Niente da fare. Le norme sulla trasparenza nei bilanci dei partiti non avranno alcun iter parlamentare agevolato. Nessuna procedura accelerata. La proposta di legge a firma Alfano, Bersani e Casini dovrà seguire la normale trafila legislativa. Con tempi di approvazione estremamente più lunghi.
In serata la Camera dei deputati aveva approvato per alzata di mano la richiesta di assegnare il provvedimento alla Commissione Affari Costituzionali, in sede legislativa. Poi il colpo di scena. La Lega Nord ha fatto pervenire alla presidenza di Montecitorio un documento con oltre 70 firme – almeno 74 secondo il vicepresidente dei deputati leghisti Massimiliano Fedriga – per chiedere che la proposta di legge possa venire esaminata anche dall’Aula. Allungando inevitabilmente i tempi. Tutto regolare, stando al regolamento della Camera. «Le firme possono essere presentate anche in seguito al voto dell’assemblea» spiega il vicepresidente Rocco Buttiglione.
Era sufficiente l’adesione di 63 deputati, il dieci per cento dei componenti della Camera. Ma il documento leghista ha superato il quorum richiesto senza troppi problemi. Merito di una ventina di nuovi “alleati”. Oltre ai 59 esponenti del Carroccio hanno firmato i deputati di Grande Sud – in questi minuti è in corso la verifica degli uffici di Montecitorio – e alcuni parlamentari di Popolo e territorio e Popolo della Libertà (tra cui Giorgio Stracquadanio). Non hanno aderito alla richiesta leghista i radicali, contrariamente alle voci che giravano alla Camera prima del voto. I sei deputati di Marco Pannella hanno accettato di votare a favore dell’iter accelerato in commissione, in cambio della trasmissione in diretta tv dell’esame del provvedimento (autorizzata da Gianfranco Fini).
«L’obiettivo – raccontano ora i leghisti – è quello di discutere alla luce del sole un tema così importante come quello della trasparenza dei bilanci dei partiti. Il confronto deve avvenire in Aula, davanti a tutti. Non in commissione, dove la maggioranza si vuole nascondere per non far capire ai cittadini ciò che sta accadendo. Noi rinunciamo all’ultima tranche del finanziamento che avremmo dovuto ricevere. Gli altri partiti non hanno lo stesso coraggio e la stessa onestà: fanno finta di voler cambiare ma in realtà non rinunciano a nulla». Ma sono in molti a Montecitorio ad accusare la Lega, colpevole di voler evitare controlli e sanzioni (così diversi deputati del Pd). Amaro il commento del deputato del Terzo Polo Pino Pisicchio: «Bloccando il nuovo sistema di controlli che sarebbe partito da subito, si è compiuto un vero gesto di antipolitica».
Scelta di onestà o meno, il risultato del voto odierno è evidente. Si allungano i tempi per l’approvazione del provvedimento. Ma si allungano anche i tempi per tagliare i finanziamenti pubblici ai partiti (tema che non era nella proposta di legge ma, giurano dalla maggioranza, sarebbe stato inserito in un apposito emendamento).