C’era un gran fermento negli uffici della Alessandro Proto Consulting di Lugano la mattina del 16 novembre del 2011. La notizia dell’arresto del faccendiere Piero Daccò il giorno prima, non era stata delle migliori per Alessandro Proto, l’intermediario finanziario e immobiliare titolare dell’omonima S.A, società anonima.
Conosciuto per aver venduto ville ai vip di Hollywood, a Piazza Affari Proto si è fatto notare per una serie di dichiarazioni su titoli di società quotate. A più riprese ha comunicato di aver rilevato partecipazioni in Unicredit, Tod’s, Fiat, Mediobanca, Rcs, Finmeccanica e, da ultimo, in Fondiaria Sai e L’Espresso. Acquisti rimasti avvolti nel mistero (sotto il 2% non vi è obbligo di comunicazioni ufficiali alle autorità di controllo) e sui quali la Consob sta già da tempo conducendo degli accertamenti. Il giornalista Cesare Lanza, da sempre vicino a Berlusconi, lo ha addirittura paragonato al banchiere Enrico Cuccia.
In quei giorni di metà novembre, però, era appunto finito in manette Daccò, il consulente al centro delle indagini sul fallimento dell’ospedale San Raffaele, accusato di aver creato fondi neri all’estero con il sistema delle sovraffatturazioni. Un’indagine che attraversa tutta la sanità lombarda, toccando diversi esponenti del Popolo della Libertà, e dove compare anche Roberto Formigoni, il presidente di Regione Lombardia.
Proprio sui rapporti tra Daccò e Proto è pronta a fare luce laProcura di Milano, che ha trovato una «gola profonda», forse in grado di aiutare a fare luce sui presunti coinvolgimenti dell’intermediario milanese nelle vicende oggetto delle indagini.
Proto, stando alla pista che interessa alla procura, conosceva bene Daccò. I due si sarebbero incontrati spesso a Lugano insieme, oltre che con lo stesso Formigoni, anche con Giancarlo Grenci, titolare di un’altra fiduciaria, la Norconsulting. Quest’ultima – come risulta dai verbali – avrebbe gestito dal 2009 anche i conti della Fondazione Maugeri, altro filone delle indagini condotte dai pm Laura Pedio e Luigi Orsi dove compare pure l’ex assessore alla Sanità Antonio Simone, anche lui in carcere. Proprio Grenci, il grande accusatore di Formigoni, ha raccontato nei mesi scorsi ai magistrati dell’ingente flusso di denaro, circa 400 milioni di euro, che sarebbero passati per le casse della sua società.
Così, il 16 novembre, saputo della notizia dell’arresto, Proto decise di inviare una mail a tutti i dipendenti della sua filiale di Lugano per avvertirli che era accaduto «un avvenimento a un nostro cliente. Qualsiasi persona si presenti in ufficio a nome del Signor Daccò non deve essere ricevuta se non dal sottoscritto che deve essere avvisato immediatamente».
Come già ipotizzato nel corso delle indagini, ci sarebbero fiduciarie che avrebbero riciclato denaro in Svizzera per conto di Comunione e Liberazione. Lo hanno riportato diversi quotidiani nelle scorse settimane, dopo la pubblicazione di alcuni verbali di interrogatorio, tra i malumori della massoneria di Lugano (Loggia Il Dovere) e degli esperti di finanza vicini al movimento fondato da Don Giussani. Ma l’eventuale faro su Proto potrebbe ampliare ancora di più il raggio di azione della procura milanese.
Del resto, l’ex venditore di enciclopedie Garzanti che cambiò vita quando ne vendette una al numero uno di Mediolanum Ennio Doris, ha avuto negli anni appunto un rapporto molto stretto con Banca Arner, l’istituto di credito dove hanno i conti Piersilvio e Marina Berlusconi.
Nella palazzina di via Lavizzari al 4, a Lugano, la mattina di quel 16 novembre, c’è dunque molto nervosismo. Del resto – secondo quanto sostiene ancora la «gola profonda» – in quegli uffici Proto avrebbe incontrato Daccò, Grenci e Formigoni. Ma pure Antonio Mafezzoni, altro esponente della Norconsulting. Sta di fatto che, dopo la notizia degli arresti e indagini in Lombardia, si registra un cambio repentino della struttura societaria di Proto.
