Repubblica ricorda Falcone, ma nel 1992 lo definiva un “guitto” (e oggi rimuove dall’archivio quell’articolo)

Repubblica ricorda Falcone, ma nel 1992 lo definiva un “guitto” (e oggi rimuove dall’archivio quell’articolo)

Ipocrisie a vent’anni dalla morte. In un articolo su Libero, stamattina Filippo Facci ricorda «tutti i nemici di Falcone (oltre a Cosa nostra)». Un lungo elenco di politici, cronisti, magistrati che prima dell’attentato di Capaci si scagliarono più o meno duramente contro il giudice antimafia. Tra gli articoli più critici pubblicati dai quotidiani, spicca un pezzo di Repubblica del 9 gennaio 1992, a firma Sandro Viola. «Falcone – così l’articolo di Facci riporta il brano – è stato preso da una febbre di presenzialismo. Sembra dominato da quell’impulso irrefrenabile a parlare». Il giornalista di Repubblica accusa il magistrato siciliano di avere una «smania di pronunciarsi, di sciorinare sentenze sulle pagine dei giornali o negli studi televisivi…». E ancora: «Scorrendo il suo libro-intervista s’avverte l’eruzione di una vanità, d’una spinta a descriversi, a celebrarsi, come se ne colgono nelle interviste del ministro De Michelis o dei guitti televisivi». Il quotidiano è lo stesso che in questi giorni propone ai suoi lettori «Uomini soli», il documentario in memoria di Falcone di Paolo Borsellino. Lo stesso che, come ha scoperto Gian Paolo Serino di Satisfiction, ha rimosso dal proprio archivio online l’articolo sul Falcone «guitto televisivo».

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