La gara è già partita. Uno dopo l’altro i volti noti del Pdl romano – e non solo quello – si smarcano dai responsabili dello scandalo della Regione Lazio. Le cene a base di ostriche e champagne, i servizi fotografici, le imbarazzanti feste in maschera? Tutta colpa di poche mele marce. Di giovani inesperti. Peggio, di gente mai vista e conosciuta. Finita alla Pisana quasi per caso. Eppure qualche responsabilità sulla classe dirigente spedita in Consiglio regionale ce l’hanno anche a via dell’Umiltà.
Perché l’ex capogruppo Franco Fiorito, er batman, è stato eletto forte di 30mila preferenze (e già questo aspetto dovrebbe offrire uno spunto interessante ai parlamentari che in queste settimane stanno lavorando per reintrodurre il voto di preferenza anche a livello nazionale). Ma una parte dei consiglieri regionali di centrodestra sono stati scelti a tavolino dalla segreteria di partito. Sono i 14 fortunati inseriti due anni e mezzo fa nel listino bloccato della presidente Polverini. I consiglieri “di diritto”. Eletti senza prendere neppure un voto. Quasi tutti sono estranei alle vicende di questi giorni. Eppure leggere oggi quell’elenco aiuta a capire meglio i requisiti meritocratici che, almeno in parte, hanno contribuito a creare la classe politica finita al centro delle polemiche. Tra mogli, fidanzate e collaboratori, si scopre così che il mestiere più redditizio per una luminosa carriera politica in Regione è quello di portaborse.
Portaborse di Antonio Tajani era Carlo De Romanis, oggi protagonista indiscusso della cronaca politica per aver organizzato la famosa festa in maschera a base di gladiatori, maiali e divinità greche (per l’occasione lui si era travestito da Enea, pare). La gavetta per entrare in Regione il giovane consigliere l’ha fatta all’estero. Otto anni a Bruxelles, portando documenti e organizzando l’agenda dell’ex commissario ai Trasporti e all’Industria.
Sempre in quota Pdl (sponda Forza Italia) è stato inserito nel listino Pier Ernesto Irmici, portavoce del capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto. Spazio, poi, al segretario particolare dell’ex ministro Sacconi: Francesco Pasquali. Eletto in Consiglio regionale, qualche tempo fa ha deciso a sorpresa di cambiare partito. Passando dal Pdl a Futuro e Libertà, di cui oggi è l’unico esponente alla Pisana in uno dei tanti monogruppi. A leggere le dichiarazioni di questi giorni, Pasquali sembra essere uno dei più indignati per le imbarazzanti vicende degli ex colleghi di partito. «Venerdì – ha scritto qualche ora fa su twitter – dopo il voto mi autosospendo. Basta con questo schifo».
Storie di collaborazioni e di cuore. Nel listino bloccato della Polverini è stata inserita anche la giovane Veronica Cappellaro. All’epoca delle elezioni fidanzata proprio con Pasquali. Ma anche, come sottolinea sul curriculum consultabile online, ex collaboratrice del coordinatore nazionale Pdl Sandro Bondi. Di lei – poi diventata presidente della commissione Cultura, spettacolo e sport – si sono occupate le recenti cronache per un presunto servizio fotografico costato poco più di mille euro. Pagato anche quello, sembra, con i soldi dei contribuenti.
E poi ci sono i due leader dell’organizzazione giovanile pidiellina Giancarlo Miele e Chiara Colosimo (quest’ultima, molto vicina all’ex ministro Giorgia Meloni, è considerata la probabile sostituta del capogruppo dimissionario Francesco Battistoni). Terzo posto in lista, infine, per Isabella Rauti. La moglie del sindaco Gianni Alemanno. I cittadini romani possono consolarsi. Alla fine poteva andare anche peggio. Rileggendo le cronache di tre anni fa si scopre che in lizza per un posto nel listino c’era anche Francesca Pascale. Ex consigliera provinciale a Napoli, già ideatrice del comitato “Silvio ci manchi”. E, stando ad alcune riviste di gossip, probabile fidanzata del Cavaliere. Chissà perché, all’ultimo la sua candidatura è saltata.