Altro che concorso, un pasticcio. Lasciate le speranze o voi che ci tentate: il maxiconcorso per la scuola è destinato a saltare.
O, per lo meno, a rallentare tantissimo, schiacciato dalla pioggia di ricorsi al Tar che gli uffici legali dei sindacati stanno preparando. Perché? Per dirla con le parole di Mimmo Pantaleo, segretario generale Cgil scuola: «Hanno voluto dare in pasto all’opinione pubblica la notizia di un concorso con 11.500 posti di lavoro, ma hanno scritto un bando che fa acqua da tutte le parti. E in alcuni punti è addirittura anticostituzionale. Per la fretta di conquistarsi una buona immagine hanno dovuto fare a cazzotti con i costi e con i soldi che non ci sono. Ed ecco il risultato».
Non uno, ma otto buoni motivi per ricorrere contro il concorsone (il bando è scaricabile su www.istruzione.it). Secondo quanto stabilito dal governo, dovrebbero essere assunti 11.542 insegnanti nel biennio 2013-2014 per tutte le cattedre, dalle elementari alle superiori. Il primo a denunciare le «illegittimità del bando» è stato un sindacato poco conosciuto, l’Anief, sindacato dei precari e dei ricercatori, mentre i confederali apparivano più prudenti e anzi, alcuni esponenti di Cgil, Cisl e Uil hanno rilasciato anche dichiarazioni favorevoli. «Non possiamo accettare – ha scritto l’Anief in un comunicato – che il concorso a cattedra escluda tutti i laureati dell’ultimo decennio (esclusi coloro che si sono laureati dopo il 2003) e i docenti già di ruolo: si tratta di esclusioni clamorose, di cui il ministero dell’Istruzione dovrà dare spiegazione in tribunale». E ha elencato non uno, ma otto motivi per ricorrere al Tar.
Laureati 2001-2002. Secondo il sindacato ricorrente, i laureati con titolo di studio valido per il conseguimento dell’abilitazione dovrebbero poter partecipare al concorso ove ne siano in possesso entro la data di presentazione della domanda.
Docenti di ruolo . Per l’Anief è «incostituzionale vietare ai dipendenti in servizio a tempo indeterminato la partecipazione al concorso, quando si concede tale possibilità a tutti gli altri dipendenti del pubblico impiego».
Test preselettivo . Il punteggio relativo al test di preselezione inteso come prova scritta dovrebbe essere pari o superiore a 30 (equivalente al vecchio voto 6) e non a 35 come stabilito dal Ministro, «ammesso che un test possa essere in grado di dimostrare la conoscenza approfondita degli argomenti come vuole la norma di legge».
Lingua straniera . Anche per chi concorre alla cattedra nella scuola elementare c’è l’obbligo della prova di lingua straniera. Sbagliato, secondo i legali dell’associazione sindacale.
Lingua straniera bis . Per lo stesso motivo di cui sopra, il sindacato intende ricorrere contro il concorsone laddove prevede che ci sia l’obbligo per l’accertamento della lingua straniera all’orale per tutti i candidati.
Punteggio favorevole . Ignorato il Testo Unico laddove prevede che il candidato con un punteggio inferiore a quello ottenuto in occasione del precedente concorso, possa optare per il vecchio punteggio prima dell’esame dei titoli.
La permanenza nelle graduatorie. Assente nella tabella dei titoli ogni valutazione per la permanenza nelle graduatorie elementari o medie rispetto ai non abilitati, mentre è riconosciuto – come previsto dalla norma – un punteggio superiore al titolo Ssis rispetto agli altri titoli universitari.
Graduatoria triennale. L’ultimo ricorso mira ad ottenere una graduatoria di merito almeno triennale, cosa che invece il ministro ha detto di non voler avere. Il concorso è stato bandito secondo l’art. 400 del D.Lgs. 297/1994 che autorizza il ministro a rinnovarlo ogni tre anni. «Pertanto le dichiarazioni di Profumo sul prossimo concorso per la primavera 2013 sono infondate, a meno che venga emanato secondo un regolamento attuativo della legge 244/2007 ma legato alla formazione iniziale. Per questa ragione, se è vero che il concorso non può fornire altre abilitazioni, tuttavia deve garantire una graduatoria di merito di durata triennale e fino al concorso successivo. Chi supera le soglie di 28/40 nelle rispettive prove scritte e orali prima della valutazione dei titoli non necessariamente deve ottenere subito la cattedra, a meno che a priori non si selezioni il numero esatto dei candidati secondo i posti messi a concorso».
Qualche giorno dopo l’iniziativa dell’Anief, sono scesi in campo anche gli studi legali dei più “blasonati” confederali. «Abbiamo dato mandato ai nostri legali – ci dice Pantaleo – perché bisogna studiare questo bando e fare dei ricorsi mirati. Gli illeciti ci sono, senza dubbio, e si profilano anche alcuni articoli che vanno contro la Costituzione. Il problema, politico, è che questo governo non intende stabilizzare i precari, e quindi inventa concorsi per poter sfornare nuovi insegnanti generando così una guerra tra poveri con chi è in graduatoria da dodici anni».
Soluzioni? «Occorre prima stabilizzare i precari, pescando dalle graduatorie, e, dato che in questi dodici anni dall’ultimo concorso la situazione è diventata molto complessa, tra graduatorie, ricorrenti, immissioni, bisogna revisionare completamente il metodo di reclutamento».
*redattrice di Metro