Una metropolitana lunga 37 chilometri e costituita da due arterie e 49 stazioni, una rete ferroviaria di superficie che si articola in tre direttrici, e 331 linee di comunicazione coperte da autobus, filobus e tram per un numero di fermate che sfiora le 7.000. Queste le cifre che riassumono l’organizzazione del trasporto pubblico a Roma. Un comparto decisivo per la vita economico-sociale e per le prospettive di sviluppo della Capitale d’Italia e del suo hinterland, ma che fino a oggi si è rivelato inadeguato a rispondere alle esigenze di mobilità di un bacino di oltre 3 milioni di residenti, e di un flusso di viaggiatori che nel 2011 ha raggiunto la quota di 1.576.043.619. Si tratta di numeri che impongono infrastrutture all’altezza delle principali capitali mondiali ed europee, nonché una governance moderna, meritocratica e trasparente di Atac, l’azienda municipale che all’indomani della fusione con le società Met.Ro e Trambus è responsabile del funzionamento e della qualità di un servizio così delicato.
A fronte di 1.178.381.165 passeggeri che l’anno scorso hanno utilizzato i mezzi di trasporto pubblico in superficie, Roma può contare su 324 linee coperte da 2.115 autobus, su 2 reti servite da 30 filobus, e su 6 direttrici percorse da 165 tram. Veicoli che in una metropoli soffocata dal peso del traffico privato viaggiano a una velocità media di 14,8 km orari. Ma il motivo più rilevante del disagio di cittadini e turisti è la frequenza discontinua e molto lenta dei mezzi di spostamento sulle strade della Capitale. Peraltro l’attesa per il loro passaggio è ancora più difficile e faticosa a causa della scarsa presenza di fermate dotate di pensiline, che rappresentano appena il 14,6 per cento su un totale di 6.697 luoghi di sosta.
Esclusivamente sulla Linea Express, una rete veloce caratterizzata da percorsi lunghi con poche fermate equivalente al 2 per cento della mobilità complessiva, e sulle Linee urbane ad alta frequenza, che collegano aree interessate a un flusso notevole di persone e rappresentano il 12 per cento della comunicazione urbana, bisogna aspettare tra i 6 e gli 11 minuti per prendere il bus o il tram. Sulle tratte urbane a media e bassa frequenza, che assicurano la capillarità del servizio di trasporto e forniscono l’80 per cento dei collegamenti cittadini, il tempo di attesa oscilla fra i 15 e i 35 minuti. Mentre sul restante 7 per cento dei mezzi pubblici, le Linee Esatte, diffuse soprattutto in periferia in cui gli orari dei passaggi vengono indicati a ogni fermata, e quelle notturne, attive da mezzanotte alle 5,30 del mattino, i viaggiatori devono resistere tra i 26 e i 47 minuti.
Le carenze registrate nei collegamenti urbani di superficie sono appena compensate dalle 3 reti di treni che dalla Capitale si irradiano al di fuori dei suoi confini verso alcune direzioni strategiche. Si tratta delle ferrovie Roma-Lido, Roma-Viterbo e Roma-Giardinetti, concepite per garantire un collegamento continuo ai numerosi lavoratori provenienti dai comuni limitrofi e dalle altre province del Lazio.
Lunga 28,359 chilometri e composta da 13 fermate, per un percorso complessivo di 37 minuti, la tratta che parte dalla stazione di Porta San Paolo e arriva all’estremo limite meridionale della località balneare di Ostia Lido ha accolto e trasportato nel 2011 33.627.697 passeggeri. Grazie ai suoi 41 treni e a un’attività quotidiana che inizia alle 5,08 per concludersi alle 23,30, i tempi di attesa nei giorni feriali variano dagli 8 ai 15 minuti, che divengono 30 la domenica. Molto più estesa, anche se meno utilizzata, è la ferrovia che collega la Città Eterna al capoluogo della Tuscia, e che copre l’intero territorio centro-settentrionale della Regione.
