Da Milano a Berlino, il cibo diventa social con Ploonge

Da Milano a Berlino, il cibo diventa social con Ploonge

Giorgio Bertolini ha venticinque anni e una formazione di tipo economico. È, come si dice in gergo, un business guy. Dopo una laurea triennale a Milano, ha studiato a Bristol, in Inghilterra. A ventitré anni lavorava già nel settore marketing di una multinazionale tessile. Viaggiava spesso. Un giorno, però, ha sentito che quella vita lavorativa cominciava a stargli stretta. Prese una scelta non facile, con un contratto a tempo indeterminato in tasca. «Ma volevo fondare una web company. Sentivo che quella era la mia strada ed ho cominciato ad elaborare qualche idea interessante», ricorda oggi.

Un brainstorming che ha portato alla nascita di Ploonge. Tutto ebbe inizio una sera, a Mosca: «Ero lì per lavoro. Dopo una giornata piena di impegni, mi sono ritrovato a cenare da solo al ristorante dell’hotel. Ero in una delle città più belle del mondo e non sapevo cosa fare. Eppure, non ho mai avuto difficoltà a socializzare» racconta Bertolini, incontrato a margine della Social Media Week di Berlino. «Sentivo che mi stavo perdendo qualcosa. Allora mi sono detto: se ci fosse una app in grado di suggerirmi una buona idea su cosa fare in questo esatto momento in questa città, permettendomi di viverla al cento per cento, di conoscere nuove persone, insomma di immergermi completamente in essa (to plunge significa proprio “immergersi”, ndr), la userei sicuramente».

Da quel momento in poi, Giorgio, insieme ad Alessandro Coscia, Claudio Venturini e Roberto Gallizia, ha iniziato a lavorare duramente per mettere in pratica l’idea: il risultato è un social network – già online e attivo, anche se in versione Beta – che permette di organizzare e di partecipare a cene ed eventi in tutta Italia. E, da oggi, anche a Berlino, grazie a Giuseppe Colucci, ultimo arrivato nel team di Ploonge. «Crediamo che nella capitale tedesca ci sia mercato. Ci sono molti giovani, c’è interesse per i nuovi progetti», spiega Giuseppe. A Berlino, Ploonge ha già organizzato diversi eventi, tra cui alcune cene ed una divertente “pizzata” tra startuppers durante l’edizione tedesca della Social Media Week.

Come funziona Ploonge? Ognuno può essere un organizzatore. Basta avere un’idea originale, saper cucinare qualcosa, essere creativi. Le location possono essere le più disparate, da casa propria a un parco, da un classico ristorante ad una spiaggia: non ci sono limiti. L’importante è che ci sia un incontro di persone nella vita reale. L’utente organizzatore sceglie un menù, presenta l’evento e fissa un prezzo. Gli altri iscritti possono, in pochi clic, trovare l’evento più vicino a loro, acquistare un coupon di partecipazione e recarsi direttamente sul luogo. Il tutto in pochi minuti, direttamente dal proprio computer, o – ancora meglio – dal proprio smartphone.

© Sara Dacci 2012 (www.saradacci.com)

«In Ploonge il cibo è solo un fattore aggregante. Il vero cuore è l’esperienza, la possibilità di vivere “al massimo” un luogo. Ploonge vuole farti scoprire che cosa il mondo ha in serbo per te», spiega Giorgio. «Facciamo un esempio: mi trovo a Berlino e ho due ore libere, magari mi sto perdendo la possibilità di mangiare in compagnia e di conoscere persone interessanti. La nostra piattaforma non vuole darti la possibilità di trovare esattamente ciò che cerchi, bensì quella di imbatterti in qualcosa di inaspettato». A organizzare eventi potranno essere non solo privati, ma anche attività commerciali. Ristoranti ed agriturismi ad esempio, che possono iscriversi e proporre pranzi e cene a tema, magari con un menù (ed un prezzo) su misura.

Il tutto ben mescolato e servito con un’attenzione particolare all’aspetto della socialità. Il sito, infatti, vuole permettere di connettere nella vita reale individui con interessi simili: «A breve permetteremo agli utenti di iscriversi ai gruppi. Un metodo utile per unire sia organizzazioni, associazioni e club sportivi, che possono organizzare i propri incontri tramite Ploonge, sia per gruppi di persone con le stesse passioni. Una cena a tema felliniano tra appassionati di cinema, un pranzo in spiaggia per gli amanti del kitesurf, tanto per fare due esempi». Per ora, la socialità è ancora limitata, ma le implementazioni in questo senso non tarderanno ad arrivare. Del resto, è proprio questo il punto di forza del progetto.

Due mesi fa, alla faccia di chi sostiene che «ottenere finanziamenti in Italia è impossibile», i ragazzi di Ploonge si sono visti appoggiare l’idea da un fondo di investimenti milanese, Microcap Italian Holding, con un assegno da trecentomila euro. L’ideale per iniziare a lavorare al meglio sul progetto. «Tramite un contatto comune, sono stato presentato all’amministratore delegato del fondo, Alberto Craici. La holding ha dimostrato un interesse immediato per il progetto, e dopo poche settimane hanno deciso di investire su di noi», prosegue Giorgio. Da quel momento in poi, Ploonge è diventata realtà, un lavoro a tutti gli effetti: «Mi occupo sul progetto anche quindici ore al giorno, e in futuro mi muoverò sempre più spesso tra Milano e Berlino. È un’iniezione di adrenalina sempre presente. E senza bisogno di nessun energy drink».

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