La quotidianità dell’unica donna dichiaratamente omosessuale nel Parlamento italiano, prevede qualche momento di confronto in più. «Qualcuno è arrivato a dirmi che, per quelle come me, dovevano riaprire i forni crematori. Giudichi lei… ». Eppure, Anna Paola Concia, manager sportiva, maestra di tennis e deputata del Partito Democratico, risponde alle discriminazioni con proposte e ironia. Portano la sua firma tre dei sette progetti di legge per regolamentare le unioni di fatto, omosessuali e non, attualmente ferme in Parlamento: «Uno sul matrimonio, uno sul modello della civil partnership tedesca e i patti civili di solidarietà ». Ha firmato anche una lettera aperta al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali con delega alle pari opportunità Elsa Fornero, in cui attori, politici e qualche migliaio di altri cittadini hanno chiesto diritti scritti nero su bianco per le coppie omosessuali. Ironia perché la parlamentare, appassionata di Twitter dove é seguita da oltre 12mila utenti, ha recentemente lanciato sul social network la parola chiave #noeterosessualità. Una parodia dei luoghi comuni gay riletti in versione etero, diventata virale in poche ore.
Dopo anni di discriminazioni e ingiustizie, essere gay oggi è “di moda”?
Nella stessa misura in cui lo è essere eterosessuali. Diciamo che l’orientamento sessuale di ciascuno è un “evergreen”.
Recentemente si è messa in gioco lanciando un appello attraverso il settimanale Vanity Fair per l’approvazione dei matrimoni per coppie omosessuali. Che risultati avete raggiunto?
A seguito di quell’appello, il ministro Fornero ha preso un impegno importante davanti al Paese. Adesso la politica deve fare la sua parte. Più che il nome di qualche firmatario, mi ha piacevolmente colpita la grande partecipazione.
A proposito di politica. Si parla da tempo di proposte di legge per regolamentare le coppie di fatto, omosessuali e non. Cosa c’è sul tavolo oggi?
Ho presentato tre delle sette proposte attualmente in Parlamento: una per l’equiparazione del matrimonio omosessuale a quello eterosessuale, un istituto giuridico a parte per le coppie omosessuali equivalente al matrimonio e una proposta di legge sui patti civili di solidarietà (Pacs).
In attesa che il Parlamento faccia il suo dovere, l’attenzione sul fronte gay arriva anche dalla rete. L’ashtag #noeterosessualità lanciato su Twitter ha avuto molto successo. L’arma per combattere le discriminazioni è l’ironia?
Assolutamente sì. In un paese che vuole sempre drammatizzare l’immagine di noi omosessuali, l’autoironia e l’ironia sono le armi fondamentali per combattere la battaglia contro i pregiudizi.
Cosa deve affrontare un giovane che si scopre omosessuale oggi in Italia? Ci sono differenze tra il Sud e il Nord?
Un giovane omosessuale oggi in Italia non ha diritto al proprio futuro, perché non può neanche immaginare di costruire un progetto di vita insieme alla propria compagna o al proprio compagno. E su questo non credo proprio ci sia molto differenza fra Nord e Sud del paese.
A chi consiglierebbe di rivolgersi a un giovane che si scoprisse omosessuale oggi?
Bisogna rivolgersi a chi sa ascoltarti. Gli amici e le associazioni sono importantissime. Anche se nessuno può colmare il vuoto della mancata accettazione dei propri genitori. E questo ovviamente lo dico ai tanti padri e madri di figli omosessuali.
Si parla spesso di invisibilità delle lesbiche, a fronte di “troppa” visibilità dei gay. È d’accordo?
C’è una parte di verità in questa affermazione. Ma non è una questione interna all’omosessualità. Le donne nel nostro paese semplicemente sono, loro malgrado, meno visibili degli uomini. Basta guardare i vertici della pubblica amministrazione e delle istituzioni.
Cosa pensa del movimento omosessuale in Italia?
Dobbiamo essere grati al movimento omosessuale italiano, perché in un paese in cui la politica non ha avuto il coraggio di intestarsi la battaglia per i diritti, tutti i risultati raggiunti sul piano dell’accettazione sociale e culturale sono merito di chi ha creduto e si è battuto nel movimento.
Il 5 agosto 2011, nel Comune di Francoforte, ha sposato Ricarda Trautmann, che ha preso il suo cognome. Come mai questa scelta, anche se in Italia non esiste questo diritto?
Lei farebbe la stessa domanda ad un eterosessuale? Quando mi sono sposata con il mio ex marito (la parlamentare si é sposata a fine anni ’80 e separata nel ’92, nda), nessuno mi ha mai chiesto il perchè, e forse in quel caso avrebbero dovuto visto come é andata a finire.
In che cosa la sua nuova famiglia é normale e uguale a mille altre?
Non vorrei deluderla, ma non veniamo da Marte, siamo due persone normali, con una vita come quella di tutti i cittadini.
Se potesse tornare indietro, cambierebbe qualcosa nel modo in cui ha vissuto la sua omosessualità?
Non mi piace riflettere sui se. Ognuno è il risultato del percorso che ha fatto. E comunque cambierei ben poco.
Sfatiamo i miti. Qual é uno stereotipo su una coppia lesbica che non trova conferma reale?
Che non facciamo l’amore come nei film pornografici per maschietti.
Se facessimo questa intervista tra 10 anni, cosa sarebbe diverso sotto il profilo normativo e culturale?
Non ho la sfera di cristallo, ma mi piace pensare che l’Italia del futuro sarà un paese per tutti.
Nome completo: Anna Paola Concia
Professione: manager sportiva, maestra di tennis e deputata del Partito democratico
Stato civile: Coniugata
Primo coming out, con chi e a che etá: non ricorda
Reazione della famiglia al coming out: ottima
Serie tv preferita: “L’ispettore Derrick”, forse per questo ho sposato una tedesca
All’happy hour: Spritz con Campari
Vacanza ideale: in macchina con Ricarda senza meta
Se potesse, andrebbe a cena con: Hillary Clinton o Angela Merkel o con tutte e due
Il diritto negato in Italia: il diritto a non dover spiegare ogni volta che sono omosessuale, perché l’eterosessualità non é data per scontata