Dopo i minatori, gli operai, i no tav e gli studenti, adesso scendono in piazza i bibliotecari. È annunciato per domani il Bibliopride, la prima Giornata nazionale dell’orgoglio bibliotecario. Per questa volta non sono in previsione bandiere e manganelli: la protesta per i tagli ai fondi alla cultura diventa occasione per un’ampia serie di manifestazioni. Queste comprendono dibattiti, visite guidate alle biblioteche di pregio, letture pubbliche e testimonianze di nomi celebri come Andrea Camilleri. Gli eventi – organizzati in tutta Italia – sono partiti già all’inizio di questa settimana, ma la giornata ufficiale è fissata per il 13 ottobre.
Quest’anno il cuore del Bibliopride sarà a Napoli, una città scelta non a caso. Una delle biblioteche cittadine più prestigiose, infatti, la Biblioteca dei Girolamini, è al centro di un’inchiesta che ha già visto quattro ordinanze di custodia cautelare. Secondo gli inquirenti, l’ex direttore Marino Massimo de Caro e l’ex conservatore del complesso, Stephane Delsalle, avrebbero trafugato più di duemila volumi, tutti di valore inestimabile. Alcuni di questi libri, inoltre, sono stati trovati in possesso del senatore Pdl Marcello dell’Utri.
Napoli, di fatto, non rappresenta un’eccezione nel panorama bibliotecario nazionale. Al di là degli scandali eclatanti come quello dei Girolamini, infatti, la situazione complessiva delle biblioteche non è delle migliori. Nonostante manchino dei dati certi su base nazionale, secondo le stime il budget è sceso del 63% per cento dal 2005 a oggi. Nello stesso periodo, lo sviluppo dei sistemi informatici è calato del 64%, mentre sono diminuite del 93% le attività di catalogazione. Gli addetti ai lavori lamentano una profonda rigidità del sistema, che non ha risorse sufficienti per rinnovare il proprio organico, ma nemmeno per promuovere uno svecchiamento e una maggiore apertura al territorio. Il risultato è che nel 2011, sul totale dei lettori solo il 16% ha preso in prestito un libro in biblioteca.
Una percentuale irrisoria, se si pensa alla diffusione radicata delle biblioteche nel nostro Paese. In base ai dati forniti dal servizio anagrafe dell’Iccu (Istituto centrale per il catalogo unico), sono più di 17 mila, distribuite fra Comuni, atenei, enti ecclesiastici e le quarantasei del Mibac (il Ministero per i Beni e le Attività culturali). Gli occupati nel settore oscillano tra i 15 e i 17 mila. Vent’anni fa, inoltre, è iniziata la creazione di un catalogo collettivo accessibile online (il servizio bibliotecario nazionale, Opac Sbn): oggi vi partecipano quasi cinquemila biblioteche, suddivise in 81 poli regionali.
Per Stefano Parise, presidente dell’Aib, l’Associazione italiana biblioteche, queste ultime «devono continuare a garantire l’alfabetizzazione, la formazione e l’integrazione, e dovono farlo in luoghi che siano gratuiti e accessibili a tutti». E soprattutto devono tenere il passo coi tempi: «Sicuramente l’avvento dell’e-book ha innescato una rivoluzione, che a sua volta ha cambiato anche il mondo delle biblioteche. Tuttavia, non ci ha colto totalmente impreparati: al Congresso Aib dello scorso novembre ho auspicato che i bibliotecari si trasformino in ‘cartografi’ nell’era dell’informazione in rete, perché nessun motore di ricerca, per ora, è in grado di emularne la professionalità». E speriamo che sia così ancora per molto tempo.