La Banca centrale europea ha il suo bazooka. O almeno, questo è quello che spera il presidente della Bce, Mario Draghi. Come ampiamente previsto, l’Eurotower tornerà ad acquistare bond governativi dei Paesi dell’eurozona che lo richiederanno. E lo farà in modo illimitato e in base alla volatilità, per non fornire un appiglio agli investitori più aggressivi. I mercati finanziari festeggiano, ma alcuni dettagli non devono essere sottovalutati. Chi chiederà aiuto, infatti, potrebbe avere un trattamento simile a quello di Grecia, Irlanda e Portogallo.
Addio Smp, benvenuto Omt. La Bce dice addio al suo vecchio programma di acquisto titoli sul mercato obbligazionario secondario, il Securities markets programme (Smp), e tira fuori dal cilindro le Outright monetary transaction (Omt), operazioni spot con cui comprerà bond governativi da 1 a 3 anni sul secondario. Nuovo acronimo, nuovo strumento. E, come da previsioni, tutto sarà sottoposto a una forte sorveglianza dell’Eurotower. Per tutte le altre maturity, ci saranno i due fondi di stabilizzazione europei, lo European financial stability facility (Efsf) e lo European stability mechanism (Esm).
Il piano della Bce per salvare l’eurozona è svelato. Gli acquisti illimitati di obbligazioni all’interno dell’area euro ci saranno. Ma questo processo sarà sottoposto a condizionalità. Chi vorrà farsi aiutare dovrà sottoscrivere un memorandum di aggiustamento macroeconomico con i fondi Efsf e Esm. Il Paese richiedente dovrà siglare un programma Enhanced conditions credit line (Eccl), che utilizza lo schema dettato dal Fondo monetario internazionale (Fmi) per questo genere di azioni, ovvero il Precautionary credit line (Pcl). Questo cosa significa? Che chi firmerà, secondo le linee guida di Efsf e Esm, il programma Eccl è particolarmente vulnerabile sotto il profilo macroeconomico. Se non lo fosse, potrebbe infatti firmare le Precautionary conditioned credit line (Pccl), lo specifico piano di aggiustamento fiscale per i Paesi con fondamentali forti. La Bce ha però scelto il più cautelativo Eccl, che permette un controllo più serrato. Come si legge nelle linee guida dello Efsf, le condizioni della Eccl possono essere sia prestabilite, sia implementate in un secondo tempo. Una differenza non da poco, dato che lo schema delle Pccl non lo prevede. Non solo. Inizialmente il programma Eccl sarà di un anno, con la possibilità di rinnovo, di sei mesi in sei mesi, fino a un massimo di due anni. Una versione edulcorata dei piani di salvataggio siglati da Atene, Dublino e Lisbona.
La richiesta di accesso ai fondi Efsf/Esm e allo Omt della Bce deve essere formale e rivolta all’Eurogruppo. Una volta che quest’ultimo la ha approvata, si avvia un programma di monitoraggio trimestrale, con la supervisione del Fmi, come rimarcato da Draghi. Se non si tratta della troika, poco ci manca. Riforme, aggiustamento fiscale, ritorno alla crescita economica: saranno queste le condizioni senza le quali la Bce non interverrà sui mercati obbligazionari in sostegno di Italia e Spagna. «È un piano notevole, in linea con le attese, e dimostra che la Bce è pronta a fare molto per preservare l’esistenza dall’area euro», spiega Ubs in una nota. Ora però «tocca ai politici europei andare verso maggiore unità».
Nell’ottica di cautelarsi contro eventuali ristrutturazioni del debito dei Paesi sotto tutela, la Bce ha deciso quale sarà la seniority sugli acquisti che effettuerà. Vale a dire saranno disciplinati in base alla clausola pari passu, che equipara i creditori privati con quelli pubblici. Nessun privilegio, quindi, come invece era avvenuto per la ristrutturazione del debito della Grecia detenuto dai privati. Di fatto, è una scommessa significativa per la Bce: in questo modo scommette che nessun altro Paese prenderà la via di Atene. Allo stesso tempo, tuttavia, rimarca il fatto che si è messa sullo stesso piano delle banche. Dopo il Private sector involvement (Psi), il coinvolgimento dei creditori privati nello swap sul debito greco, è arrivato il momento dell’Official sector involvement (Osi)? Forse no, ma la clausola pari passu aiuterebbe a velocizzare le controversie in caso di ristrutturazione del debito. Come fa notare una nota di HSBC «l’introduzione della pari passu e i continui riferimenti di Draghi sull’irreversibilità dell’euro lasciano intendere che il rischio di un break-up rimane elevato».
Il prossimo problema per la Bce sarà come sterilizzare gli acquisti dei titoli sovrani. Come spiegato da Draghi, per ogni acquisto ci dovrà essere un contraltare equivalente. Se si compra cento, si sterilizza cento. Il tutto per evitare squilibri nella massa monetaria. Eppure, non è ancora chiaro come avverrà questo processo per gli acquisti effettuati tramite le Outright monetary transaction.
Una delle poche certezze è che sono sospesi i requisiti minimi per i collaterali a garanzia. Vale a dire che qualsiasi asset sarà considerato “marketable” dall’Eurotower. Dai mutui cartolarizzati ai crediti di varia natura, tutto potrà essere preso a garanzia delle operazioni di mercato effettuate dalla Bce nel tentativo di stabilizzare l’eurozona. Non solo. La Bce ha deciso di considerare “marketable” anche strumenti di debito in altre valute oltre all’euro, come dollaro americano, sterlina e yen. «Si tratta di una mossa molto rischiosa – sottolinea subito Société Générale – perché le banche più deboli potrebbero essere invogliate a scaricarsi di tutti gli asset inesigibili, dandoli quindi in seno alla Bce». In sostanza, solo un trasferimento del rischi.
Draghi ha fatto quanto poteva. Le armi nel suo arco restano ancora molte. Prima di tutto, però, deve ripristinare il meccanismo di trasmissione della politica monetaria e mettere i paletti per tutti coloro i quali chiederanno aiuto, Spagna e Italia su tutti. Ma lo sforzo maggiore devono farlo i governi dell’eurozona. Le toppe della Bce non sono infinite.