Man mano che si avvicina il 18 giugno, si moltiplicano le abiure dell’IMU e addirittura gli inviti espliciti a non pagarla. Quanto alle prime, l’ultima in ordine di tempo è del ministro dell’Interno Cancellieri, secondo cui il Governo, più che introdurre l’IMU, se la sarebbe trovata.
Le cose non stanno proprio così. Il Governo Monti ne ha anticipato l’applicazione “sperimentale” dal 2012 e ne ha previsto la destinazione di una parte significativa di gettito allo Stato, peraltro prevedendo che questa suddivisione dei pani e dei pesci tra Stato e Comuni avvenisse non già a livello macro di gettito prodotto complessivamente dall’imposta, bensì a livello micro di gettito prodotto da ciascun singolo immobile.
Dietro a queste inopinate scelte si annida una parte non secondaria dei problemi che sta generando l’IMU, sia in termini di complessità di calcolo per i contribuenti, sia in termini di minore elasticità nella diversificazione delle aliquote da parte dei Comuni.
Da questo punto di vista, si può ben dire che l’IMU, così come è stata concepita dal Governo Monti, rappresenta una imposta tanto bicefala nella destinazione del suo gettito, quanto acefala nella oculatezza della sua configurazione. Ecco perchè l’annuncio dell’integrale attribuzione dell’Imu ai comuni a partire dal 2012 costituisce una buona notizia che è auspicabile trovi una concreta applicazione.
Questo non consente però più di tanto ai partiti della ex maggioranza di indignarsi e dare lezioni. È appena il caso di ricordare che circa il 75% dell’incremento di pressione fiscale determinato dalle manovre varate nel secondo semestre 2011 è riconducibile alle scelte e alle non scelte del Governo Berlusconi, rispetto alle quali il Governo Monti ha dato una attuazione in gran parte criticabile, dall’IMU all’ormai imminente nuovo aumento dell’IVA, ma sicuramente meno ridicola e improponibile di quella che i censori di oggi avevano disposto: i famosi tagli lineari delle agevolazioni fiscali e le maggiori entrate derivanti dalla lotta all’evasione.
Il notevole livello di pressapochismo dimostrato quando erano al governo, lo stanno per altro dimostrando anche in queste settimane, nel tradizionale ruolo di opposizione (la Lega) e nell’inedito ruolo di maggioranza-opposizione (la parte “aspirante-movimentista” del PDL).
Al di là della accettabilità o meno di certi appelli, invitare i cittadini a non pagare l’IMU, perché tanto ci si può ravvedere entro un anno al costo di appena il 6,25% (3,75% di sanzioni ridotte più 2,5% di interessi legali: meno di certi finanziamenti e per di più senza bisogno di prestare alcuna garanzia), significa una volta di più promettere cose che ben potrebbero rivelarsi diverse nella realtà dei fatti.
Cosa accadrebbe se, preso atto di un gettito molto inferiore alle attese, un Comune mandasse via, “a tappeto”, delle semplici letterine, chiedendo ai loro cittadini la mera produzione di copia dei modelli F24 di avvenuto versamento?
Succederebbe che, chi non avesse ancora versato, non potrebbe più ravvedersi (perché l’attività di controllo sarebbe iniziata anche nei suoi confronti) e si ritroverebbe quindi esposto ad un “costo” non più del 6,25%, ma come minimo del 30 e passa per cento. Il livello di esasperazione di molti contribuenti è francamente più che giustificato.
Attenzione però alle ricette miracolose, tanto più se a proporle sono quei medesimi geni che hanno significativamente contribuito a portare il Paese nelle condizioni in cui oggi si trova.
*direttore di Eutekne.info
Twitter: @enrico_zanetti