«No, non abbiamo bisogno di aiuto». Ancora una volta, questa volta a pranzo con il cancelliere tedesco Angela Merkel, il presidente del Consiglio Mario Monti ha reiterato che l’Italia può farcela da sola a uscire dalla crisi. È questo ciò che spiegano a Linkiesta gli sherpa di Palazzo Chigi. Non solo. Monti e Merkel, durante la conferenza stampa, hanno ribadito di essere d’accordo «su tutto». Eppure, rispondendo a una domanda di una giornalista italiana in merito a un’eventuale richiesta di aiuti da parte di Roma, il cancelliere tedesco ha rimarcato che l’Italia è indipendente e capace di prendere le decisioni migliori da sola. «Come in un coro, ognuno deve fare la propria parte senza esagerazioni».
In questo modo, uno degli sherpa di Monti spiega a Linkiesta lo spirito con cui il già Commissario europeo si è recato a Berlino. La crisi morde, divampa, si aggrava. La recessione limita i margini operativi del nuovo patto di bilancio europeo, il Fiscal Pact. La tensione sui debiti sovrani non lascia spazio alle incertezze. L’urgenza, alla luce di questo, è quella andare avanti con il processo di integrazione europea. È proprio per questo che Monti, appena tornato dalle vacanze, è tornato al lavoro per l’autunno europeo. Come lui, anche gli altri leader europei. Tensioni sui mercati obbligazionari, unione bancaria, riforma dei trattati, prossimi appuntamenti (a cominciare dall’Eurogruppo di settembre): la colazione di lavoro è servita per cercare un fronte comune. «L’unità è tutto, in questi mesi», spiega un funzionario italiano. Per ora, nessuna richiesta di sostegno da parte dell’Italia.
La Merkel, secondo quanto trapela, avrebbe però ricordato a Monti che il terzetto Banca centrale europea (Bce), European financial stability facility (Efsf), European stability mechanism (Esm) può essere pronto quanto prima. Questo nonostante la decisione sullo Esm sia legata alla decisione della Corte costituzionale tedesca, che arriverà il prossimo 12 settembre. E non è un caso che, sul finale della conferenza stampa, ci sia stato un momento d’impasse fra Monti e Merkel. Al momento di rispondere su una futura richiesta formale di sostegno dell’Italia, rivolta al presidente del Consiglio, questo ha guardato il cancelliere tedesco che, sorridendo, ha risposto per prima. «L’Italia è indipendente, abbiamo totale fiducia nel governo italiano», ha detto Merkel, lasciando poi spazio a Monti, che ha risposto sottolineando che non c’era più nulla da aggiungere. Non esattamente una rassicurazione formale. La road map verso l’uscita dalla crisi non è esente da sacrifici.
E come riferiscono fonti diplomatiche tedesche a Linkiesta, «fra i sacrifici ci sono anche le richieste di aiuti». Nessun riferimento all’Italia, né alla Spagna. Solo una presa di coscienza di quanto possa essere politicamente difficile, specie per un governo tecnico, rivolgersi ai leader europei per ottenere un sollievo sui mercati obbligazionari o nel processo di consolidamento fiscale. Proprio su quest’ultimo punto, in base a quanto è trapelato, Monti ha tranquillizzato la Merkel, sottolineando come la spending review sui vari livelli della Pubblica amministrazione stia andando avanti. Un capitolo a parte è stato invece quello sui rischi politici. Negli ultimi tre mesi le agenzie di rating Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch hanno messo in guardia gli investitori internazionali sul prossimo futuro politico dell’Italia. E oggi le indiscrezioni de La Repubblica su un possibile voto anticipato a novembre non sono passate inosservate. Il cancelliere tedesco ha chiesto rassicurazioni su tali voci, prontamente arrivate dall’inquilino di Palazzo Chigi. Nessun cambio di programma, elezioni in primavera. Il tutto con la speranza che nel mentre non ci siano esasperazioni nella bagarre politica italiana. Il progetto europeo va avanti, seppur con lentezza. Come riferiscono fonti governative italiane, la Merkel ha apprezzato molto l’editoriale che il numero uno della Bce, Mario Draghi, ha scritto oggi a settimanale tedesco Die Zeit.
Un commento, quello di Draghi, che arriva dopo le pesanti accuse del capo della Bundesbank, Jens Weidmann, che nei giorni scorsi, dalle colonne di Der Spiegel, ha paragonato gli acquisti di bond governativi da parte della Bce a una droga. L’intervento della Bce arriverà e sarà significativo. Ne è sicura anche la Merkel, ormai. Resta da vedere cosa si intende per significativo e come funzionerà il firewall dell’Eurotower. L’incontro fra Monti e Merkel è servito anche a fare il punto sulla visita del cancelliere tedesco in Cina. Domani infatti la Merkel inizierà la sua serie di incontri istituzionali a Pechino. Lo scopo? Fra gli altri, tranquillizzare gli investitori cinesi che hanno in portafoglio titoli dell’eurozona. Un’azione che, data la mancanza di certezze in merito al futuro dell’area euro, sarà difficile da portare a compimento.