Va’ pensieroE a fine dibattito il figlio di Hollande gridò: «On va gagner»

E a fine dibattito il figlio di Hollande gridò: «On va gagner»

Parigi. Quando François Hollande ripete più volte, come una mantra, “Moi president de la Republique” per spiegare che tipo di presidente sarà per la Francia, c’è un ragazzo che stringe fra i denti una cannuccia e tiene gli occhi fissi verso lo schermo. Il bicchiere è ormai vuoto, ma le labbra del ragazzo restano incollate alla cannuccia. Quando Hollande finisce di parlare, il ragazzo lancia un grido, posa il bicchiere e comincia ad applaudire freneticamente. La tensione si è sciolta. Si può anche lanciare il grido di vittoria: “On va gagner”, vinceremo.

Il ragazzo è Thomas Hollande, 28 anni, avvocato con laurea alla Sorbona, figlio maggiore dei quattro nati dalla relazione tra François Hollande e Ségolène Royal. Nel 2007 si impegnò in prima fila per la campagna elettorale della madre. Oggi, dopo la separazione dei genitori, Thomas si è schierato con il padre ed è fra i principali animatori della campagna web del candidato socialista.

Occhiali, capello un po’ lungo, jeans senza pretese, un maglioncino nero, scarpe da ginnastica, Thomas Hollande è un ragazzo mite e gentile. Non ha l’aspetto tamarro e bling bling dei figli capelloni di Sarkozy. Thomas sceglie il basso profilo. Quando parla del padre si riferisce sempre a “François Hollande”, non dice mai “mio padre”. Gli sono stato accanto per quasi tre ore nel loft della Bellevilloise, dove il partito socialista aveva fissato ieri sera il quartier generale della campagna web di Hollande.

La Bellevilloise è un luogo storico della sinistra parigina. Fondata nel 1877, dopo la Comune, si trova in una zona collinare del 20esimo arrondissement di Parigi. È stata la prima cooperativa parigina, nata per consentire ai meno abbienti l’accesso alla formazione politica e alla cultura. Oggi è un centro di attività artistiche e culturali, con ristorante ed enoteca.

Il loft è una grande sala al primo piano. Qui ieri sera i socialisti hanno radunato circa 400 persone fra bloggers, militanti e simpatizzanti per quello che chiamano “Riposte Party”. È un evento nel quale i partecipanti, dotati di computer, tablet e smart phones bombardano il web di messaggi. Durante la campagne elettorale il Partito socialista ha già organizzato 19 “Riposte Party”. Ieri sera, oltre a quello di Parigi, se ne sono svolti una decina in tutta la Francia.

Motore dell’iniziativa è Vincent Feltesse, 45 anni, sindaco di un comune della Gironda, dal 2011 coordinatore della campagna di François Hollande su internet. “Ci siamo ispirati alla campagna elettorale del 2008 di Barack Obama”, racconta Feltesse, “e nei mesi scorsi abbiamo scambiato consigli ed esperienze con i nostri amici del partito democratico americano. Abbiamo lanciato la campagna sul web, ma nello stesso tempo ci siamo impegnati nel porta a porta con i cittadini. È stato un mix di campagna fisica e digitale”.

Un’ora prima del dibattito i militanti sono già ai loro posti attorno ai cinque lunghi tavoli che occupano il salone. Ragazze e ragazzi, giovani e giovanissimi, ma c’è pure Catherine, 69 anni, nominata seduta stante “decana della serata”. Alcuni sono qui perla prima volta. Jeremy, 28 anni, parigino, ingegnere,si definisce “un semplice militante” e promette: “Passerò la serata a contrastare sulla rete i messaggi di propaganda che verranno dal campo di Sarkozy”.

Lo schermo gigante è sintonizzato su France 2. Quando alle 20,45 appare sullo schermo Jean-François Copé, segretario generale dell’Ump, nella sala partono i primi fischi. Poi Feltesse prende il microfono e lancia il grido di battaglia. “Questa sera siamo riuniti qui per battere la destra. Diamo il via alla battaglia dell’hashtag, per noi questa sera la parola d’ordine sarà #votezHollande”.

