Finalmente vanno in soffitta i certificati di iscrizione e frequenza, le domande di laurea, tutta la documentazione cartacea che, anche nell’era del web, continuava a tormentare gli studenti. Nel decreto sulla spending review, nel capitolo “riduzione della spesa delle amministrazioni statali”, è previsto che nei prossimi 60 giorni il ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca predisponga un piano per “dematerializzare” le procedure amministrative. Non solo. Dall’anno scolastico 2012/13 le iscrizioni a tutte le scuole di ogni ordine e grado si farà on-line e la pagella sarà redatta in formato elettronico.
Addio ai moduli stampabili solo presso i terminali presenti nell’ateneo o ai documenti esistenti solo in copia cartacea nelle segreterie. Addio alle assurde spole casa-università cui erano costretti gli studenti fuorisede per ritirare o consegnare moduli e atti. Addio anche alle microfiches, le mini-diapositive che alcune università richiedevano per l’archiviazione delle tesi. Una tecnologia miracolosamente sopravvissuta per decenni, pur obsoleta, all’arrivo di floppy-disk, cd rom e internet. Una tecnologia non a buon mercato oltretutto. Per 100 pagine di tesi, il costo si aggira intorno ai 20 euro. Non un prezzo inaccessibile, ma considerato che copiare un file pdf su un cd rom – se proprio non lo si può inviare all’Università via mail – costa circa cento volte meno, di sicuro irritante.
Addio anche alla possibilità di correggere con un tratto di penna un cinque in un sei, e forse addio anche alla possibilità di marinare la scuola o nascondere una nota senza farlo sapere a casa. Nella scuola del futuro per fare i furbi non si dovrà più avere doti da falsario, abile ad imitare firme e grafie, ma da hacker.
Proprio per evitare che il nuovo sistema telematico si presti ad essere bypassato – e non solo dagli studenti ma anche da criminali informatici – i tempi di attuazione del piano probabilmente non saranno brevissimi. Il professor Giovanni Ziccardi, esperto di diritto e cyberspazio, ritiene che non ci sia motivo di essere eccessivamente preoccupati, «se verranno adottate le misure di sicurezza previste per legge e se, prima di avviare il processo di digitalizzazione, le amministrazioni avranno effettuato un percorso corretto di hardening del sistema, cioè di prove di attacco, analisi di vulnerabilità e tentativo di intrusione. In ogni caso – prosegue Ziccardi – si dovrà tenere sotto osservazione il funzionamento nei primi mesi di attività».
Digitalizzando le procedure di iscrizione, e quelle conseguenti, non si creano particolari rischi. «Siamo in presenza di procedure che in molti casi già sono attivate – spiega Ziccardi – e che possono anche essere svolte tramite postazioni pubbliche o “colonnine”. Non vedo particolari problemi di sicurezza dei “dati in transito”. Penso che ci sarà da dedicare attenzione invece a eventuali dati sensibili, di reddito – come lo stato economico delle famiglie – o, comunque, ad informazioni delicate che saranno inevitabilmente custodite sui computer della scuola».
Più problematica la questione delle pagelle, dell’informazione ai genitori di eventuali comportamenti “scorretti” dello studente e di assenze ingiustificate. «È sicuramente un ambito suggestivo ed interessante», afferma Ziccardi. «Nella lunga tradizione hacker – anche cinematografica – l’attenzione nei confronti dei sistemi di gestione dei voti (si pensi al film Wargames) è sempre costante. Anche in questo caso non mi preoccuperei più di tanto. Sicuramente l’applicativo che sarà utilizzato – che ancora non conosco – verrà testato circa la sua vulnerabilità e resistenza a possibili attacchi. In secondo luogo, sarebbe opportuno che fossero utilizzati sistemi a codice aperto, che permettano di mostrare nei dettagli il funzionamento del sistema, garantendo così maggiore sicurezza e trasparenza nei meccanismi di comunicazione. Molto probabilmente, infine, quella digitale non sarà l’unica fonte relativa al curriculum dello studente, ma ci sarà sempre la possibilità di confrontare il digitale con, ad esempio, una annotazione o un registro cartaceo, anche informale. È un po’ il principio che alcuni Stati hanno adottato per il voto elettronico – conclude il professore – con la possibilità di confrontare il voto dato elettronicamente con una stampata dello stesso».
Il sistema verrà creato per essere sicuro e non facilmente aggirabile. I benefici per gli studenti dovrebbero essere molti e importanti, anche se al prezzo di una certa perdita di libertà nel disobbedire. E forse anche di un po’ di goliardia: col sistema delle microfiches poteva capitare la “gara di coraggio” a inserire tra le diapositive della tesi una pagina della Gazzetta dello Sport, o del calendario di Max. Per una presentazione in Power Point un rischio forse eccessivo.