CUNEO – Se esperimento doveva essere, può ben dirsi riuscito. A Cuneo, 56mila abitanti, capoluogo della provincia Granda, ha vinto una coalizione composta dall’Udc e da quattro liste civiche, in cui è confluita anche una parte dei cattolici del Partito Democratico, in rivolta contro l’esito delle primarie, e a cui al ballottaggio si è unito pure un buon numero di voti drenati al Pdl. Se non è il “grande centro moderato” che periodicamente torna in auge è qualcosa che gli somiglia molto.
Il secondo turno delle elezioni amministrative a Cuneo ha premiato Federico Borgna, 38 anni, consulente finanziario di professione, ex assessore al bilancio in un piccolo Comune della Provincia e presidente piemontese dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti. Sì, perché è non vedente («Dica pure cieco, non sopporto i pietismi») e così, tra le altre cose, sarà il primo disabile visivo a guidare un capoluogo di Provincia. La sua vittoria è dunque politica e personale.
Sfiorando il 60% delle preferenze (al primo turno si era fermato al 36%), Borgna ha battuto Gigi Garelli, l’outsider vicino alla sinistra radicale che il Pd sosteneva ufficialmente nel tentativo, dalle chances però piuttosto limitate, di replicare il modello Pisapia. Cuneo, infatti, non è Milano, e nemmeno Genova. Spaccatosi dopo l’esito delle primarie, il centro sinistra ha perso il sostegno di una parte dell’amministrazione uscente, tra cui sindaco e vicesindaco che, sotto il capello della lista civica “Cuneo Solidale”, in campo dal ’94, hanno riunito ex popolari, mondo del volontariato e associazionismo e a cui, fiutando l’aria, si è aggiunto l’Udc di Casini. Così, nella città tradizionalmente “bianca” dove ai tempi della Prima Repubblica la Dc portava a casa percentuali bulgare, il centro è tornato in grande stile. E chissà che i partiti non ci facciano un pensierino.
La lettura politica non esaurisce però il risultato delle amministrative nel capoluogo della Granda. Borgna ci ha sicuramente messo del suo. E la proposta programmatica di “innovazione nella continuità” (con la giunta precedente) è stata giudicata credibile dagli elettori, che pure al 46,5% hanno disertato le urne. Giovane, (rispetto all’età media dei politici italiani), autoironico al punto da giocare in campagna elettorale con i doppi sensi legati alla sua disabilità, Borgna è riuscito in qualche modo a dare un colpo al cerchio e uno alla botte, apparendo moderato abbastanza, se paragonato al “comunista” Garelli e “nuovo” a sufficienza, almeno nello stile, per interpretare un certo bisogno di cambiamento nella società.
Ma chi è il sindaco di Cuneo? In Comune si presenta circa due ore dopo la chiusura delle urne (tanto, o meglio poco, ci è voluto per scrutinare i 54 seggi, vista la bassa affluenza). Sotto la giacca d’ordinanza, ha una maglietta con su scritto “I love Cuneo”. «Me l’hanno regalata mentre venivo – rivela – non potevo rifiutarla». Tra una stretta di mano, una telefonata e l’assalto dei fotografi, si ferma a parlare.
A cosa attribuisce la sua vittoria?
Ha vinto un modello di politica lontano dalle contrapposizioni ideologiche, basato sull’ascolto e sul coinvolgimento dei cittadini, sui loro problemi concreti. È stato premiato il modello di partecipazione basato sulle liste civiche.
Però l’Udc, con il 9%, a Cuneo diventa il secondo partito.
L’Udc è solo una parte della coalizione, tanto che è stato inglobato in una lista civica (ma non ditelo a Casini che dopo i primi commenti sul voto twittava: “Scandaloso il Tg1: a Cuneo e Agrigento, dove vince l’Udc, vincono i civici… robe da pazzi!”, ndr).
Quindi non è tornata la Democrazia cristiana?
No, lo escludo.
Qual è il messaggio che lanciate a Roma?
La politica tradizionale non è capace di rispondere ai bisogni della gente. Deve rinnovarsi, altrimenti sarà spazzata via.
Com’è successo a Parma?
Sì, ma noi con l’antipolitica non c’entriamo niente.
È interessato al progetto Italia Futura di Montezemolo?
No, non ci sono stati contatti e non sono interessato.
Lei ha impostato la campagna elettorale giocando con i luoghi comuni sulla disabilità: «Cuneo che guarda al futuro», «Cuneo nuova in tutti i sensi». Ma in molti si chiedono come farà un non vedente a governare una città come Cuneo.
La vista è un mezzo, importante, ma non è l’unico. Non vedo, non vuol dire che non capisco e che non posso leggere e scrivere. Quotidianamente, nella mia attività professionale, leggo e firmo documenti, grazie a strumenti tecnologici che porterò con me, senza far spendere un euro alle casse del Comune.
Prima di congedarsi, racconta ancora che l’attuazione del programma partirà dall’emergenza lavoro, quindi, tra le altre cose, si occuperà di pari opportunità e integrazione dei disabili (con il riconoscimento della lingua italiana dei segni). E la nuova giunta saprà tener conto delle esperienze positive della precedente amministrazione. In fondo Cuneo, ci pare di capire, non cambierà poi così tanto.