Alle 21 parte il dibattito. Quando Sarkozy dice “non sono un uomo di parte” si scatena una risata collettiva. Il primo boato esplode quando Hollande ribatte:”Monsieur Sarkozy, fare la vittima le riesce male”. Dopo 15 minuti Shaneel-k tweetta: “Sarkozy mi fa già incazzare, vorrei prenderlo a pugni sul ring”. I due sfidanti parlano della disoccupazione. Molti tweet cominciano a definire Sarkozy “SarkoPinochio”. Il presidente continua a citare la Germania, lo fa due, tre, quattro volte. Alla fine anche Thomas Hollande allarga le braccia e sbotta: “Ma è il presidente della Francia o della Germania?”.

Dopo un’ora Thomas si alza e va a prendersi una birra. Gli sfidanti litigano: “lei mente”, “le è un bugiardo”. Larasebbagh cinguetta contro Sarkozy: “Rispondi alle domande, buffone!”. Sissi-keba aggiunge: “E pensare che NS (abbreviazione per Nicolas Sarkozy) voleva fare tre dibattiti, è un suicida”. Verso le 22,30 il duello si infiamma su Silvio Berlusconi. “E’ amico mio”, “No, tuo”, “No, Berlusconi è solo Berlusconiesque”. In sala si ride. Thomas si allontana verso la toilette, poi ritorna con una bibita, ogni tanto consulta il suo iPhone, ma il computer resta sul tavolo inutilizzato.

Dopo due ore di dibattito un tweet di bembelly: “Attenzione, Sarkozy se la passa male, c’è un medico su Twitter?” Yvessamen incalza: “NS è talmente basso che passa sotto le domande che gli vengono fatte”. GhebaliCarla aggiunge: “Sarko, salti sulla sedia per arrivare alle caviglie di Hollande?”.Beadp infierisce: “Anche se il tavolo che li divide è lungo due metri e mezzo, il naso di NS sta per toccare Hollande”. Clima teso quando si dibatte di Islam e immigrazione. Thomas per la prima volta applaude un intervento del padre. Alle 22, 30 Romain Pigenel, uno dei principali animatori della campagna web di Hollande, fa un primo bilancio della “guerra degli hashtag”: 52.310 tweets per #votezHollande e 43.639 per #avecSarkozy.

Poi arriva la domanda dei conduttori sullo stile di presidenza promesso dai candidati. In sala cala il silenzio. Tutti fissano lo schermo ipnotizzati da Hollande che ripete “Moi président de la Republique”. Quello che vuole fare è tutto il contrario di ciò che ha fatto Sarkozy in cinque anni. Soldatkabyle cinguetta: “Hollande sta distruggendo il nano”. Quando Hollande finisce il suo intervento sono le 23 e 22. Il loft rimbomba per gli applausi e le grida. Parte il coro “François president”. Il dibattito si chiude dopo quasi tre ore, quando ormai è mezzanotte.
Thomas scioglie la tensione. “François Hollande ha prevalso. E’stato il più chiaro e il più incisivo, è lui che ha imposto i temi. Mi è piaciuto molto quando ha detto a Sarkozy di non fare la vittima e soprattutto quando ha spiegato come sarà presidente ripetendo più volte le parole ‘Moi president de la Republique’. Per me quello è stato il momento decisivo della serata”.

I bloggers pro Hollande lasciano la Bellevilloise a notte fonda. Qualcuno raggiunge una discoteca nella zona dei Grands Booulevards per un’altra festa del partito socialista, ma non si può esagerare con i bagordi. Bisogna recuperare le energie per gli ultimi impegni della campagna. Oggi tutto lo staff della campagna web vola a Tolosa, dove si svolgerà l’ultimo grande comizio della campagna di François Hollande. 

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