Deflagra lo scontro fra i Ligresti e le banche creditrici nella vicenda Fondiaria Sai. Le intimazioni verbali dell’amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni – che da giorni minaccia da giorni di escutere il pegno in assenza di un via libera della famiglia all’accordo definitivo con Unipol – non hanno sortito l’effetto desiderato. Anzi, è accaduto l’opposto, nonostante ieri Unicredit, in qualità di banca agente del pool di banche creditrici, abbia messo la “minaccia” per iscritto.
Questa mattina Jonella e Gioacchino Paolo Ligresti hanno annunciato che non rinunceranno né alla manleva su eventuali azioni risarcitorie – che era stata promessa da Unipol nel patto siglato a fine gennaio – né prenderanno impegni a non esercitare il diritto di recesso, che scatterebbe in caso di fusione di Premafin con FonSai, la Milano e Unipol Assicurazioni. Si tratta di due condizioni che di fatto rendono non proseguibile l’operazione con Unipol: manleva ed esercizio del recesso, ha stabilito la Consob, farebbero scattare l’Opa su FonSai e la compagnia bolognese guidata da Carlo Cimbri ha ribadito che non intende lanciare alcuna offerta pubblica. Secondo fonti finanziarie, anche Giulia Ligresti, presidente di Premafin (che controlla il 35,7% di Fondiaria), non intende rinunciare alla manleva. Le decisioni della famiglia punta a considerare «soluzioni alternative». Nello stesso tempo, manager e consiglieri del gruppo hanno continuato a trattare con Unipol. Per l’a.d. di FonSai, Emanuele Erbetta, «prosegue la valutazione del piano Unipol».
Nuova offerta da Arpe e Meneguzzo
Sempre questa mattina, dopo un incontro con i vertici di FonSai avvenuto il 30 maggio, la Sator di Matteo Arpe e la vicentina Palladio Finanziaria guidata da Roberto Meneguzzo e Giorgio Drago hanno avanzato una nuova offerta, dopo quella scaduta il 18 maggio. Lo schema è inalterato: un aumento di capitale da 400 milioni riservato alle due società di investimento, a un prezzo da fissare fra 2 e 2,5 euro; e un secondo aumento, sempre da 400 milioni, offerto in opzione a tutti gli azionisti per 400 milioni, a un prezzo non superiore alla metà del prezzo pagato da Sator e Palladio. La Borsa ha reagito al colpo di scena dei Ligresti con un exploit di FonSai e Premafin (+10%), che sono state sospese per eccesso di rialzo. Sospese al ribasso, invece, le azioni Mediobanca, arrivate a perdere oltre il 3 per cento. Lunedì il cda della compagnia esaminerà l’offerta, e anche le conseguenze della presa di posizione della famiglia Ligresti, mentre oggi Carlo Cimbri (a.d. di Unipol) ha incontrato il comitato degli amministratori indipendenti di FonSai per illustrare l’operazione.
Sator e Palladio: «Offerta migliorativa». La sottoscrizione dell’aumento a un prezzo almeno doppio rispetto a quello destinato al mercato, «consente di strutturare un’operazione in cui il maggior valore rispetto alle quotazioni di Borsa non viene riconosciuto solo a Premafin ma alla società e a tutti i suoi azionisti», recita la nota. L’aumento, calcolano Sator e Palladio, contribuirebbe per 36 punti al margine di solvibilità di Fonsai, che si attesterebbe così al 120 per cento. I punti diventerebbero 51 considerando anche il risultato previsto per il 2012 e i minori requisiti patrimoniali richiesti per i minori volumi delle attività assicurative. «L’obiettivo del 120% – si legge ancora nel comunicato – sarebbe raggiungibile anche in uno scenario di stress dei mercati che rettifichi il margine di solvibilità pre-aumento di capitale ad un livello del 70% inferiore di circa 22 punti percentuiali rispetto al 91,6% del primo trimestre 2012». Secondo fonti finanziarie sentite da Linkiesta, già oggi i vertici di FonSai stimano che a fine giugno la compagnia avrà un margine di solvibilità intorno al 100% (il minimo richiesto), salvo cataclimi sui mercati.
La proposta è subordinata all’esenzione da Opa sia su FonSai sia sulla Milano. Secondo gli offerenti, che attendono una rispostaentro 10 giorni, l’offertaavrebbe il vantaggio di non passare su Premafin (a cui non verrebbe riconosciuto alcun premio per il controllo), e di non scaricare i debiti di quest’ultima sulla compagnia assicurativa. Dopo la ricapitalizzazione della compagnia, la partecipazione della holding, di cui i tre fratelli Ligresti detengono direttamente poco più del 30%, oscillerebbe tra il 14-16% e il 22-25%, a seconda della sottoscrizione o meno della quota di propria spettanza all’aumento in opzione. Sator e Palladio interverebbero tramite una società di nuova costituzione, partecipata pariteticamente, e si sono dette disponibili ad assistere Premafin sia per ottenere un nuovo finanziamento con cui partecipare all’aumento in opzione sia nella ristrutturazione del debito.