Un risparmio di tempo, euro e diottrie. Nella bozza del Decreto sviluppo varato dal Consiglio dei ministri compaiono alcune norme che non solo dovrebbero semplificare la vita di automobilisti, motociclisti e scooteristi italiani, ma anche rendere più trasparente e concorrenziale uno storico oligopolio. Le novità riguadano le “assicurazioni della responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore”, cioè l’Rc Auto.
Ecco le principali: definizione, sentite le associazioni di categoria, di un “contratto base” «contenente le clausole minime necessarie ai fini dell’adempimento dell’obbligo di legge, e articolato secondo classi di merito e tipologie di assicurato», oltre ai casi di riduzione del premio e di ampliamento della copertura. Il tutto allo scopo di facilitare il confronto tra le offerte delle varie compagnie, cercando di cambiare il principio secondo cui l’incidentato è più protetto rispetto all’automobilista onesto. Il testo prevede anche la creazione, entro due anni, di sezioni all’interno delle pagine web delle compagnie dedicate alla consultazione della propria posizione dei clienti – e per la gestione di tutte le fasi, dal preventivo all’aggiornamento dei contratti – e l’eliminazione della clausola di tacito rinnovo.
Su quest’ultimo punto, si legge all’art. 22 del documento che Palazzo Chigi licenzierà in serata, «il contratto di assicurazione obbligatoria della responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti non può essere stiupulato per una durata superiore all’anno». La bozza, inoltre, prevede che operatori e intermediari assicurativi possano «adottare forme di collaborazione reciproca nello svolgimento della propria attività», purchè iscritti nel registro Isvap degli intermediari assicurativi e riassicurativi. La ratio, recita la nota illustrativa, è di favorire la cooperazione tra gli intermediari rendendo il mercato più trasparente e concorrenziale. A vigilare sulle truffe ci sarà l’Ivass, il nuovo ente che eredita le funzioni dell’Isvap ed è posto sotto il controllo di Bankitalia, attraverso l’integrazione delle banche dati degli attestati di rischio, dei sinistri, dell’anagrafe testimoni, dell’Aci e della Consap, la concessionaria pubblica che gestisce il fondo di garanzia per le vittime della strada.
Ammesso che il Parlamento non le stravolga, le nuove regole elaborate dai tecnici del governo tecnico segnano un cambio di passo in uno storico oligopolio dove pochi attori si spartiscono la torta incrementando costantemente i prezzi, già i più alti d’Europa. Una situazione annosa, che perdura in barba all’Antitrust e alle battaglie delle associazioni consumeriste. A dirlo è la stessa Isvap, che pochi giorni fa ha calcolato un aumento dei listini, tra l’aprile di quest’anno e l’aprile 2011, superiore all’inflazione (3,2%). Aumenti indistinti, a prescindere dal profilo e dai precedenti degli assicurati, con picchi che, in Sud Italia, in alcuni casi hanno superato le due cifre: dal +10,3% per un 18enne maschio su motociclo 250 cc, al 6,50% per un 40enne maschio alla guida di una auto di 1.300 cc, fino al +7,74% per un 55enne maschio alla guida di una auto di 1.200 cc.
Secondo quanto risulta a Linkiesta, la bozza ha causato un bel po’ di mal di pancia all’interno dell’Ania, l’associazione che riunisce le imprese assicuratrici. Per il momento, dall’Ania fanno sapere di non avere ancora elaborato una posizione ufficiale in merito, restando in attesa di esaminare la versione definitiva del testo. È però la stessa Ania, nell’intervento del neo direttore generale Dario Focarelli al recente Forum delle assicurazioni, a fotografare il perdurante incremento dei costi che gli italiani devono sopportare per poter circolare via terra e via mare: se nei primi sei mesi dell’anno la variazione media del prezzo della copertura assicurativa ha segnato +1% nei primi sei mesi dell’anno rispetto al medesimo periodo del 2011, l’anno chiuso l’aumento è stato del 5,8% sul 2010, a sua volta +4,7% sul 2009. Una dinamica completamente slegata dall’andamento degli incidenti stradali, che pur rimanendo elevati (4mila morti nel 2010, dati Istat), nel 2010 sono leggermente diminuiti gli incidenti, (-1,9%), i feriti (-1,5%) e i morti (-3,5%).
Il motivo è presto detto: i protagonisti del mercato si contano sulle dita di una mano. Stando alle statistiche dell’Isvap, nel 2010 sul podio sono salite Fondiaria Sai (23,4%), Generali (16,2%) e Unipol (13,5%). A seguire Allianz (12,3%), Reale Mutua (4,9%) Cattolica (4,6%), Groupama (4,5%), Axa (4,3%). Un quadro che si è ulteriormente aggravato in seguito alla fusione tra il primo e il terzo operatore del comparto. Secondo quanto si legge sull’istruttoria aperta dall’Antitrust lo scorso aprile, nell’Rc Auto il gruppo Unipol-Fonsai avrà il 37% del mercato rispetto al 16% di Generali, al secondo posto in Italia.
Di conseguenza, conclude il garante, «la concentrazione tra il gruppo Ugf e il gruppo Premafin è suscettibile di determinare la creazione o il rafforzamento di una posizione dominante su diversi mercati relativi al settore assicurativo, sia della fase produttiva, in particolare per quel che concerne il ramo della Rc Auto, che della fase distributiva in 93 province, tale da eliminare o ridurre in modo sostanziale e durevole la concorrenza». Finalmente, con la bozza contenuta nel Decreto sviluppo bis, il governo tecnico cerca di eliminare rendite di posizione, e dare poteri di vigilanza a garanti della concorrenza finora troppo distratti.