Lo strano messaggio di pace del fratello di Mr Al Qaeda

Lo strano messaggio di pace del fratello di Mr Al Qaeda

Non si incontrano né si parlano da anni. Questo ha raccontato in un’intervista esclusiva alla Cnn Mohammed al-Zawahiri, 59 anni fratello minore di Ayman al-Zawahiri leader di al-Qaeda e ricercato numero uno dall’America. L’intervista è andata in onda il 10 settembre, prima dei fatti di Bengasi. Secondo le biografie ufficiali, i due fratelli, entrambi laureati all’università del Cairo, uno dottore l’altro ingegnere, hanno condiviso un pezzo di vita poi si sono separati.

Nel 1993, Mohammed fu spedito dal fratello in Bosnia per addestrare i mujaheddin mentre lui lavorava alla fusione tra il gruppo della Jihad Islamica Egiziana e Al-Qaeda. Mohammed si trasferirà in Croazia poi in Albania sotto copertura fingendo di essere un volontario di una Ong. Nel 2000 Mohammed viene arrestato dai militari egiziani con l’accusa di essere al comando del comitato che presiede il gruppo Jihad islamico. La condanna era a vita, ma nel marzo scorso, lo Scaf, il Consiglio supremo delle forze armante in Egitto, decide di rilasciarlo. Poi lo arresta di nuovo ma viene scarcerato definitivamente dopo alcuni giorni. Fonti militari hanno parlato di uno scambio di “favori” tra lo Scaf e Mohammed al-Zawahiri: la libertà in cambio di notizie sul fratello Ayman. Lui nega. Dichiara di non aver mai più incontrato Ayman da quel lontano 1993 e che avrebbe sposato l’idea di una pace tra mondo islamico e Occidente proponendosi come mediatore. Questo è, in breve, quello che ha detto alla Cnn pochi giorni fa.

Gli Stati Uniti non devono intervenire politicamente e militarmente nei paesi musulmani, devono mettere fine alla guerra contro l’Islam e rilasciare i prigionieri islamici. Alla controparte islamica Mohammed al-Zawahiri chiede di cessare gli attacchi e le provocazioni contro l’Occidente e gli Stati Uniti d’America. È tutto nero su bianco, raccolto in sei paginette. L’intervista è stata mandata in onda un giorno prima della morte dell’ambasciatore Stevens e prima degli assalti alle ambasciate americane al Cairo e nella città libica. Dove si trovava Mohammed in quelle ore? Il fratello di Ayman al-Zawahiri è stato ripreso dalle tv sulle mura dell’ambasciata Usa nella capitale egiziana mentre i manifestanti sostituivano la bandiera americana con quella salafita al canto «Obama, siamo tutti Osama».

Prova, questa, che Mohammed rimane un personaggio ambiguo evidentemente non adatto a mediare tra Occidente e Paesi musulmani.
Nello stesso giorno in cui veniva pubblicato “il progetto di pace” di Mohammed, il fratello Ayman al-Zawahiri, a poche ore dall’anniversario dell’11 settembre, è comparso in un video in cui ha rispolverato lo “stato di salute” della jihad globale confermando la morte del suo vice, Abu Yahya al-Libi, avvenuta in Pakistan nel giugno scorso. Al-Libi, libico, era una delle menti di Al-Qaeda, un importante punto di riferimento per i qaedisti. In queste ore gli Usa stanno cercando di capire se l’uccisione di Stevens e dei tre funzionari americani sia legata ad al-Qaeda o a qualche gruppo vicino all’organizzazione terroristica.

La coincidenza tra i fatti di Bengasi e il messaggio di Ayman al-Zawahiri in cui chiede vendetta per la morte del suo vice non è passata inosservata, ma dal Dipartimento di Stato americano si procede con molta cautela. Giovedì 13 settembre è stato diffuso un altro video in cui al-Zawahiri chiede ai musulmani di sostenere i ribelli in Siria perché la caduta di Assad li porterebbe a raggiungere l’obiettivo finale, sconfiggere Israele. Molti elementi, molta confusione nella ricostruzione dell’assalto a Bengasi. E tanta propaganda da parte di Al-Zawahiri.

Ricordiamo, Al Qaeda non è stata una fonte di ispirazione né per la Primavera araba ma neanche per i siriani in lotta da 18 mesi contro il regime di Bashar al-Assad. Forse è ancora troppo presto per capire il legame tra al-Qaeda e Bengasi. Ci vorrà più tempo. Ma il messaggio di al-Zawahiri e la guerra tra ideologie sono chiari. Al Qaeda è la fonte d’ispirazione, gli altri seguono.