Tutti contro Elsa Fornero. Maggioranza, opposizione, centrodestra e centrosinistra. Trasversale come solo poche iniziative, in Parlamento si alza la voce contro il ministro del Welfare. La polemica con i vertici dell’Inps sul reale numero degli esodati è solo l’ultima vicenda di un’insofferenza non recente. E così oggi decine di deputati e senatori criticano spazientiti l’esponente di governo, colpevole di aver promosso una riforma del Lavoro «ambigua», ma anche di aver gestito i rapporti con il Parlamento con un «atteggiamento arrogante non più tollerabile».
In tarda mattinata a Montecitorio, Italia dei Valori e Lega Nord iniziano a raccogliere le firme per una mozione di sfiducia. Per poter depositare il documento servono 63 sottoscrizioni, il 10 per cento dei deputati. L’obiettivo è raggiunto nel giro di pochi minuti. Già nelle prossime ore il testo sarà trasmesso alla Presidenza (la calendarizzazione spetta alla conferenza dei capigruppo, ma è probabile che la Camera potrà votare la mozione già la prossima settimana).
Mentre in Aula si susseguono i voti di fiducia al governo sul ddl anticorruzione, il vicecapogruppo del Carroccio Massimiliano Fedriga corre su e giù per il Transatlantico con il testo della mozione in mano. Orgoglioso, in un attimo di pausa mostra la pagina piena zeppa di firme. «La cosa curiosa – racconta – è che tutti i colleghi che incontro sono d’accordo». Per ora a metterci la faccia, insieme ai parlamentari di Idv e Lega, sono solo i due pidiellini Alessandra Mussolini e Lino Miserotti. «Ma quasi tutti – continua il leghista – mi assicurano che firmerebbero ben volentieri, se solo il gruppo li autorizzasse».
Nelle due pagine della mozione l’attacco a Elsa Fornero è duro e diretto. «La gestione della problematica inerente i cosiddetti lavoratori esodati da parte del ministro del Lavoro – si legge – con affermazioni sconcertanti, merita disapprovazione e biasimo». Si polemizza per «il continuo balletto di cifre» sul numero degli esodati. Al centro delle critiche anche l’attacco di Elsa Fornero ai vertici dell’Inps. «Una reazione deplorevole». Altrettanto «grave è il comportamento del ministro per aver taciuto il contenuto di quel documento».
E poi la riforma del Lavoro: «Non meno ambigua – si legge ancora – è stata la condotta del ministro Fornero in merito al disegno di legge di riforma del mercato del Lavoro. Lo scorso 9 maggio il ministro ha dichiarato che “la riforma potrebbe incrementare il sommerso, ma è un rischio che bisogna correre”».
Non potendo sottoscrivere la mozione di sfiducia, tanti esponenti del Pdl sfogano il proprio disappunto con dichiarazioni ufficiali. È il caso del presidente della commissione Industria del Senato Cesare Cursi (“preoccupato” dal ministro Fornero), del capogruppo a Palazzo Madama Maurizio Gasparri. Ma anche del capogruppo pidiellino in commissione Lavoro Nino Foti. Nella disputa tra Fornero e l’Inps, tutti prendono le difese dell’istituto previdenziale.
Ma non c’è solo il centrodestra. In mattinata sette deputati del Pd firmano una lettera destinata a Mario Monti per mettere a freno «l’arroganza di Elsa Fornero». Nel documento si chiede al presidente del Consiglio «un immediato e fermo intervento nei confronti degli atteggiamenti non più tollerabili (e non certo da oggi) del ministro Elsa Fornero». I sette – Stefano Esposito, Antonio Boccuzzi, Ivano Miglilo, Daniele Marantelli, Giorgio Merlo, Dario Ginefra e Giacomo Portas – non sembrano intenzionati a votare la mozione di sfiducia presentata dai colleghi di Lega e Italia dei Valori. Una scelta presa anche per rispondere positivamente all’appello sull’unità avanzato ieri da Monti. Non per questo i toni della lettera sono meno duri. «Le chiediamo di porre fine, con l’autorevolezza derivante dalla storia personale e professionale, nonché dal ruolo che ricopre, agli atteggiamenti arroganti del ministro Fornero, che sfiorano a tratti il disprezzo sia nei confronti del Parlamento sia – cosa ancora più grave – nei confronti dei cittadini».
Intanto il fronte dei critici continua a crescere. «Anziché attaccare l’Inps – ha spiegato pochi minuti fa il futurista Fabio Granata – il ministro Fornero abbia rispetto per il Parlamento. Venga in Aula e riferisca immediatamente, altrimenti il voto di sfiducia individuale potrà allargarsi a settori del Parlamento come il nostro, che sostengono Monti, ma vogliono ministri all’altezza della situazione». Alla faccia della rinnovata coesione tra l’esecutivo e la maggioranza parlamentare che lo sostiene.