“Non rubate i sogni”: la ricetta di Seth Godin per una scuola nuova

"Non rubate i sogni": la ricetta di Seth Godin per una scuola nuova

Seth Godin è un’icona. Sarà per la sua riconoscibilissima pelata, per quel paio di occhiali rotondi, per le sue espressioni facciali uniche, per i colori sgargianti di alcuni sui accessori. O sarà perché è l’autore di uno dei blog di marketing più letti al mondo (il più letto, secondo alcuni). Godin è conosciuto in gran parte del globo terraqueo, tanto che i suoi 14 libri sono stati tradotti in più di 30 lingue diverse. In Italia, a differenza di altrove, lo scrittore è noto soprattutto agli esperti del settore – alcune delle sue teorizzazioni sono diventate materia di studio in università – ma resta pressoché sconosciuto al grande pubblico. Basti pensare che, ad oggi, non esiste ancora la versione italiana della sua pagina Wikipedia.

L’ex vicepresidente di Yahoo! – carica che ha ricoperto dal 1998 al 2000 – è diventato celebre per le sue teorizzazioni riguardo al permission marketing: in soldoni, un tipo di advertising non invasivo ed effettuato con il “permesso” del cliente, diverso dall’interruption marketing, proprio della pubblicità televisiva e radiofonica. Negli ultimi anni, però, la sua vena scrittoria ha deviato sempre più spesso dalle rotte economiche, portandolo a trattare anche temi di più ampio respiro. É seguendo quest’ispirazione che Seth ha pubblicato, nei mesi scorsi, Stop Stealing Dreams, una sorta di libro-manifesto sulla scuola che spiega perché, secondo lui, il sistema educativo mondiale necessiterebbe di essere riformato. Il libro è stato pubblicato in formato e-book e rilasciato in forma del tutto gratuita attraverso Squidoo, piattaforma che Godin stesso creò a metà dello scorso decennio.

«L’economia è cambiata, probabilmente per sempre. La scuola invece no», spiega Godin nell’introduzione di Stop Stealing Dreams. «La scuola fu inventata per creare un flusso costante di operai accondiscendenti che contribuissero alla crescita delle aziende nel novecento, e continua ad essere ottima per questa funzione. Nel frattempo, però, è cambiato l’obiettivo da raggiungere». La scuola, secondo l’autore, non è più al passo con i tempi e non riesce a connettere gli studenti con i bisogni reali e attuali del mondo lavorativo e della società. Attraverso 132 proposte e provocazioni, Godin vuole dare vita ad una discussione condivisa «cercando di immaginare obiettivi differenti da quelli attuali ed iniziando a ragionare su come raggiungerli». L’e-book, insomma, vuole essere un punto d’inizio, non d’arrivo. 


La notizia è che, da oggi, il trattato di Godin sul sistema educativo è disponibile gratuitamente anche in italiano, con il titolo “Non rubate i sogni”. A tradurre il testo originale è stato Alessio Madeyski, SEO italiano residente a Berlino che, insieme a Giulia Depentor e Margherita Gaffarelli, ha costruito un blog, in cui – post dopo post – sta trascrivendo in italiano il manifesto di Godin. Il tutto, con l’entusiastica approvazione dell’autore: «Ho scaricato l’ebook gratuito e leggendolo mi sono detto: “Concordo con il 100% delle cose che sta dicendo! Vorrei che anche gli italiani lo leggessero!”. E così ho scritto a Godin, chiedendo il permesso di poterlo tradurre», spiega Alessio. «Spero che studenti e insegnanti lo possano leggere e possano avere una spinta a cambiare ciò che evidentemente non va nel sistema attuale. In ogni caso, credo nelle parole di Godin, quindi per me è già un grande risultato l’aver messo in piedi questo progetto».

«Non è un manuale. Non contiene ricette su come cambiare l’educazione, bensì una serie di provocazioni», spiega Godin. Nelle trentamila parole del testo, l’autore snocciola dubbi – “meglio un bambino obbediente o uno creativo, perspicace, indipendente?” o anche “ma un insegnante che usa pochissimo internet è davvero nella posizione di spiegare agli studenti come funziona il mondo di oggi?” – e proposte – “basta coi test a risposta multipla”, “basta con i college famosi”, “compiti a casa durante il giorno, lezioni di sera” -. Il tutto seguendo un filo conduttore ricorrente: i sogni. «La nostra cultura ha un problema con i sogni», scrive Godin. «Un problema creato, in larga parte, dal nostro sistema scolastico. I sognatori nelle scuole sono sempre stati considerati pericolosi, perché possono essere impazienti e difficili da collocare nei sistemi esistenti. Ecco dunque un’altra domanda da fare alle riunioni scolastiche: “Cosa state facendo per alimentare i sogni del mio bambino?”». 

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