Spending review: il governo riforma le authority, ma il risparmio è poco

Spending review: il governo riforma le authority, ma il risparmio è poco

Avvertenza: Nel corso della procedura di conversione in legge del decreto sulla spending review (Dl  n.95 del 6 luglio 2012, v. art.13), le Camere hanno fatto un passo indietro rispetto a quanto originariamente previsto dal governo Monti, che puntava ad accorpare i compiti di Isvap e Covip. All’Ivarp è stata tolta la competenza sui fondi pensione, che rimangono quindi sotto la vigilanza della Covip, mentre è rimasto immutato l’assetto organizzativo della nuova autorità che succede all’Isvap.La legge di conversione 135/2012, approvata il 7 agosto, ha anche stabilito anche che il nuovo istituto di vigilanza assumerà la denominazione di Ivass, Istituto di vigilanza per le assicurazioni.

Dopo anni di attesa, è arrivata la riforma degli istituti di vigilanza sulle assicurazioni private e i fondi pensione. Dopo anni di attesa, è arrivata la riforma degli istituti di vigilanza sulle assicurazioni private e i fondi pensione. La novità è contenuta nel decreto sulla spending review: nasce l’Ivarp, Istituto di vigilanza sulle assicurazioni e il risparmio previdenziale, per accorpamento fra Isvap Covip.

Ufficialmente il governo ha deciso di agire per ragioni connesse al taglio dei costi, stimato al 10%. In realtà, le motivazione sembrano tutt’altro che economiche. Non tra le ultime, rimane il dubbio che, mentre si gonfiava lo scandalo Ligresti che ha investito la Fondiaria Sai, uno dei più importanti gruppi assicurativi italiani, le pressioni per una revisione dell’architettura dei sistemi di vigilanza assicurativi e dei fondi pensione siano diventati tali da spingere inevitabilmente alla riforma.

Che cosa è l’Ivarp 

– L’Ivarp nasce dall’accorpamento di Isvap (vigilanza sulle assicurazioni) e Covip (vigilanza fondi pensione)
– L’Ivarp è dotata di personalità giuridica di diritto pubblico; l’istituto opera sulla base di autonomia organizzativa, finanziaria e contabile. L’istituto trasmette annualmente al Parlamento e al Governo una relazione sulla propria attività, ed opera in stretto coordinamento strategico con la Banca d’Italia
– Organi dell’Ivarp: presidente, consiglio, direttorio Integrato
– Il presidente è il direttore generale della Banca d’Italia
– Il consiglio è formato dal presidente e da due consiglieri proposti dal governatore della Banca d’Italia di concerto con il ministro dello Sviluppo economico. Al consiglio spetta l’amministrazione generale dell’istituto.
– Il direttorio integrato è il direttorio della Banca d’Italia integrato con i due consiglieri. A esso spettano l’attività di indirizzo e la competenza ad assumere i provvedimenti aventi rilevanza esterna relativi all’esercizio delle funzioni istituzionali in materia di vigilanza assicurativa

Il progetto di chiusura dell’Isvap ha una storia lunga. I primi progetti furono presentati da Frattini nel 2004, pieno governo Berlusconi, ripresi poi nel 2007 dal governo Prodi. La volontà di ristrutturare il sistema della vigilanza era, e rimane, trasversale a tutte le forze politiche.

«C’è un vantaggio economico sull’organizzazione» spiega il professor Giampaolo Gabbi, Università di Siena, ma anche «un aumento dell’efficienza data da un osservatorio unico di soggetti intrecciati, se non addirittura sovrapposti». Se da una parte, infatti, la specificità della vigilanza di un ente permette maggiore focalizzazione negli ambiti di competenza, dall’altra il modello integrato, secondo alcuni approcci, è più efficiente. Il caso inglese segue questa linea: da una parte abbiamo la Bank of England per il sistema bancario, dall’altra l’Fsa per tutti gli altri settori d’intermediazione. Di questo stesso avviso è il professor Giuseppe Corvino, Università Bocconi: rivolgendo, infatti, poca attenzione alla questione economica, parla di un accorpamento che «semplifica gli adempimenti a carico dei soggetti vigilati e che porta ad evitare contrasti tra norme in materie affini».

