Martina Grimaldi salva l’onore del nuoto azzurro. Ma niente piscina, la medaglia è arrivata da Hyde Park, nel mitico Serpentine, bronzo nella 10 km in acque libere. Sul podio, lei: Martina Grimaldi, “buttata” in acqua a tre anni e da allora non ne è uscita più. Bolognese, ventiquattro anni il prossimo 19 settembre, si allena in piscina e vince in mare, o in lago, ma a una condizione: che l’acqua sia fredda. Già, perché la giovanissima felsinea nelle acque calde proprio non ci sa stare. E quando non è in acqua frequenta l’università, studia, esce con gli amici, legge, ascolta musica e all’occorrenza fa anche un po’ di shopping.
Non è wonder woman, anche se quello che fa lei in pochissimi sarebbero in gradi di ripeterlo. Bionda, carina, scaramantica a anche un po’ narcisa, preferisce gli scatti alla Pellegrini ai reality show, ma non scambierebbe le due vite né un podio olimpico per una copertina patinata. Ma cos’è il nuoto in acque libere? «Un po’ diverso da quello in piscina. Da noi prendi le botte stai attento alle correnti, alle onde, al mare mosso», risponde. E c’è anche qualcuno che mantiene la concentrazione cantando.
Una ragazza della porta accanto che si alza alle 7, fa colazione, va in piscina per allenarsi due ore e mezza, torna a casa, mangia, poi ancora in piscina fino alle 16.30. E tra un allenamento e l’altro fa anche intervenire Striscia la Notizia per salvare la sua piscina, unica a Bologna da cinquanta metri e a rischio chiusura. Ascolta Vasco, legge Stefano Benni, fa le vasche in acqua e sotto i portici di Bologna, la città che ama, per divertirsi con le amiche.
Un sogno al di fuori del nuoto: laurearsi in scienze statistiche. Già, perché la sua vita prosegue negli studi all’Università. Una vita normale fatta anche di ore passate sui libri, nonostante ora si sia concessa un anno sabbatico. Ventiquattro anni e un palmares da fare invidia: un argento (Shanghai 2011) e un bronzo (Roma 2009) ai mondiali, un oro (Canada 2010) ai mondiali in acque libere, un oro (2011) ed un argento (2008) agli europei. E anche due incontri particolari. In occasione di una premiazione a Bologna raccontò: «A Pechino mi sono ritrovata a tavola con Leo Messi e Yao Ming. A Londra mi piacerebbe avere la possibilità di incontrare Bolt. È un personaggio che mi affascina. Dovrei essere più attratta dai maratoneti? So la fatica che fanno, mi basta». E intanto macina chilometri su chilometri in acqua, ma con lei vietato di parlare di obiettivi. È una delle atlete più scaramantiche del lotto azzurro. Lo sa e non fa nulla per negarlo. Forse il fatto che sia tesserata per la Fiamme Oro Napoli qualcosa conta.