La Finlandia sta discutendo i collaterali a garanzia del piano di aiuti all’Italia. A rivelarlo è la testata pubblica finnica YLE. Per farlo, Helsinki ha inviato a Roma il segretario di Stato agli Affari europei Kare Halonen e il sottosegretario alle Finanze Martti Hetemaeki, che dovrebbero iniziare oggi i loro appuntamenti istituzionali. Gli incontri fra i funzionari finlandesi e quelli italiani sono stati confermati a Linkiesta da fonti diplomatiche della Farnesina. Non sono stati tuttavia forniti altri dettagli. Ma come rivelato da YLE (ripreso da un analista finanziario italiano), al centro della discussione ci sono le condizioni per gli aiuti che arriveranno nei prossimi mesi. Fra queste, l’eventuale emissione di covered bond (proprio come fatto dalla Finlandia negli anni Novanta) e la presenza di adeguati collaterali per la Finlandia, una sorta di fidejussione che Roma dovrà sottoscrivere per ottenere il benestare di Helsinki.
Sta per iniziare la fase finale della negoziazione per la richiesta di sostegno, almeno secondo la Finlandia. L’Italia, non appena saranno svelate le possibili modalità d’azione della Banca centrale europea, dovrà decidere cosa fare. Ma intanto, Helsinki non vuole sorprese. È per questo che ha mandato due alti funzionari per verificare i progressi dell’esecutivo guidato da Monti. È il secondo meeting nell’arco di poche settimane. Il precedente incontro era finito con sorrisi, strette di mano e abbracci. Il vertice di un mese fa tra il presidente del Consiglio Mario Monti e il premier finlandese Jyrki Katainen si era infatti concluso nel migliore dei modi, secondo Palazzo Chigi. A tal punto che lo stesso Monti aveva ribadito l’importanza che «la Finlandia abbia condiviso la nostra idea che i mercati non stiano riconoscendo i progressi fatti dall’Italia».
Eppure qualcosa era già nell’aria. L’idea di base è sempre la stessa. La Finlandia è disposta a sostenere l’Italia, come anche altre nazioni nel caso ce ne sia bisogno, ma vuole qualcosa in cambio. «I collaterali a garanzia possono essere tanti: dagli asset immobiliari alle partecipazioni azionarie», spiega a Linkiesta un diplomatico italiano. Al fine di accedere ai fondi European financial stability facility (Efsf) e European stability mechanism (Esm), l’Italia potrebbe essere quindi costretta a cedere (in via temporanea) parte della propria ricchezza. Un pegno, come lo ribattezza YLE. «È una richiesta legittima, nel caso si tratti di ingenti somme. Ma non ci sono dettagli o indiscrezioni su cosa verteranno nello specifico gli incontri dei funzionari finnici», continua il diplomatico.
In giugno era emersa la presenza di tre diversi scenari ipotizzati dal Tesoro italiano per i prossimi mesi. Il più significativo nel medio-termine, anche valutando l’attuale congiuntura dell’eurozona, era il secondo. Come rivelava a Linkiesta un alto funzionario di Via XX Settembre, «nel caso a fine settembre il rendimento dei titoli di Stato italiani a dieci anni fosse ancora a ridosso del 6% o superiore, le già serie difficoltà nel rifinanziamento italiano potrebbero diventare insormontabili». Attualmente, il Btp decennale italiano registra sul mercato obbligazionario secondario un tasso d’interesse intorno quota 5,75 per cento. Complici le poche aste di bond in agosto e le aspettative sulle promesse di un’azione della Bce fatte da Draghi, il rendimento è calato. Ma come ha ricordato Citigroup nel suo outlook per la seconda parte dell’anno, è possibile che il tasso d’interesse dei Btp decennali torni sopra il 6% entro pochi giorni una volta che la Spagna chiederà un intervento di sostegno ai fondi Efsf e Esm.
In quel caso, ricordava la fonte del Tesoro italiano, «è possibile che si avvii un programma di monitoraggio da parte di entità esterne, con un eventuale supporto finanziario per reggere l’urto del fly-to-quality e dei downgrade del rating sovrano». In altre parole, ciò che si sta negoziando ora. L’attivazione dello scudo anti-spread, come è stato ribattezzato, prevede la firma di un memorandum d’impegni. Questa è una delle poche certezze presenti. Del resto, lo ha ribadito più volte il presidente dell’Eurotower, Draghi. All’interno del memorandum è possibile che si inseriscano clausole specifiche, con riferimenti espliciti ai collaterali dati a garanzia. Proprio quelli che sta trattando la Finlandia.