Il terremoto? Lo Stato non ha soldi, pagherai tu

Il terremoto? Lo Stato non ha soldi, pagherai tu

In una mattinata cominciata prestissimo, con la terra tremante a fungere da sveglia per chi come me abita in Pianura Padana, mi sono attaccato alla Rete. Tra Facebook, Twitter e le dirette dei giornali cercavo di capire cosa era successo, se gli amici stavano bene, se erano scesi in strada, se avevano notizie di chi è lontano da Internet. In questo girovagare quasi febbrile, ho trovato un trafiletto pubblicato da Assinews (portale di informazione assicurativa), e ripreso anche dal Post.it e dal Corriere del 18 maggio, al quale non avevo prestato attenzione.

Secondo quanto riportato dalla notizia, con pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 17 maggio scorso, il decreto legge n. 59 intitolato Disposizioni urgenti per il riordino della Protezione Civile dice che «al fine di consentire l’avvio di un regime assicurativo per la copertura dei rischi derivanti da calamità naturali sui fabbricati a qualunque uso destinati, possono essere estese tutte le polizze assicurative contro qualsiasi tipo di fabbricato appartenente a privati». Cioè, i miei corregionali che stanotte hanno cominciato a subire le conseguenze del terremoto, dovranno rimettere tutte le spese per le proprie abitazioni e per le proprie aziende di tasca propria.

Il decreto non ha effetto immediato, ma prevede un periodo transitorio sperimentale. Ma quello che appare chiara è la scelta di demandare al cittadino le spese per la ricostruzione perché lo Stato non è più grado di sostenere queste spese. Secondo quanto riportato da Assinews, l’attuale capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, a tal proposito avrebbe dichiarato che «per il futuro dovremo pensare alle assicurazioni perché lo Stato non è più in grado di fare investimenti sulle calamità: gli aquilani sono stati gli ultimi a ricevere assistenza».

A leggere il reportage di Romina Vinci, cinicamente si potrebbe dire che forse non è del tutto un male. E vengono in mente anche i processi per la malagestione del danaro post-terremoto. Forse il privato, attraverso le assicurazioni farà meglio. Magari riuscirà a non dover per forza mettere di mezzo la politica, staremo a vedere. Sta di fatto che questo decreto legge, che per uno scherzo del destino arriva un paio di giorni prima del terremoto che ha colpito l’Emilia-Romagna, sa di sconfitta, di ammissione di impotenza: lo Stato non esce da un ambito per lasciare la libera iniziativa al privato, ma per manifesta incapacità di rimanervi. Non siamo di fronte a liberismo o liberalismo, ma una constatazione di mancanza di forze. Forse anche di capacità. Di fronte alle foto di Sant’Agostino e di Bondeno fa rabbia. 

(articolo tratto dal nostro blog “Fatti di scienza” a cura di Marco Boscolo ed Elisabetta Tola, questo il link al post originale intitolato “Terremoto? I danni sono a carico tuo”, originariamente pubblicato il 20 maggio)

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