CHARLOTTE (NORTH CAROLINA) – Con un knock-out speech, un discorso travolgente, valutato come uno dei migliori della sua carriera politica, l’ex presidente Bill Clinton ha spiegato alla convention repubblicana di Charlotte perché gli americani stanno molto meglio oggi di quattro anni fa, perché il piano economico con cui i repubblicani vorrebbero scalzare il presidente Barack Obama dalla Casa Bianca non può funzionare, e perché la ricetta economica di Obama è quella giusta, e dunque il presidente merita un secondo mandato per completare il lavoro.
«Obama ha ereditato un’economia a pezzi, ha ricomposto i cocci, ha cominciato la lunga e difficile strada verso la ripresa, e gettato le fondamenta di un’economica moderna, più stabile che può generare milioni di nuovi posti di lavoro, creare una serie di nuove imprese all’avanguardia e nuova ricchezza per chi fa innovazione», ha spiegato Clinton che in molti passaggi del discorso di ben 50 minuti ha parlato a braccio e con la nonchalance di chi vuole dire le cose come stanno.
Clinton ha anche riconosciuto che certamente la situazione attuale – un tasso di disoccupazione che si aggira attorno all’8.3% – non è ideale, e il presidente Obama non e’ appagato. Ma dopo il piano di stimolo economico, il salvataggio dell’industria automobilistica e la riforma sanitaria, gli Stati Uniti sono in condizioni migliori del momento in cui Obama si è insediato alla Casa Bianca, quando il Paese era in caduta libera e si stavano perdendo posti di lavoro al ritmo di 750mila al mese.
«Capisco che molti americani siano ancora frustrati da questa economia. Benché l’occupazione stia crescendo, le banche tornino a prestare denaro e perfino i prezzi delle case stiano salendo un po’, troppe persone non sentono la ripresa», ha detto, ricordando che all’inizio del suo primo mandato nel 1994/95 si era trovato in una situazione simile. Ma poi nel ‘96 l’economia era tornata a girare. E il motivo per cui l’America di Obama non è ancora arrivata a quel punto, per Clinton, è che il presidente attuale si è trovato a dover risollevare un Paese in condizioni ben peggiori di quando lui vinse le elezioni nel ‘92.
«Nessun presidente, né io né nessun altro, avrebbe potuto aggiustare le cose in soli quattro anni. Ma si vede un miglioramento e se rinnoverete la fiducia nel presidente vi assicuro che sentirete questa trasformazione positiva, lo credo con tutto il mio cuore», ha assicurato infiammando la platea. Clinton, poi, ha illustrato ricorrendo all’aritmetica perché il piano del candidato repubblicano Mitt Romney e del suo vice designato Paul Ryan non lo convince per niente. «Questi vogliono tornare alle stesse politiche che ci hanno messo nei guai», ha detto con un sorriso. «Sono pronti a tagliare le tasse a quelli che hanno redditi alti anche di più di quanto fece il presidente George W. Bush, vogliono sbarazzarsi delle regole per il mercato finanziario stabilite per evitare un’altra crisi economica, e vogliono aumentare la spesa per la difesa due trilioni di dollari in più di quanto il Pentagono abbia richiesto. E vogliono pure tagliare con l’accetta il bilancio in tutta una serie di altri settori, specialmente per quanto riguarda i servizi che aiutano la classe media e le gente povera. Insomma, ci risiamo».
Per Clinton a confutare questo tipo di approccio basta l’aritmetica. Come si fa a dire, si è chiesto ironicamente l’ex presidente, che si vuole diminuire il debito del Paese riducendo le tasse ai più ricchi? «Se si vuole un Paese con opportunità per tutti e responsabilità condivise, se si vuole una società solidale, dovete votare per Barack Obama e Joe Biden», ha detto Clinton con quella che è stata forse la battuta chiave del suo discorso. Ed è poi tornato sullo stesso concetto: «Crediamo che una società in cui ci si aiuta a vicenda sia migliore di una in cui ognuno va per conto suo».
Clinton ha anche lodato lo spirito di cooperazione e bipartisan mostrato da Obama in questi quattro anni, sia nel tentare di negoziare con riluttanti repubblicani, sia nell’inserire nel suo esecutivo democratici che erano stati suoi avversari, come sua moglie, Hillary Clinton, che aveva lottato per mesi con Obama per ottenere la nomination del partito.
Appena finito di parlare Clinton è stato raggiunto da Obama sul palco che lo ha abbracciato, consapevole che le parole di questo ex presidente così popolare, e che gli americani associano a un periodo di prosperita economica, potrebbero essere la sua carta vincente per la rielezione. Adesso per Obama l’unico problema è pronunciare questa sera a Charlotte un discorso entusiasmante e incisivo almeno quanto quello del quarantaduesimo presidente, Bill Clinton.