Scatta l’indagine sulla sanità lombarda nel 2011? Il presidente Roberto Formigoni è pronto il giorno dopo a insediare un comitato regionale per gli «appalti puliti». Il governatore viene raggiunto da un avviso di garanzia? Ecco pronto un provvedimento sulla trasparenza dei bilanci del Pirellone. Si intensificano le indagini su Fondazione Maugeri e San Raffaele? Al Celeste viene subito l’idea di un delegato alla trasparenza.
Con la stessa dedizione di Goldfinger nell’operazione Grande Slam per assaltare Fort Knox, da quando sono scattate le indagini delle magistratura sulla regione, anche il governatore Formigoni ha iniziato la sua «operazione trasparenza». Sembra un procedimento lungo, complesso, a cui ogni tre mesi si aggiungono nuovi dettagli. Caso vuole che appena i giornali iniziano a spargere dubbi sul modus operandi dell’amministrazione regionale, lo staff formigoniano si attiva nel nome della «trasparenza».
Quando l’inchiesta sulla sanità entrò nel vivo a metà novembre, con l’arresto di Piero Daccò, a fine mese la regione fu prodiga nell’emanare un severo comunicato che così recitava. «Appalti puliti, nominato il comitato regionale». A questo si aggiungeva un virgolettato di questo tenore. «Un importante organismo, formato da persone di grande esperienza e competenza – ha commentato Formigoni – stabilmente al lavoro per monitorare in dettaglio la piena trasparenza di tutti gli appalti e il più rigoroso rispetto delle norme che riguardano i contratti per lavori, servizi e forniture e gli investimenti pubblici. Ciò è tanto più importante in relazione alle grandi opere infrastrutturali previste per Expo 2015».
Finita qui? A febbraio, dopo che il faccendiere Daccò fu colpito da un nuovo ordine di arresto sempre nella stessa inchiesta, la regione ne trovò un’altra. Formigoni adottò «il delegato alla trasparenza». Si tratta del magistrato Giuseppe Grechi. Non solo. Nel corso del rimpasto di giunta, il Celeste chiese a tutti i nuovi assessori «di compiere un atto di trasparenza dichiarando se sono sottoposti ad indagine giudiziaria». La trovata, va ricordato, scatenò qualche polemica perché Grechi era finito nello scandalo della P3. Operazione finita? Macchè.
Dopo mesi a parlare di vacanze ai Caraibi a spese di altri, il 25 luglio Formigoni viene raggiunto da un invito a comparire in procura. È l’avviso di garanzia che il politico del Popolo della Libertà ha smentito fino all’ultimo, dopo la notizia data dal Corriere della Sera pochi mesi prima. Sarà un caso, ma in regione ci si mette davvero poco a riparlare di «trasparenza». Ed ecco arrivare l’ultimo provvedimento in ordine di tempo. «Trasparenza sui bilanci: la regione corre ai ripari». In sostanza, nuove competenze regionali consentono all’amministrazione di controllare i bilanci «delle strutture sanitarie che hanno la veste giuridica di fondazioni, come il San Raffaele e la Maugeri al centro dello scandalo sui fondi neri».
Dopo un’estate a parare i colpi che gli arrivavano da ogni parte, sembrava che in regione finalmente non ci fosse più bisogno di parlare di «trasparenza». E invece no. Mai dire mai. Appena uscite sui giornali le indiscrezioni sull’interrogatorio di di Gianfranco Mozzali, ‘factotum’ della Fondazione Maugeri che ha spiegato che le delibere pubbliche venivano confezionate dai privati, la regione torna alla carica.
È di oggi una nuova iniziativa sulla trasparenza. Qui di seguito il comunicato regionale: «Garantire la massima trasparenza e la massima tutela della legalità dei contratti; assicurare l’economicità e l’efficienza nella loro esecuzione; attuare il pieno rispetto della concorrenza nelle procedure di gara. Sono questi gli obiettivi dell’Accordo di collaborazione tra l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture (Avcp) e la Regione Lombardia, sottoscritto oggi dai rispettivi presidenti Sergio Santoro e Roberto Formigoni».
Quindi l’ennesimo virgolettato del Celeste in merito: «Un accordo – ha sottolineato Formigoni – di grande valore ed efficacia, che ci pone all’avanguardia nella tutela della assoluta correttezza nei rapporti pubblico-privato». Alla prossima puntata. Nel nome della trasparenza.