappresentanze locali dello stato». Il Viminale è pronto ai traslochi? «Stiamo già analizzando la lista dei beni demaniali disponibili – spiega il ministro – così come di quelli confiscati alla mafia. Il Tesoro ci ha assicurato che ce li metterà a posto».

Intanto, però, è un’altra la lista che preoccupa i contabili dell’Interno: quella dei contenziosi avviati da enti, società e normali cittadini proprietari degli immobili che ospitano gli uffici periferici (e non) del Viminale. L’ultimo caso è scoppiato a Napoli. Qui la Provincia, proprietaria del palazzo che dall’epoca del Ventennio ospitava la Questura, a marzo ha avviato una causa di sfratto. Oggetto: un milione e mezzo di affitti non pagati. «Nel novembre 2010 abbiamo tentato una conciliazione – spiega l’assessore al patrimonio Iervolino – ma non c’è stato niente da fare. Certo, speriamo in un compromesso».

E compromesso vuol dire “contentino”, proroghe e, magari, la requisizione. Lo sanno bene quattro pensionati di Verbania, co-proprietari di due palazzine che ospitano uffici di Digos e Squadra Mobile. A ottobre hanno ottenuto lo sfratto esecutivo, «dopo 11 mesi in cui dal Ministero non vedevamo il becco di un quattrino», racconta uno di loro. «Il risultato? Il Prefetto ha firmato una sfilza di proroghe, e le palazzine sono occupate abusivamente dai poliziotti da sette mesi ormai».

“Abusivi”, secondo una recente sentenza del Tar, sono anche gli agenti della Polstrada di Cagliari. Il loro padrone di casa avanza dal Viminale 2 milioni di affitti arretrati. E il Prefetto si guarda in giro in vista del trasloco imminente, con prezzi di mercato che vanno da 8 a 15 volte la retta attuale ( “appena” 100mila euro all’anno). Intanto, ingiunzioni di sfratto sono arrivate anche a Sanluri, Carbonia e, sempre per rimanere in Sardegna, a Olbia, dove da gennaio gli agenti sfrattati della Stradale sono parcheggiati nella soffitta del commissariato. E a chiedere gli sgomberi non sono solo i privati. C’è anche il sindaco di Montepulciano, quello di Reggio Calabria. La loro pazienza è finita con il 2011. Perché fino all’anno scorso i ritardi c’erano, sì, «ma erano al massimo di 20 giorni, un mese», come spiega un signore di Lucca che è proprietario – ahilui – del fabbricato che ospita l’ufficio Immigrazione della Questura. «Nell’ultimo anno i ritardi sono saliti a diversi mesi. A giugno sono arrivato ad avanzare dal Ministero, per la prima volta, un anno di affitti arretrati».

Poi c’è ancora chi ci guadagna, naturalmente. Ad esempio, la famiglia Ligresti, che dal Ministero incassa ogni mese circa un milione di euro per il Residence Ripamonti di Pieve Emanuele, l’hotel a 4 stelle dove sono alloggiati (alla faccia dell’austerity) i 660 poliziotti di stanza a Milano. Arretrati? Al massimo 30 giorni. «Ci riteniamo fortunati» fanno sapere dal gruppo. Meno fortunata, invece, è la Provincia di Milano, che per i 16 immobili concessi in affitto al Viminale vanta un credito complessivo di 3,2 milioni di euro arretrati.

Cifre da moltiplicare – a occhio e croce – per le 103 prefetture, e per le centinaia di uffici periferici del Viminale (questure, commissariati, caserme) presi in affitto in tutto il Paese. Si va dai 150mila euro arretrati per la sede dei carabinieri di Cesena, ai 5 milioni per la sede della Prefettura di Genova, ai 740mila per la Prefettura di Caserta.

Il totale della morosità rimane top secret, per il momento. Ma quel che è certo è che non vi rientrano solo gli affitti per uffici ed alloggi di polizia. Mesi di arretrati sono reclamati, per dirne una, anche da alcune agenzie immobiliari che gestiscono gli appartamenti in affitto ai pentiti di mafia nascosti a Trieste. O da un gruppo di anonimi albergatori toscani che – a quanto denunciato dal Siulp di Firenze – reclamano le rette di camere e appartamenti «in uso a persone che si trovano sotto programma di protezione». A Pistoia persino il poligono di tiro da 6 mesi non fa più credito al Viminale, che da troppo tempo non pagava il fitto per le esercitazioni dei poliziotti.

Tante punte di un iceberg gigante. «La realtà è che non c’è provincia del Paese dove il Ministero non sia moroso negli affitti – spiega il segretario nazionale del Coisp, Franco Maccari – È la conseguenza della politica fallimentare seguita dal ministero negli ultimi 10 anni: quella di affittare il più possibile. Una politica che va a braccetto con quella delle dismissioni degli immobili pubblici e con i tagli lineari alla sicurezza che – spiega Maccari – sono tagli apparenti, perché non eliminano nessuna voce di spesa. Si traducono semplicemente in ritardi sempre maggiori nei pagamenti». La Cancellieri questo lo sa bene. E dovrà lavorare di bisturi, per evitare di complicare ulteriormente le cose. Alla fine, poi, ci saranno sempre gli arretrati da pagare.
 

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