I prodotti venduti dal gruppo Ikea sono uguali in tutto il mondo. Il catalogo che pubblicizza il più grande rivenditore mondiale di mobili, no. In una recente versione distribuita in Arabia Saudita, tutte le donne sono state cancellate dalle sue pagine.
Sulla copertina della versione internazionale del catalogo compaiono quattro designer, mentre su quella Saudita se ne vedono solo tre: la progettista donna è stata eliminata. Lo stesso è stato fatto con le immagini femminili all’interno della pubblicazione. È magicamente sparita una giovane madre davanti allo specchio del bagno insieme al marito e ai due bambini. E, in un’altra pagina, una donna a piedi nudi ha lasciato il posto a un giovane uomo con i calzini neri.
Ylva Magnusson, portavoce del gruppo Ikea, ha dichiarato all’agenzia di stampa tedesca che la versione censurata del catalogo è stata realizzata da un gruppo esterno che gestisce i negozi dell’azienda in Arabia Saudita. Le donne del Paese arabo sono sottoposte alla legge islamica che vieta molti comportamenti comuni nella cultura occidentale. Le signore saudite non possono guidare o votare. Inoltre, devono chiedere il permesso di un uomo per lavorare, viaggiare o aprire un conto in banca.
Secondo il ministro svedese del Commercio, Ewa Björling, le immagini ritoccate sono un «triste esempio che dimostra che in Arabia Saudita bisogna ancora percorrere un lungo cammino in termini di parità tra uomini e donne». Anche se un piccolo passo in avanti è stato fatto. Quest’anno, l’Arabia Saudita ha permesso a due atlete di partecipare alle Olimpiadi di Londra.