Il mercato dell’auto va male? No, va peggio: le statistiche “riservate” di agosto dicono che quasi la metà delle vetture nuove ha ricevuto la targa negli ultimi tre giorni del mese. Quasi tutte “km zero” senza un cliente, che poi vengono svendute. E la Fiat di Sergio Marchionne?
Nel mese di agosto appena concluso le immatricolazioni di auto nuove in Italia hanno segnato un nuovo picco negativo: appena 56.447 esemplari, con un calo del 20,23% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Il gruppo Fiat, che ha registrato complessivamente un -20,53%, ha dunque seguito quasi esattamente l’andamento del mercato. Numeri che hanno fatto masticare amaro l’ad Fiat Sergio Marchionne, il quale ha dichiarato di non aver mai visto, in quel mese, risultati così bassi e di temere che «la luce in fondo al tunnel [del mercato, ndr] potrebbe essere quella di un treno».
In realtà, probabilmente Marchionne è preoccupato da ben altre cifre, quelle che vengono di solito fornite agli addetti ai lavori e che le statistiche ufficiali non rivelano. Sono i numeri delle vetture immatricolate negli ultimi tre giorni del mese, ossia quando i concessionari si precipitano a targare valanghe di auto che, in massima parte anche se non tutte, sono “km zero”, ossia esemplari che non hanno ancora dei veri clienti, ma che le concessionarie si auto-immatricolano per raggiungere i loro obiettivi di vendita o, più frequentemente, quelli “suggeriti” dalle rispettive case automobilistiche.
Queste vetture, assolutamente nuove e diverse dalle altre semplicemente perché hanno già ricevuto una targa, per poter essere smaltite devono poi essere vendute a prezzi ulteriormente scontati rispetto a quelle identiche, ma ancora da immatricolare. Insomma, le “km zero” rappresentano un vero terzo mercato oltre a quello del nuovo e dell’usato, che permette di gonfiare i numeri ufficiali dichiarati da ogni costruttore e di vantare risultati di vendita e percentuali di penetrazione sul mercato in realtà del tutto fittizie. Un giochetto che però costa caro, perché per i concessionari i margini di guadagno sulle “km zero” sono quasi nulli rispetto a quelli, già striminziti, generati dalle auto senza targa, mentre la cosa impatta ovviamente anche sulla redditività delle case, costrette comunque a supportare le reti di vendita con dei contributi in denaro che servono a rendere le “km zero” più appetibili per i clienti. In pratica, le “km zero” contribuiscono a svuotare i piazzali delle case automobilistiche (ma non quelli dei concessionari, che invece si riempiono ancora di più in attesa che il cliente arrivi), ma drogano i numeri del mercato e assottigliano ulteriormente i margini già risicati della filiera della distribuzione automobilistica e anche quelli dei costruttori.
Linkiesta è riuscita a procurarsi le tabelle riservate con le immatricolazioni “last minute”, le quali mostrano una realtà devastante, che evidenzia un mercato “vero” ridotto assai peggio di quanto non dipingano le statistiche ufficiali: di quelle 56.447 vetture, infatti, quelle immatricolate in fretta e furia tra il 29 e il 31 agosto sono state ben 27.019, cioè il 47,87 per cento. E non si tratta di una sporadica pratica estiva, ma di un’attività abituale, che imperversa ogni fine mese ormai da anni. Purtroppo per l’ad Fiat, è proprio il gruppo che lui dirige a mostrare complessivamente grande solerzia nella corsa alle immatricolazioni dell’ultima ora: delle 12.165 Fiat targate nell’intero mese di agosto, 8.136, cioè il 66,88%, lo sono state negli ultimi tre giorni. E per gli altri marchi del gruppo le cose non sono andate meglio: per Alfa Romeo le “last three days” sono state 1.136 su 1.618 (68,97%), per Lancia 1.755 su 2.613 (67,16%) e per i marchi Chrysler/Jeep/Dodge, presi nel loro insieme, 149 su 293 (il 50,85%). Insomma, tutti i marchi del gruppo Fiat mostrano percentuali di immatricolazioni negli ultimi tre giorni assai superiori a quel già tremendo 47,87% che rappresenta la media del mercato italiano. Gli stessi dati letti sotto un’altra luce spiegano che la media delle immatricolazioni in Italia dell’intero gruppo Fiat è stata in agosto di 553 auto al giorno, ma negli ultimi tre giorni il valore è schizzato a ben 2.712 pro/die, e dunque è crollato a 212 auto se non si tiene conto delle targhe richieste il 29, 30 e 31 del mese.
Le “km zero” si vendono a prezzi maggiormente scontati rispetto agli esemplari mai targati prima. In un certo senso, quindi, il fatto di venderle targate (e quindi già con un proprietario che appare sui documenti) costituisce un artificio per piazzarle a un prezzo largamente ribassato rispetto a quello di listino, e magari ancora più basso di quello già scontato dalle campagne promozionali. Insomma, si può parlare di vendite “sottocosto”.
Per amor di verità, va detto che la corsa alle immatricolazioni non è una specialità esclusiva di Fiat, ma un fenomeno che interessa tutte le marche, e se il gruppo italiano è primo come gruppo, viene battuto da un marchio che risulta il primo in classifica: la giapponese Honda, anche se con numeri complessivi ormai ridotti al lumicino rispetto alle dimensioni globali del mercato italiano. Infatti, delle 380 Honda immatricolate in Italia in agosto, 301 (cioè, un davvero preoccupante 79,21%) lo sono state negli ultimi tre giorni del mese. All’estremità opposta della classifica troviamo invece Porsche, che di vetture ne ha immatricolate con questa modalità solo 12 su 128 (il 9,38% del totale), seguita dalla DR dell’imprenditore molisano Massimo Di Risio (quello che voleva/vorrebbe rilevare l’ex-stabilimento Fiat di Termini Imerese ora chiuso), che ne ha immatricolate appena 4 su 27, ma che come marca è praticamente quasi scomparsa dal mercato. L’abitudine al superlavoro di fine mese non risparmia neppure le marche col blasone e altri grandi costruttori, sia europei, sia coreani: infatti, sono state targata del 29 al 21 agosto anche 973 delle 1.650 BMW (58,97%), 303 delle 568 Mini (53,35%), 2.235 delle 4.123 Ford (54,21%) e 906 delle 1.750 Hyundai (51,77%).
Meno incline a ingolfarsi di “km zero” da rivendere, invece, appare il gruppo Volkswagen (non a caso, uno dei costruttori che, in Italia e anche in Europa, sembra reggere meglio all’urto della crisi che affligge il mercato: solo 1.509 delle 5.084 Volkswagen immatricolate in Italia in agosto (il 29,68%) ha ricevuto le targhe dal 29 al 31 del mese, mentre Audi fa ancora meglio: 538 auto su 2.213, il 24,30 per cento. E a questo proposito, è singolare che Sergio Marchionne, alla guida di un gruppo che in Italia immatricola centinaia di migliaia di auto “km zero” da vendere poi sottocosto o quasi, in un’intervista del 26 luglio all’International Herald Tribune che resterà negli annali abbia tuonato contro il gruppo Volkswagen, al contrario molto cauto in questa specialità, accusandolo di aver provocato un «bagno di sangue sui prezzi» per colpa dei troppi sconti. I numeri, infatti, dimostrano che il campione delle auto superscontate, almeno in Italia, è proprio Marchionne.