Lunga 101,885 chilometri distribuiti in 40 fermate, per un tempo di percorrenza complessivo che sfiora le 3 ore, la Roma-Viterbo comincia il servizio alle 5,40 per terminarlo alle 22,40. Grazie a un parco di 26 treni, i 10.899.769 viaggiatori registrati nell’ultimo anno possono contare su un periodo medio di attesa compreso tra gli 8 e i 20 minuti, 30 nei giorni festivi. La tratta più breve è costituita dalla ferrovia che dalla Capitale arriva alla stazione Giardinetti, o Pantano, situata a Sud della Via Casilina e a poca distanza dall’Università e dal Polo medico-scientifico di Tor Vergata. Articolata lungo un percorso di 9,03 chilometri e di 19 fermate, coperto abitualmente in 31 minuti dai 29 treni disponibili, la rete viene attivata alle 5,30 e chiude alle 22,30. Per gli 8.406.924 passeggeri annui il tempo richiesto per il passaggio dei vagoni oscilla fra i 5 e i 12 minuti.
Ma è considerando le dimensioni e la distribuzione della metropolitana che il paragone tra la Città Eterna e la altre grandi capitali europee diviene impietoso. Confrontata con la loro organizzazione ramificata grazie a decine di direttrici che raggiungono ogni punto significativo della città, e con il volume di viaggiatori che ogni anno oscillano tra 500 milioni e oltre 1 miliardo, la realtà capitolina appare provinciale e periferica. E fatica perfino a offrire ai 344.727.864 viaggi di cittadini, lavoratori e turisti che hanno utilizzato i suoi treni nel 2011 un livello qualitativo accettabile, a causa del cronico sovraffollamento delle carrozze nelle ore di punta e dei guasti ricorrenti ai propri impianti.
La Linea A Anagnina-Battistini, che collega la zona nord-occidentale della Capitale al suo confine sud-orientale e alle vie di comunicazione con l’area dei Castelli, è attiva dal 1980 e si estende per più di 18 chilometri con un complesso di 27 fermate, due delle quali di interscambio con la rete ferroviaria. Le attività dei suoi 33 treni, che impiegano mediamente 41 minuti per completare l’intero tragitto, prendono avvio alle 5,30 e terminano alle 21. Ma il sabato l’orario di conclusione del servizio si allunga fino all’1,30. Il tempo necessario per attendere l’arrivo dei vagoni metropolitani oscilla fra i 2,50 e i 5 minuti, tra giorni feriali e festivi in periodo invernale ed estivo. La Linea B, la più antica della Capitale visto che opera dal 1955 tra la fermata Laurentina nella zona meridionale e la stazione Termini, nel 1990 è stata rinnovata e prolungata fino all’area di Rebibbia, per essere completata recentemente con la creazione del tratto B1, che opera tra Piazza Bologna e il confine nord-orientale della città situato vicino Piazza Conca d’Oro. Fino al momento dell’apertura di questa prima diramazione nella rete di collegamento sotterraneo di Roma, la direttrice B appariva speculare alla Linea A. Lunga oltre 18 chilometri per 22 fermate complessive, quattro delle quali in connessione con le arterie ferroviarie, dispone di 38 treni in grado di collegare i due capolinea in 34 minuti. Se rispetto alla sua “gemella” la copertura del servizio è più ampia, dalle 5,30 alle 23,30 dal lunedì al giovedì e la domenica, e fino all’1,30 il venerdì e il sabato, il tempo medio richiesto per aspettare il passaggio dei vagoni è sensibilmente più lungo, ed è compreso tra i 3,50 e gli 8,30 minuti.
A raffigurare in modo plastico l’arretratezza e l’immobilismo che caratterizzano la rete metropolitana capitolina è l’incertezza persistente nei tempi di completamento e di apertura della Linea C. Un termine che quattro anni fa il primo cittadino di Roma, Gianni Alemanno, aveva fissato nel 2018. Al centro di un progetto concepito a metà degli anni Novanta e prevista dal nuovo Piano Regolatore Generale approvato dal Consiglio comunale nel 2008, la terza metropolitana romana dovrebbe attraversare la città da Nord-Ovest a Sud-Est, partendo da Piazzale Clodio e giungendo nel quartiere Pantano, al confine con il comune di Montecompatri. La realizzazione del tracciato, lungo 25,5 chilometri e articolato in 30 fermate, raddoppierà l’estensione della rete oggi esistente.