Portineria MilanoI ciellini orfani vogliono Vittadini in politica

I ciellini orfani vogliono Vittadini in politica

Rimini – Quando glielo chiesero in un’intervista, Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà e architetto del Meeting di Rimini, rispose così. «Io in politica? Piuttosto sparatemi». Eppure, durante questa kermesse 2012 orfana di leader, il popolo di Comunione e Liberazione deluso dalla politica berlusconiana e sospettosa di quella dei cosiddetti banchieri, sembra iniziare a guardare proprio a Vittadini come possibile battitore libero. Gliel’hanno già chiesto in tanti, anche se lui come al solito tira dritto. 

«Non lo farà mai, ma potrebbe essere la persona giusta. Ha contatti internazionali di livello, come con Tony Blair, gode della stima del governo Monti, ha già detto più volte no a Berlusconi. Ha apertura a destra come a sinistra. Sarebbe il nostro Forrest Gump…», spiega un ciellino di peso che preferisce l’anonimato per non destare le ire «del Vitta» (come qualcuno ama chiamarlo), che su queste cose «s’incazza sempre come una bestia».

Daltra parte, a guardare la Fiera di Rimini del 2012 da vicino, parlando con i ragazzi, con i volontari che sin dalla mattina si fanno in quattro per l’organizzazione di questo grande evento, si percepisce uno smarrimento soprattutto politico. «Della politica non mi fido, non la seguo, per me c’è solo Don Giussani, lo studio e il movimento. Sono sopra tutto», chiosa uno di loro, maglietta blu di ordinanza, appena ventenne, mentre consegna i programmi con sopra riportati tanti eventi che caratterizzano il Meeting di quest’anno. «Vittadini? Mi piacerebbe sapere quali idee ha, lo ascolterei con molto piacere. Resta un grandissimo», aggiunge.

Non è un caso che Antonio Socci, giornalista cattolico molto vicino al centrodestra, strenuo difensore di Silvio Berlusconi e del segretario pidiellino Angelino Alfano, abbia scritto sul suo blog un attacco mirato proprio contro Vittadini, dal titolo “Ma il cuore di Cl non batte per i banchieri”. «Ma Giorgio Vittadini è diventato papa all’insaputa di tutti?» scrive il giornalista cattolico. «Il dubbio mi è venuto domenica quando al Meeting di Rimini ha usato il “plurale majestatis” per incensare Monti: “ci sentiamo in profonda sintonia con quel che sta facendo il governo».

È l’ennesima dimostrazione che, a fronte dell’entusiasmo giovanile, le anime cielline sono infermento. Ma come qualcuno qui a Rimini spiega, «non è chiaro dove Socci voglia andare a parare. Questo vuol dire che l’esperienza politica dentro Cl è finita? Oppure Socci non ha colto il “noi” di Vittadini, un plurale che arriva da lontano, dall’anno scorso per l’esattezza, quando da queste parti ci arrivò il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Cl sta attraversando una fase nuova, lontana dagli schemi dei partiti politici e finalmente dal berlusconismo: questo forse Socci non l’ha capito».

In questi giorni dove il sole e il caldo insieme battono il record di quasi 35 gradi all’ombra, anche Cl è in fiamme. Lo si capisce appunto dalle polemiche interne, da un Roberto Formigoni, presidente di regione Lombardia, che continua a insistere sul fatto che «in tanti lo hanno applaudito». E si potrebbe dire, dato il contesto, che ci mancherebbe altro.
O da un Maurizio Lupi che non era presente oggi al pranzo organizzato dal quotidiano online Sussidiario.net, insieme proprio con Vittadini e gli europarlamentari Antonio Tajani, Mario Mauro e Carlo Fidanza: qualcuno aggiunge che persino il tradizionale incontro di ReteItalia dove Lupi era protagonista indiscusso è saltato.

C’è in sostanza un malumore cocente nei confronti della politica, tra gli stessi militanti di Comunione e Liberazione. A destra come a sinistra. Pierlugi Bersani, segretario del Pd, non è stato invitato. E solo venerdì si vedrà qualche faccia democratica. Alcuni militanti non vogliono neppure rispondere quando si domanda loro delle polemiche di Famiglia Cristiana («Al Meeting si applaudono i potenti»ndr) o delle vacanze in barca a spese di Piero Daccò di cui avrebbe giovato il Celeste «Ha già risposto Don Julian Carron, ci affidiano a lui», ci spiegano due ragazzi che di politica proprio non hanno voglia di parlare. «Vittadini? Ascolteremo quello che ha da proporre», tagliano corto. 

Carron, il successore di Don Giussani, lo ha spiegato oggi in un’intervista al quotidiano del Meeting Primo Piano, ribadendo quello che aveva già scritto su Repubblica il primo maggio scorso, nel pieno degli scandali su Formigoni. Questo uno dei passaggi più importanti: «Se il movimento di Comunione e Liberazione è continuamente identificato con l’attrattiva del potere, dei soldi, di stili di vita che nulla hanno a che vedere con quello che abbiamo incontrato, qualche pretesto dobbiamo aver dato».

Ebbene Carron ritorna ancora sui suoi passi nell’intervista: «Riscriverei la lettera a Repubblica. La mia lettera era un grido a liberarci da questi falsi infiniti per vivere con tutto il respiro per cui siamo fatti». In buona sostanza, come già sostenuto da Vittadini in diverse interviste e in svariati articoli, la vecchia politica berlusconiana, «con la possibilità di una candidatura del loro vecchio leader», deve restare alle spalle.

«Sbagliare è umano», ci dice Luca Tondinelli, giovanissimo volontario, mentre il suo amico invece continua a difendere Formigoni: «Lo stimavo prima, lo stimo anche adesso». Ma in questo Meeting alla ricerca di leader, dove pure Corrado Passera, vecchio amico del popolo di Don Giussani, non ha scaldato i cuori dei presenti, potrebbe essere proprio Vittadini il nome nuovo su cui puntare.

Durante le consultazioni tra Napolitano e Mario Monti per la formazione del governo in novembre, era saltato fuori anche il suo nome tra quelli dei possibili ministri. «Non ha mai chiesto niente Giorgio», precisa un’altra persona che lo conosce bene. Ma forse ora è proprio Cl a volersi puntare su di lui.  

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