No, fortunatamente non si parla soltanto di Renzo Piano a Londra: a catalizzare l’attenzione dei tabloid è anche l’imminente Olimpiade. A quaranta giorni dal via, la febbre olimpica sta facendo breccia nell’inglesissimo cuore della City. La cerimonia inaugurale – che sarà diretta dal regista di “Slumdog Millionaire” Danny Boyle e vedrà la partecipazione di Sir Paul Mc Cartney – darà il via il 27 luglio ai Giochi della trentesima Olimpiade, che dureranno fino al 12 agosto. In attesa dell’inizio delle competizioni e mentre la torcia olimpica prosegue il suo cammino, a tenere banco in Inghilterra sono i temi di contorno: la sicurezza, i costi, la politica, il turismo, l’informazione. A cominciare dai prezzi pazzi di Londra: nelle zone dove sorgono i venues olimpici, un pacchetto di patatine costa già 3 sterline, un caffè 4,80, un hot dog 5,90.
Ma a preoccupare sono soprattutto i costi generali della manifestazione, tra polemiche che si trascinano da anni. Le infrastrutture olimpiche sono costate 5,3 miliardi di sterline, mentre altri 3,3 miliardi sono stati spesi per stipendiare i lavoratori e per organizzare e mettere in sicurezza l’evento. In totale i Giochi ai tempi della crisi costeranno ai contribuenti inglesi circa nove miliardi di sterline (quasi 11 miliardi e duecento milioni di euro). Nei giorni scorsi il governo, attraverso il Ministro dello Sport Hugh Robertson, ha trionfalmente annunciato che Londra 2012 risulterà undercost, ovvero che il budget effettivamente speso sarà inferiore a quello stimato inzialmente. In realtà, i soldi risparmiati saranno reinvestiti per coprire le spese legate al Giubileo di diamante della Regina e per rendere ancora più efficaci i sistemi di sicurezza dei Giochi.
Proprio la sicurezza è uno dei temi caldissimi di queste Olimpiadi, cominciate sotto una cattiva stella: il 7 luglio 2005, il giorno dopo l’assegnazione dei Giochi a Londra da parte del Cio, la festa della City fu bruscamente interrotta da una serie di attacchi terroristici organizzati da Al Qaeda. Alcuni ordigni e kamikaze, posizionati nei punti nevralgici del trasporto pubblico cittadino, causarono la morte di 55 persone e il ferimento di altre 700. Da quel momento, la security issue è diventata una priorità assoluta. E mentre il Ministero della difesa sta decidendo se posizionare missili terra-aria sui tetti di alcuni palazzi dell’East End, il London Organising Committee of the Olympic and Paralympic Games (LOCOG) ha predisposto l’azione contemporanea di 24mila agenti nei momenti clou della manifestazione, mentre 13,000 militari selezionati dai corpi speciali della marina e della contraerea aspetteranno in pre-allarme a pochi passi dal centro olimpico, pronti ad intervenire in caso di emergenza. I controlli all’ingresso degli stadi si preannunciano severissimi, elicotteri sorveglieranno la città dall’alto, mentre il villaggio olimpico è circondato da 11 miglia di rete da alto voltaggio, per evitare il ripetersi di episodi simili a quello avvenuto ai Giochi di Monaco di Baviera nel 1972.
Intanto la capitale inglese deve fronteggiare un’altra emergenza, fortunatamente molto meno pericolosa: quella legata al mancato afflusso di turisti. Le cifre ufficiali, che volevano un incremento di un milione di presenze nella City rispetto al normale, sono destinate ad essere disattese. I prezzi degli hotel alle stelle ed il timore di una Londra troppo affollata pare infatti abbiano spaventato molti dei visitatori “non-olimpici”, che hanno deciso di cambiare meta: secondo il Wall Street Journal, nel 2012 Londra ospiterà esattamente lo stesso numero di turisti che nel 2011 (circa 30 milioni), così come non miglioreranno gli introiti legati al turismo (22 milioni di euro). Insomma, il tanto atteso effetto Olimpiadi potrebbe non verificarsi. Lo stesso Locog ha dovuto ridimensionare alcune stime: quattro anni fa, l’ente aveva prenotato 40.000 camere d’albergo per ospitare tutti gli ufficiali partecipanti ai giochi e le rispettive famiglie. A gennaio 2012, però, diecimila prenotazioni sono annullate – una decisione che ha causato proteste e polemiche tra gli albergatori.
I soldi spesi per organizzare i Giochi lasceranno in eredità alla città numerose nuove strutture. Su tutte, il nuovo stadio olimpico inaugurato a maggio. Lontano dagli eccessi architettonici del Bird’s Nest di Pechino, lo stadio da 80mila posti realizzato a Stratford è, per alcuni, un gioiello di sostenibilità (e dopo la manifestazione potrebbe diventare la nuova “casa” del West Ham); altri, invece, puntano il dito sulla sua pochezza estetica e definiscono la struttura «poco emozionante», inadatta a diventare luogo-simbolo dei Giochi. Londra ha sfruttato la manifestazione sportiva anche per potenziare le linee ferroviare e metropolitane, così come per effettuare alcune migliorie alle vie automobilistiche di accesso alla città. Il progetto più ambizioso è senz’altro la Emirates Air Line, una funivia che permetterà a 2500 persone di attraversare ogni ora il Tamigi, coprendo la distanza esistente tra l’O2 Arena (dove si terranno la ginnastica e le finali di basket) e l’ExCel Exhibition Centre (sede per arti marziali, ping pong e sollevamento pesi). Il progetto, che ha subito diversi rinvii, è ancora in costruzione: secondo le ultime notizie, però, l’apertura dovrebbe avvenire in tempo per l’inizio della manifestazione.
Non c’è solo la Londra che si rinnova. L’Olimpiade sta riportando in auge vecchi costumi dismessi, come lo sciopero dei guidatori di autobus. L’ultimo stop globale avvenne nel 1982: questo venerdì ce ne sarà un altro e durerà la bellezza di 24 ore. Gli autisti chiedono un bonus produzione di 500 sterline a testa per i giorni dell’Olimpiade, che causerebbero un «eccesso di lavoro» dovuto ai tantissimi visitatori che usufruiranno dei mezzi pubblici. Un aumento simile è già stato riconosciuto dal governo alle altre categorie di funzionari del trasporto pubblico. Peter Kavanagh del sindacato ha minacciato: «Perché tutti tranne noi? Il 22 giugno prossimo Londrà, per la prima volta in questa generazione, si fermerà completamente».
Quella londinese sarà, infine, la prima Olimpiade raccontata in tempo reale da Twitter: a Pechino il social network era ancora appannaggio di pochi, dal momento che la sua diffusione globale è avvenuta proprio dal 2008 in poi. Si spera di battere qualche record – come quello del maggior numero di tweet al secondo, ora detenuto dalla semifinale di Champions League Chelsea-Barcellona (13000) – ma ci si aspetta anche che qualcuno usi lo strumento in modo inappropriato. Ecco perché il Cio ha stabilito una serie di regole di comportamento per l’utilizzo dei social network. Tutti i tweet e i post degli atleti dovranno essere effettuati «a titolo strettamente personale», «sotto forma di diario» e «non dovranno sostituirsi al ruolo dei giornalisti». Inoltre, il Cio ha chiesto ai partecipanti di non rivelare informazioni private e di non commentare i risultati e i comportamenti di altri atleti o degli altri partecipanti accreditati. Infine, i tweet e i post dovranno risultare «conformi allo spirito olimpico ed ai principi fondamentali stabiliti dalla Carta Olimpica, senza insulti o volgarità».