Banca austriaca licenzia il 30% dei dipendenti italiani

Banca austriaca licenzia il 30% dei dipendenti italiani

Ancora pessime notizie sul fronte bancario e della sua tenuta occupazionale. Hypo Alpe Adria S.p.A., filiale italiana dell’omonimo gruppo austriaco con sede a Klagenfurt, si prepara infatti a tagliare quasi il 30 per cento del suoi attuali 403 dipendenti italiani. È quanto emerge da una lettera ai dipendenti datata 10 settembre e firmata dall’amministratore delegato Lorenzo Di Tommaso. Si tratta di un’ulteriore, drastica riduzione della forza lavoro, visto che a fine 2011 la banca aveva 520 dipendenti.

Le conseguenze del salvataggio statale. Nella missiva si fa riferimento al fatto che «il governo austriaco, in qualità di azionista unico del gruppo Hypo alpe Adria […] è impegnato nella realizzazione del processo di privatizzazione del medesimo, così come richiesto dalla Commissione europea». Un processo, si legge nel penultimo capoverso dello scritto, che «rappresenta una scelta obbligata ed imprescindibile e che allo stato attuale richiede una ristrutturazione aziendale ed un ridimensionamento dei livelli occupazionali nei termini espressi […] nella comunicazione sindacale del 10 settembre 2012». 

La lettera ai sindacati. Nell’informativa inviata ai sensi di legge alle rappresentanze sindacali, la banca parla apertamente di «situazione di crisi» e la descrive così: da fine 2009 al 30 giugno 2012 i volumi di attività in forte contrazione (-27,8% la massa amministrata, impieghi in forte calo), rischiosità degli impieghi in aumento (l’incidenza dei crediti a rischio sul totale è al 22,6%), efficienza gestionale in peggioramento (l’incidenza dei costi operativi è salita al 62% dal 49% del 2007), diverse agenzie hanno risultati negativi e comunque un numero di addetti elevati (7-8). «La comunicazione –  spiega Guido Fasano, il sindacalista della Fabi che sta seguendo la vertenza – è comparsa come un fulmine a ciel sereno, senza il benché minimo preavviso e parla del taglio di 118 posti di lavoro, che pare riguarderanno, in particolare, la direzione generale e la rete degli sportelli, una trentina in tutto, distribuiti tra Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana». 

Vendita in stallo. L’operazione conferma il non buono stato di salute della banca e fa seguito al trasferimento, formalizzato a febbraio di quest’anno, di circa 80 dipendenti alla consorella Hypo Alpe Adria Leasing. Tutto ciò allo scopo di cercare di ripianare i buchi di bilancio della controllata italiana, in vendita dal giugno 2011, e renderla così più appetibile sul mercato. In questi mesi i rumor sui possibili acquirenti hanno riguardato interessamenti da parte di Veneto Banca, Banca Popolare di Bari e Bnp-Paribas, che però non si sono concretizzati.

Colpe manageriali. C’è chi ipotizza che l’accelerazione sul piano di drastica riduzione del personale sia stato impresso in vista della imminente vendita dell’istituto. «Le notizie sono frammentarie, non c’è uno straccio di piano industriale e – aggiunge Fasano – rischiamo, come troppo spesso è accaduto nelle ristrutturazioni aziendali, di far pagare ai soli dipendenti gli errori manageriali». Intanto il panico si sta diffondendo tra i dipendenti, che – una volta letto che la procedura avviata dalla direzione generale terminerà il 18 gennaio – sanno per certo di riuscire a mangiare il panettone. Per molti di essi, però, potrebbe essere l’ultimo.