Coppia d’argento nel canottaggio: la Federazione non li voleva a Londra

Coppia d’argento nel canottaggio: la Federazione non li voleva a Londra

Chiamatela pure la medaglia abusiva perché l’argento di Alessio Sartori e Romano Battisti nel doppio senior alle Olimpiadi di Londra non era “prevista” dalla Federazione. La loro presenza ai Giochi non era contemplata nel progetto del direttore tecnico Giuseppe De Capua. Loro però hanno deciso di giocarsi ugualmente questa possibilità sollecitati dal tecnico Franco Cattaneo.

Mentre la nazionale si ossigenava a Livigno, loro da soli tra Sabaudia e Piediluco. Mesi di intensi allenamenti. Qualificazione staccata al ripescaggio di giugno di Lucerna. E zitti, zitti, i due pontini sono sul podio di Eton Dorney. Poi però la pietra dalla scarpa se la sono tolta. Dichiarazione a fine gara: «Noi ci abbiamo sempre creduto: siamo un equipaggio di un gruppo sportivo, le Fiamme Gialle. Per la federazione non eravamo adatti a questo livello…».

Uno è un veterano, Alessio Sartori, nato Borgo Hermada (Latina) il 13 novembre 1976, in nazionale ininterrottamente dal ’92. È alla quinta partecipazione olimpica, quarta finale: oro in quattro di coppia a Sidney 2000 e bronzo ad Atene 2004. Il canottaggio è la vita di Sartori. La federazione internazionale lo ha incoronato nei 10 più forti atleti al mondo nel 2011. Inizia l’attività sportiva a 12 anni spinto dal fratello Leonardo, anche lui canottiere, dopo aver disputato un paio di gare di atletica e ben presto raggiunge grandi risultati con la vittoria del Mondiale Junior in singolo nel 1994. Nello stesso anno il successo nel quattro di coppia assoluto a Indianapolis: un’impresa da guinness dei primati, ballare sul tetto del mondo due volte in una sola estate.

Ad appena 15 anni, nel 1992, partecipa al primo mondiale Junior pur appartenendo ancora alla categoria inferiore (ragazzi) e nel doppio manca la medaglia per pochi decimi, giungendo quarto. Pane, canottaggio e vita familiare visto che quando si sposa con Monica (oggi è papà di Matteo e Leonardo) appende il remo al chiodo per un anno: «La vita matrimoniale comporta responsabilità e non ci si può più allenare ad altissimi livelli». È per tutti il «gigante buono» del canottaggio con i suoi 2 metri e 2 centimetri di altezza per i 100 chili di peso.

Quando Alessio, all’età di quasi 24 anni, coronava il sogno che ogni sportivo insegue sin da bambino, la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Sydney 2000 nel quattro di coppia, Romano era poco più di un ragazzino. Era seduto davanti alla TV a osservare le gesta di Agostino Abbagnale, Rossano Galtarossa, Simone Raineri e di colui che dodici anni dopo sarebbe diventato il suo compagno d’avventura alla sua prima esperienza olimpica. Quel giorno pensò: «Come è facile vincere in questo sport!». Subito dopo si interessò grazie a un amico che praticava canoa. Andò a Sabaudia e iniziò con la Forestale insieme a Vittorio Altobelli. Prima gara in doppio con un ragazzo che non c’è più: «Ultimi, staccati, ci prendevano in giro tutti». Dice di lui Sartori: «È nervoso, rompiscatole e sempre lento in tutto ciò che fa!». Australia il paese del sogno, Jovanotti l’artista e il marchese del grillo il film. Una medaglia con la morte nel cuore. Il duo Sartori-Battisti ha partecipato alle Olimpiadi di Londra con la figura di Gaetano Bellantuono, il loro “papà” sportivo negli occhi. Guida del Gruppo Sportivo delle Fiamme Gialle per 24 anni scomparso recentemente. 

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