Lorenza Lei lascia un buco nei conti Rai eppure va a gestire la pubblicità

Lorenza Lei lascia un buco nei conti Rai eppure va a gestire la pubblicità

Un miraggio. Nove mesi dopo l’annuncio del pareggio di bilancio per il 2012 da parte dell’allora direttore generale Lorenza Lei, nel corso di un intervento in Commissione di vigilanza, viale Mazzini si ritrova invece con una perdita da 129 milioni di euro. Qualcuno deve avere mentito o non sa fare il suo mestiere. Da allora molta acqua è passata sotto i ponti: alla guida operativa della televisione di Stato ora c’è Luigi Gubitosi, mentre la Lei è passata ai vertici della Sipra, la concessionaria pubblicitaria Rai, proprio su indicazione di Gubitosi. All’ex amministratore delegato di Wind – assieme al presidente Anna Maria Tarantola, ex vicedirettore generale di Bankitalia – spetta il compito non certo facile di raddrizzare la barra del servizio pubblico in un Paese in recessione. Il che significa essenzialmente razionalizzare un apparato elefantiaco (oltre 13mila dipendenti) in tempi di vacche magrissime in termini d’investimenti pubblicitari.

L’uscita più sostanziosa, nel primo semestre dell’anno, riguarda i diritti di Euro 2012, per i quali sono stati spesi 101 milioni di euro. Fortunatamente per la Rai, gli azzurri di Prandelli sono riusciti ad arrivare fino in fondo alla competizione: la semifinale contro la Germania è stata vista da 23 milioni di spettatori, con uno share dell’80 per cento. L’altro dato critico, a leggere la semestrale, riguarda la discesa dei ricavi pubblicitari di circa 72 milioni di euro (-14%), in un contesto in cui la torta complessiva si è contratta del 9,5 per cento, passando da 2,5 a 2,2 miliardi di euro. Tradotto: viale Mazzini non solo è andata peggio della media, ma anche di Mediaset (-11,9% sul primo semestre 2011). Di conseguenza, la quota di mercato della Rai è scesa dal 23,9 al 22,6% in un anno. Mediaset, invece, passa dal 63 al 61% circa, senza però avere il tetto agli spot orari fissati dalla Gasparri.

Ironia della sorte, chi si dovrà occupare di negoziare i contratti pubblicitari sarà proprio Lorenza Lei, nella sua nuova veste di amministratore delegato della concessionaria Sipra. Sperando che la sua performance in questo ruolo, a dir poco cruciale, sia migliore di quella da direttore generale. 

A controbilanciare parzialmente la debacle pubblicitaria c’è il canone: i ricavi passano da 856 a 876 milioni di euro, su ricavi complessivi in contrazione da 1,54 a 1,43 miliardi. Detta in altri termini: il canone pesa sul 61% dei ricavi della Rai. Peccato che la Rai non assomigli neanche lontanamente alla Bbc. Nel 2011 su 2,9 miliardi di ricavi totali, il canone ha pesato per 1,7 miliardi (58,6%).

Nonostante l’aumento a quota 112 euro, rispetto ai 110,5 del 2011, il canone da solo non basta a coprire gli enormi costi di struttura, pari nel 2011 a 2,51 miliardi di euro, comunque in leggera discesa rispetto ai 2,64 miliardi del 2010. Al contrario dei costi per il personale, da 514 a 516 milioni di euro nei primi sei mesi dell’anno rispetto al medesimo periodo dell’anno scorso. I dipendenti invece costano a Mediaset 248 milioni, sui 242 milioni del 30 giugno 2012.

Alla luce di queste cifre, l’incognita più grande riguarda gli investimenti, saliti da 249 a 284 milioni di euro «per effetto del completamento del processo di switchoff da analogico a digitale». Come si finanziano? Ovviamente con prestiti da parte delle banche. Alla faccia del pareggio di bilancio. Fortunatamente, secondo quanto rivelano alcune fonti a Linkiesta, Corrado Passera si è dimenticato della gara per le nuove frequenze del digitale terrestre. Sebbene nel nuovo Codice delle comunicazioni, varato a fine aprile, chi è già in possesso di cinque multiplex, come Rai e Mediaset, non possa partecipare all’eventuale gara, il compito di scrivere le regole per l’eventuale gara spetta all’Agcom. La quale potrebbe far rientrare in corsa i due protagonisti del duopolio. Se sulle frequenze Dvb-h la situazione rimane in alto mare, la Rai può per ora dormire sonni tranquilli: a fine luglio proprio Passera ha rinnovato le licenze per le frequenze esistenti fino al 2022. 

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter