La torcia olimpica attraversa Londra che per un giorno dimentica la crisi

La torcia olimpica attraversa Londra che per un giorno dimentica la crisi

LONDRA – Il 2 settembre 1666 un incendio divampò nella bakery di Thomas Farriner, un oscuro fornaio che sarebbe rimasto tale se dalla sua panetteria l’incendio non si fosse esteso a buona parte della città di Londra, bruciando per tre giorni e incenerendo più di tredicimila case. Tutte le cinquantuno chiese cittadine furono distrutte o irrimediabilmente danneggiate e i londinesi, nonostante settantamila abitanti su ottantamila fossero rimasti senza casa, si disposero immediatamente a ricostruirle una a una. Sulle ceneri della vecchia chiesa di Saint Paul tirarono su la nuova cattedrale, il secondo edificio di culto del mondo in quanto a dimensioni, seconda solo alla Basilica di San Pietro in Vaticano.

Stamattina il fuoco ha attraversato Londra di nuovo, arrivando fino a Saint Paul. «La torcia olimpica è stata dappertutto – ci dice un avvocato d’affari che lavora a due passi da qui – anche dalla Regina, ovunque. Qui siamo in piena recessione – aggiunge – e l’atteggiamento di tutti è stato un po’ cinico verso le olimpiadi negli ultimi tempi. Eppure siamo qui, guarda quella fiaccola: non significa nulla eppure significa qualcosa».

Ieri gli inglesi hanno visto confermarsi il dato di crescita negativo per il terzo trimestre consecutivo. I dibattiti sulla spesa pubblica, argomento molto sensibile qui, e sulla stagnazione economica hanno affievolito in parte l’eccitazione per l’avvicinarsi dell’inizio dei giochi olimpici. Eppure stamattina erano centinaia per le strade, stretti attorno ai landmarks della città, stretti attorno a Saint Paul, come durante la seconda guerra mondiale, quando i londinesi dormivano sul tetto della cattedrale per essere pronti a spegnere le fiamme causate dai bombardamenti incendiari dei tedeschi.

La tenacia degli inglesi ha incontrato spesso la storia, mutandone il corso. Per due settimane il mondo si ferma dove la storia si è fermata più volte. Da domani, come recita il motto di questa Olimpiade, Londra proverà a ispirare una generazione.

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