Sprizzer sfida Spritz Machine. Non è una lotta tra supereroi, ma quella tra le macchine per fare lo spritz, l’aperitivo più diffuso nelle città venete, a base di vino, acqua gasata e bitter (Campari o Aperol). Entrambi i brevetti sono opera di “inventori” trevigiani. Da una parte Gianluca Marcassa e Marco Segato, l’uno impiegato in una ditta di logistica e l’altro perito meccanico, che nei giorni scorsi hanno brevettato Sprizzer, il miscelatore già in uso – come riporta La Tribuna Veneta – nei locali trendy di Jesolo e Treviso. Dall’altra parte l’azienda di apparecchiature per bar Mixarte di Dosson di Casier, che già tre anni fa aveva presentato al salone internazionale della gelateria e della pasticceria di Rimini la sua Spritz Machine.
Le due macchine non sono molto diverse tra loro. L’unica differenza è che una aspira gli ingredienti del cocktail dall’alto, l’altra dal basso. La Sprizzer è una sorta di grande abat-jour di colore chiaro, sul quale vengono disposte le tre bottiglie di Aperol, prosecco e acqua gasata capovolte. Le tre parti – tramite dei tubicini – vengono miscelate in un cilindro, collegato a due spillatrici, una per servire lo spritz liscio, l’altro per la versione classica. Come la birra alla spina. La Spritz Machine ha invece la forma di una macchina del caffè: il barman deve posizionare sui due lati le quattro bottiglie nelle quali viene calato l’aspiratore, scegliere sulla tastiera frontale il tipo di aperitivo desiderato dal cliente, premere il pulsante giusto e lo spritz è servito.
Ma sul procedimento per la preparazione dell’aperitivo alcolico inventato dagli austriaci per stemperare la gradazione alcolica dei vini veneti, la lotta è anche tra i puristi della miscelatura a mano e la nuova generazione più tecnologica. Alcuni si dicono scettici, altri invece sostengono che le macchine per lo spritz potranno facilitare il lavoro di chi dietro il bancone prepara anche cento cocktail a serata. Il procedimento, in effetti, potrebbe essere anche applicato agli altri cocktail. Semplice immaginare un miscelatore per il Cuba Libre (rum e cola) o il Manhattan (whisky, vermouth e bitter). Resta solo da chiedersi: che fine faranno i barman?