Una ragione deriva dalla dinamica europea: «Anche le altre nazioni europee si stanno attrezzando per un’unica struttura di vigilanza assicurativa e previdenziale» dice a Linkiesta il professor Angelo Cremonese, Università Luiss, «quindi seguire questa dinamica di trasformazione è sicuramente da lodare». È una metamorfosi che abbraccia anche i nostri vicini francesi e tende verso il sistema anglosassone.

La Banca d’Italia coprirà un ruolo fondamentale nella nuova architettura: non solo il Presidente dell’Irvap coincide con il Direttore Generale della BdI, ma è creato il Direttorio integrato dal Direttorio della banca a cui si aggiungono i due consiglieri, «scelti tra persone di indiscussa moralità ed indipendenza oltre che di elevata qualificazione professionale in campo assicurativo, nominati con decreto del Presidente della Repubblica, previa delibera del Consiglio dei Ministri, ad iniziativa del Presidente del
Consiglio, su proposta del Governatore della Banca d’Italia e di
concerto con il Ministro dello sviluppo economico. L’organo avrà competenza su indirizzo e direzione strategica, competenza nell’assumere «i provvedimenti aventi rilevanza esterna relativi all’esercizio delle funzioni istituzionali in materia di vigilanza assicurativa e previdenziale»: avrà potere decisionale su qualsiasi attività che si discosti dalla funzioni già affidate a Isvap e Covip. Diventa chiaro che la Banca d’Italia non sarà solo una colonna portante della nuova struttura, ma sovrintenderà il nuovo istituto. «Su questo punto» spiega il professor Corvino «occorre fare attenzione che rimanga sempre un rapporto paritetico tra le autorità di vigilanza di ogni settore, evitando che una sia più influente delle altre: solo così si possono evitare possibili effetti distorsivi sulla stabilità e sulla crescita del complessivo sistema finanziario italiano». E la posizione di preminenza della Banca d’Italia? «È comunque giusto che ci sia un responsabile ultimo di alto livello nelle decisioni delle authority. Prima mancava, creando difficoltà nel giungere a decisioni condivise laddove richieste».

Anche il professor Cremonese loda la scelta: «E’ un’ottima cosa» dice «La Banca d’Italia vanta una cultura e una tradizione di vigilanza consolidate, qualità importanti nell’ambito assicurativo e pensionistico». E il controllo che avrà la Banca d’Italia sull’Ivarp è da vedersi in una dinamica di medio termine: la vigilanza bancaria, infatti, si sposterà in contesto europeo quando una parte consistente della BdI passerà alla Bce, creando un coordinamento di vigilanza a livello sovranazionale. Una motivazione, quindi, di efficienza strutturale.

E alla luce di questo, come si sarebbe evoluto il caso Fon-sai in un sistema simile? E perché la riforma ora e non prima, nonostante l’ambiente politico fosse favorevole? Da otto anni a questa parte, la richiesta per la chiusura dell’Isvap è stata trasversale a tutte le forze politiche. Il continuo annuncio di chiusura con successivo rimando, come spiega ancora il professor Corvino, non faceva che indebolire la capacità d’intervento dell’istituto, privandolo di quella autorevolezza data dal sostegno del mondo politico-istituzionale, necessaria per utilizzare il principale strumento a disposizione di qualsiasi authority: la moral-suation.

Fon-sai potrebbe aver dato il colpo decisivo perché il meccanismo si mettesse in moto? Non è dell’avviso il professor Cremonese, che parla di crisi circoscritte e dell’impossibilità d’intervenire sempre con efficienza e tempestività alla base dei problemi, sollevando l’Isvap dalle accuse ed escludendo questa ipotesi. Una fonte sindacale dell’Isvap, invece, ci dice che sì, potrebbe aver dato un’ulteriore spinta; spiega, però, che probabilmente non è stata una causa sufficiente, data la diffusa e consolidata volontà politica dell’atto e rivolgendo una maggiore attenzione alla scadenza del mandato da Presidente e Direttore Generale Isvap, Giancarlo Giannini, scadenza che avrebbe lasciato un vuoto favorevole ad una riforma definitiva.

Restano, comunque, tutti concordi nell’affermare che la supervisione della Banca d’Italia sulla nuova autorità di vigilanza renderà più efficiente e funzionante la vigilanza sui mercati d’intermediazione potendo, magari, evitare eventuali scandali in futuro.