Altro che austerity: la Merkel si alza lo stipendio

Altro che austerity: la Merkel si alza lo stipendio

BERLINO – Nel bel mezzo del dibattito sull’austerità, con la corsa alle banche in Grecia, e Spagna e Italia soffocate da tasse e disoccupazione, per banale coincidenza o semplice cattivo gusto, Angela Merkel si è alzata oggi lo stipendio. Se le differenze tra la cancelliera tedesca e il presidente francese François Hollande non erano state finora sufficientemente evidenti, all’indomani del loro primo incontro a Berlino si intravede quanto meno una diversa sensibilità nei confronti della situazione drammatica in cui versano cittadini.

Bisogna riconoscere che si tratta della prima volta negli ultimi dodici anni che il governo tedesco si alza lo stipendio. I compensi per i ruoli di cancelliere, ministri e segretari di stato aumenteranno del 5,7% fino al mese di agosto del 2013 in un processo in tre passi. Lo stipendio di Merkel aumenterà concretamente di 930 euro mensili fino a 17.016 euro a cui però si aggiungono rimborsi esentasse per all’incirca mille euro al mese.

Al contrario, il presidente francese ha promesso in campagna elettorale che all’inizio del suo mandato (“moi, president”) avrebbe ridotto il suo stipendio e quello dei ministri del 30 per cento. Fino a quando il taglio non viene fatto Hollande guadagna la stessa cifra dell’uscente Sarkozy, cioè all’incirca 240.000 euro all’anno di fronte ai 220.000 di Merkel.

Per quanto riguarda i ministri tedeschi, entro agosto del 2013 guadagneranno 750 euro in più al mese per un totale de 13.795 euro, mentre i segretari di stato 580 in più fino a 10.573. L’argomentazione è stata la volontà di riadattare i salari alle variazioni di quelli degli altri dipendenti pubblici. Un aggiustamento a cui, nel 2000, in piena implementazione delle dolorose riforme che ora il paese esige all’Europa, Gerhard Schröder aveva rinunciato.

Fa parte della retorica usata dalla Germania all’interno di questa crisi: «Fate come abbiamo fatto noi, che con riforme dolorose siamo riusciti a superare due crisi», è, parafrasando, il messaggio trasversale dei partiti di governo o che aspirano al governo. Lo hanno ripetuto anche ieri mattina i leader socialdemocratici di fronte ai giornalisti, in occasione della presentazione delle loro proposte per la crescita. «Nessuno litiga sulla necessità di consolidare le finanze pubbliche», ha detto Frank-Walter Steinmeier, leader dell’opposizione, «però ci scontriamo sul fatto che il consolidamento deve essere raggiunto attraverso la crescita». «Merkel distribuisce consigli che noi stessi non abbiamo seguito nella nostra esperienza. Se siamo riusciti a resistere a due crisi è per le riforme», ha aggiunto Steinmeier che in altre occasioni ha ricordato alla cancelliera che il merito di quelle dolorose riforme non fu il suo ma di Schröder e che la Germania in quel periodo si indebitò.

Però in una situazione di isteria generale, le sfumature passano in secondo piano e parlano i risultati. E quelli della Germania sono buoni. “Crescita nulla” è stata la buona notizia di ieri per la Eurozona. Visto che ci si aspettava una contrazione del -0,2% è stata senza dubbio una sorpresa positiva, dovuta in particolare alla Germania, dove l’economia è cresciuta del 0,5%, leggermente al di sotto delle aspettative (0,7%), ma comunque al di sopra della media comunitaria. 

Come se non bastasse alcuni giorni fa gli esperti del ministero delle Finanze hanno annunciato una correzione verso l’alto per le aspettative del prelievo fiscale nei prossimi quattro anni. Non sarà un record, però nelle casse pubbliche, da qui al 2016, arriveranno 30 miliardi di euro in più. Fondi più che sufficienti Perché Merkel e soci si alzino lo stipendio.

In questo contesto vale la pena menzionare una vivace protesta che si è scatenata in rete negli ultimi giorni contro la proposta del ministro del Lavoro Ursula von der Leyen di aumentare i contributi per le pensioni ai lavoratori freelance. Il nuovo contributo si aggirerebbe intorno ai 350 euro mensili che andrebbero ad aggiungersi ai 300-600 euro che ogni lavoratore indipendente paga già di tasca propria per l’assistenza sanitaria pubblica. Tim Wessels un “esperto di computer” di Amburgo ha promosso una petizione per cui ora si raccolgono firme attraverso il tam tam della rete. Wessel si scaglia contro l’ottusità di un governo che continua a penalizzare il lavoro indipendente.

Una mossa simile, secondo il giovane attivista, soffocherebbe sul nascere la interessante scena di start-up che si sta sviluppando nelle metropoli. «I politici si lamentano che l’innovazione nel campo dell’informatica avviene negli Stati Uniti e non in Germania», dice Wessel, «Allo stesso tempo, proporre leggi simili è pura follia». Ma d’altronde una popolazione che invecchia ha bisogno di rimpinzare i fondi pensione. Nessuna sorpresa quindi, come diceva ieri Sigmar Gabriel dell’SPD, «quando la cancelliera parla di “alzare le difese” lo fa sempre a danno dei contribuenti», non di tasca sua.