Portineria MilanoDopo la laurea in Albania, dubbi pure sulla maturità del Trota

Dopo la laurea in Albania, dubbi pure sulla maturità del Trota

È vero o falso il diploma di maturità che Renzo Bossi ha conseguito, secondo le cronache, il 12 luglio del 2009? È un aspetto che vogliono chiarire i magistrati milanesi e albanesi, che indagano sulla laurea del Trota in economia gestionale all’Università Kristal trovata nella cassaforte dell’ex tesoriere Francesco Belsito. Non si capirebbe altrimenti perché, quando fu presentata la domanda all’ambasciata italiana per convalidare il diploma preso a Tirana, all’ennesimo tentativo, un avvocato albanese presentò il documento di ammissione alla maturità del 2007: quell’anno Bossi jr fu bocciato.

Del resto, quel pezzo di carta che attesta la maturità dell’ex consigliere regionale non lo avrebbe mai visto nessuno dentro il Carroccio. Se le foto sulle bocciature esistono, la notizia del passaggio nel 2009 fu data dal padre Umberto durante una festa a Paderno Dugnano. E sul blog ufficiale del Trota, alla voce «professione» – come aveva fatto notare anche nei mesi scorsi Leonardo Facco autore del libro Umberto Magno – compare solo la parola «studente». Non solo. Lo stesso Facco ha contattato nei mesi passati il Collegio Arcivescovile «F. Bentivoglio» di Tradate (Varese), dove il Bossino era stato bocciato per tre volte, per sapere se la maturità era stata conseguita lì: «la risposta fu un no secco».

Lo scandalo sulla laurea albanese del figlio del leader della Lega Nord inizia a prendere forma quindi anche in Italia. E presenta nuovi scenari del tutto inaspettati. Dopo che la procura albanese ha chiesto di sentire il Trota a Tirana. E soprattutto, da quando le procure di Napoli, Reggio Calabria e Milano che indagato sull’ex tesoriere Francesco Belsito hanno iniziato a collaborare. Di mezzo le ipotesi di reato: la falsificazione di documenti, corruzione e persino il rischio di riciclaggio di denaro sporco.

Come riporta l’agenzia Adnkronos, tutto nasce dall’invio, da parte dell’ambasciata italiana alla procura di Milano, delle carte con cui due cittadini albanesi, tra cui appunto un legale, avrebbero chiesto la convalida del titolo della Kristal in Italia. La ricostruzione è a tratti inquietante. Secondo i documenti in arrivo da Tirana la prima richiesta fu presentata alla fine del luglio 2011, quando sui quotidiani italiani il Trota comparve per la vicenda dei dossier che lo avrebbero favorito all’elezione nel consiglio regionale lombardo. Già allora, la diplomazia italiana di stanza in Albania, rimase sorpresa dopo aver constatato che il figlio del leader leghista aveva ottenuto il diploma di maturità nel luglio 2009, al quarto tentativo, dopo tre bocciature.

Ai funzionari non quadrava che il Trota avesse superato i 29 esami del corso triennale in un anno, laureandosi poi il 29 settembre 2010: era infatti iscritto dal 2007. Per questo motivo la richiesta fu negata. Ma perché fu presentata così tardi? Nell’ottobre 2011 si ritorna alla carica. In ambasciata si presenta questa volta un avvocato albanese, producendo, per la stessa richiesta, una serie di documenti, tra cui una delega firmata da «Renzo Bossi», e un certificato di ammissione alla maturità del 18 maggio 2007, anno in cui Bossi jr fu però bocciato. Infine, il 19 marzo scorso, lo stesso avvocato decide di rinnovare di nuovo la richiesta. Ma a quel punto il consolato ha chiesto alla Kristal una dichiarazione di veridicità del diploma di laurea. Il 4 aprile, però, tutto si ferma e la richiesta viene definitivamente ritirata. Perché? Caso vuole che il 3 aprile in Italia sia stato indagato l’ex tesoriere della Lega Nord Belsito. 

Ma le sorprese non finiscono qui. Tra le molte domande che i pm albanesi vogliono fare al figlio di Umberto, che potrebbe essere sentito nelle prossime settimane insieme ai funzionari dell’ateneo, ci sono nuovi dettagli. Per esempio. Chi ha firmato i documenti della laurea di Renzo Bossi in Albania? E chi ha consigliato al Trota di studiare o di comprare il titolo di studio nel paese delle aquile?
 Perché oltre alla conoscenza della lingua albanese e dei presunti viaggi (senza permesso di soggiorno) oltre mare, la magistratura sta cercando di capire chi ha posto la firma «Renzo Bossi» sugli esami al posto del Trofta. In campo la procura ha messo pure la polizia scientifica che vuole effettuare una perizia calligrafia su una presunta terza persona che ha firmato al posto dell’ex consigliere regionale della Lega Nord: da qui l’ipotesi di reato di falsificazione di documenti. 


Del resto, se le analisi della polizia sono confermate, tra il 2007, data dell’immatricolazione all’ateneo, e il 29 settembre del 2010, giorno di laurea, di Bossi in Albania non ne sarebbero transitati. Non solo perché essendo un politico lombardo Renzo avrebbe dovuto comunicare i suoi spostamenti, ma perché altri politici della Lega Nord non sarebbero mai stati avvistati. L’unica visita istituzionale che si registra è quella dell’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni il 19 novembre del 2009.

Ma c’è anche un piccolo giallo che vale la pena di raccontare. Sul sito della Camera dei Deputati si scopre di una «missione di studi» in Albania effettuata dalla commissione esteri guidata dal leghista Stefano Stefani il primo marzo del 2010. In realtà come spiegano i funzionari della commissione c’è un errore. «Quella missione fu in Serbia e Kosovo». La conferma arriva anche dal senatore del Partito Democratico Mario Barbi che era insieme a Stefani nella delegazione. «In Albania non ci abbiamo messo piede», taglia corto. 
Ma allora chi è andato in Albania? A falsificare la firma fu un albanese?

La sensazione è che gli inquirenti stiano cercando tra coloro che potrebbero aver consigliato la soluzione albanese al giovane Bossi. Si cerca nel cerchio magico del Trota. Tra i suoi fedelissimi, tra cui l’ex assessore regionale Monica Rizzi e il suo compagno Alessandro Uggeri. Del resto, a quanto risulta, i responsabili della Kristal in Italia sono stati due in questi anni: Arben Djibeli e Giorgio Salvadè. Il primo, titolare della Associazione Kristal di Bergamo, ha già smentito ogni suo coinvolgimento, mentre il secondo è stato arrestato l’11 dicembre scorso per una vicenda di lauree false in Romania.

Ma pure dalla Kristal smentiscono seccamente. Sulla pagine web c’è questo comunicato: «Senza nulla temere e nascondere la Associazione Kristal Italia e il Consorzio Interuniversitario dei Balcani intendono prendere posizione sia sulla vicenda del rilascio della laurea a Renzo Bossi, cui sono totalmente estranee, sia in ordine alle vicende giudiziarie del sig. Giorgio Salvadè, di cui hanno avuto notizia soltanto per il tramite della stampa mesi or sono». Misteri di un Trota. Anzi, di una Trofta. 

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