Ai primi di gennaio del 2012 l’intermediario che fa della comunicazione un suo pallino, decide di smantellare l’attività della società a Lugano in quanto – ufficialmente – «non ritenuta più strategica». Lo comunica durante una riunione e poi singolarmente a tutti quanti. All’inizio dell’anno, però, i dipendenti lo vedono molto agitato, anche perché un giornalista di Servizio Pubblico gli scrive a gennaio per averlo in trasmissione come esperto «di esportazione di valuta italiana all’estero». Proto non la prende bene, anche se si rende disponibile per farsi sentire dalla trasmissione di Santoro.
Poi non se ne farà nulla. In una mail del 9 gennaio avverte: «Per tutti. Sono stato contattato da un giornalista di Servizio pubblico, per chi non lo sapesse è la nuova trasmissione di Santoro. Non è un buon segno, mi raccomando ancora a tutti. Se qualcuno vi contatta e non lo conoscete non date nessun tipo di informazione! Soprattutto per il San Raffaele».
A questo punto le cose dentro la Alessandro Proto Consulting cambiano. Il 28 marzo del 2012 la società non solo cambia statuto eliminando «la consulenza aziendale, assicurativa, finanziaria e immobiliare all’estero», ma modifica persino la sede e il nome, passando a Proto Organization. Si sposta a Chiasso, in piazza Indipendenza, con una semplice sede di rappresentanza.
Per capire l’importanza che potrebbe avere Proto nelle indagini sul San Raffaele, basta ricordare di quando la stessa Proto Consulting fece un’offerta per rilevare la Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor. Chi c’era dietro quell’offerta? Non si sa. L’unica cosa nota è il rapporto stretto con il Cavaliere. Quando aveva sede a Lugano, l’ex venditore di enciclopedie aveva seguito la vendita di Villa La Lampara a Cannes, per conto della famiglia Berlusconi.
Lui stesso ha confermato il suo rapporto con l’ex presidente del Consiglio in un’intervista al giornalista Giuseppe Chiellino del Sole 24 Ore, anche se ha sempre specificato di non conoscerlo di persona. Ha raccontato pure dei rapporti con Lele Mora e altri quattro personaggi vicini, a loro dire, al Cavaliere. In sostanza, Proto rappresenta una figura centrale in diverse operazioni finanziarie che hanno caratterizzato i salotti del capitalismo italiano negli ultimi anni, in particolare quelli vicini al centrodestra di Berlusconi.
Noto per aver venduto la villa a Clooney e aver trattato persino con i Beckham, nel 2011 è salito ancora una volta alla ribalta per aver investito in Endemol, la società di format televisivi che all’epoca gravitava ancora nell’orbita di Mediaset, piegata dai debiti per 2,8 miliardi di euro e pronta al fallimento. Ora ha annunciato che vorrebbe investire pure in Mediaset Premium. Staremo a vedere.
Questa la replica che abbiamo ricevuto dalla Proto Organization
In relazione all’articolo apparso oggi sul vostro sito Linkiesta dal titolo “MISTERO PROTO: AFFARI CON CL E INVESTIMENTI A PIOGGIA
Vi invito ai sensi dell’istanza in oggetto e del diritto di replica a voler pubblicare quanto di seguito riportato
«Quanto scritto nell’articolo pubblicato è totalmente falso, denigratorio nonchè fantasioso e folkloristico. Mi sono stupito che non abbiate scritto che l’attacco alle torri gemelle di New York non sia stato un regalo di compleanno di Bin Laden al sottoscritto, essendo io nato l’ 11 settembre.
Le informazioni riportate sono prive di fondamenta e di ogni logica. Non ho mai incontrato e mai avuto rapporti professionali o personali con i Signori Daccò e Formigoni e il Sig Grenci credo di averlo incontrato una volta nel 2010 lavorando egli per la Norconsulting che è una Società di consulenza domiciliata a Lugano e con la quale, probabilmente, ho avuto un paio di incontri con loro collaboratori ma per cose assolutamente estranee alle vicende da Voi riportate. Non ho mai venduto nessuna enciclopedia al Sig Ennio Doris, che non conosco, e non ho avuto e non ho alcun tipo di rapporto con Silvio Berlusconi, persona che stimo ma con la quale non ho mai avuto niente a che fare. La villa di Cannes non fa testo, rientra in altro contesto, inoltre non mi risultano procedimenti della procura di Milano nei miei confronti. Quanto da voi scritto è solo un guazzabuglio di notizie riprese dai giornali o da internet, assemblate in modo grottesco e illogico. Chiedo che venga pubblicata immediatamente, quale diritto di replica, questa mia risposta anticipandoVi che sarà mia premura tutelarmi nelle sedi opportune sia a livello civile che penale».