Da Forza Italia a Prodi, fino a Cl: la rete del “Gianni Letta” di Renzi

Da Forza Italia a Prodi, fino a Cl: la rete del “Gianni Letta” di Renzi

FIRENZE/MILANO – C’è chi lo ha definito il «Gianni Letta» di Matteo Renzi (copyright David Allegranti), ma Marco Carrai, l’uomo-macchina della campagna elettorale del sindaco di Firenze alle primarie del Partito Democratico, somiglia più a un imprenditore cattolico, o a un esperto del capitalismo di relazione. Uomo dai mille volti, è capace di spaziare da un libro che smentisce il Codice da Vinci di Dan Brown alla gestione di Firenze Parcheggi, municipalizzata del comune, per poi essere un punto di snodo degli affari di cooperative rosse, Compagnia delle Opere e persino del fondo Mandarin Capital vicino a Romano Prodi.

Chiunque, convinto dalle idee del sindaco di Firenze, abbia deciso di aprire il portafoglio ed effettuare donazione a Renzi per il suo tour in camper, non può non essersi accorto che i primi pagamenti effettuati con Paypal andavano proprio a Marco Carrai. Sta scritto nero su bianco nelle ricevute: «Hai inviato un pagamento di €5,00 euro a favore di Marco Carrai». Così succedeva a settembre, perché in ottobre, il pagamento andava invece a favore del «Comitato per Matteo Renzi». Resta comunque un dato: di Carrai il rottamatore Renzi si fida ciecamente, tanto da avergli affidato la raccolta fondi.

A Linkiesta il suo avvocato, Alberto Bianchi – anche lui fundraiser del rottamatore – precisa che «i pagamenti Paypal non sono mai transitati su conti di Marco Carrai o a lui attribuibili. Destinatario dei contributi è stato, da sempre, quanto all’oggetto la campagna per le primarie, con l’immagine della “benzina per il camper”, quanto al soggetto, il Comitato per la candidatura di Matteo Renzi, costituitosi il 7 settembre 2012, del quale Marco Carrai è presidente». Lo stesso Carrai afferma che le sue attività imprenditoriali private non c’entrano nulla con i fondi destinati alla campagna elettorale di Renzi.

È stato proprio lui a organizzare la serata a Milano insieme a Davide Serra, titolare del fondo Algebris, che ha fatto esplodere la polemica tra lo sfidante e Pier Luigi Bersani sui paradisi fiscali alle isole Cayman. Con Renzi, a cena con Tony Blair a Londra c’era anche lui. Nel 2011 si distinse per un appello su Repubblica, dove con l’ex presidente dell’Enel Chicco Testa, e Giuseppe Mussari, presidente Abi, chiedeva di contribuire a un fondo per il popolo della Libia martoriato dalla guerra civile. «Per sottoscrivere», scrisse allora, «basta mandare una mail per essere al fianco di questi popoli come accadde con Solidarnosc». 

Nato nel 1975, l’amministratore delegato di Firenze Parcheggi è una persona che parla davvero poco e non si fa mai vedere in pubblico. Trovare una sua foto è un’impresa. Molto religioso, è figlio di una delle famiglie più importanti di Greve in Chianti, in provincia di Firenze. Tra le colline dove sorge questo comune di quasi 14mila abitanti, famoso per la festa del vino che si svolge in settembre, si ricordano di come la famiglia Carrai nel 1994 avesse accolto con grande entusiasmo la discesa in campo di Silvio Berlusconi. 

Tanto che Marco, un passato nell’Azione Cattolica, fu tra i tanti ragazzi che fondarono allora i primi Club Forza Italia. L’esperienza con Berlusconi, tuttavia, durò pochissimo, e infatti Carrai svolgerà poi la sua attività politica tra le fila del centrosinistra, prima nel Partito Popololare poi nella Margherita – dove è cresciuto lo stesso Renzi – che lo porterà a diventare consigliere provinciale e quindi comunale a Firenze. In questi anni Carrai ha lavorato sempre a stretto contatto con Matteo Renzi. Ma le cronache ci ricordano di lui anche per un altro aspetto non indifferente. Nel 2006 curò un libretto dal nome Il Codice da Vinci – bugie e falsi storici che venne così presentato: «Non è un giudizio sull’opera letteraria né un saggio per addetti ai lavori, ma un elenco delle invenzioni e delle falsità storiche che Dan Brown nell’introduzione alla prima edizione italiana presenta come inoppugnabili documenti storici».

L’opera del tesoriere di Renzi trovò grandi apprezzamenti tra le mura di San Pietro, con il cardinale Tarcisio Bertone, ora segretario di Stato del Vaticano, che all’epoca consigliava ai fedeli di non comprare il libro di Brown perché «il suo successo è dovuto solo all’ignoranza di alcuni lettori a proposito di storia e religione!». Oltre che con i cardinali, il braccia destro di Renzi rivendica rapporti consolidati con Michael Ledeen, animatore del think tank repubblicano American Enterprise Institute, uomo dell’amministrazione Usa coinvolto nel caso Iran-Contra. Accusato di presunti legami con la P2, da lui sempre negati, in questa intervista a Vanity Fair Ledeen raccontò dei suoi rapporti col facendiere Francesco Pazienza («non pensavo la P2 esistesse»). Ma Carrai vanta anche una salda consuetudine con la Compagnia delle Opere in Toscana, il braccio economico di Comunione e Liberazione. Nella Cdo un tempo, come fondatore e presidente, c’era suo cugino Paolo, titolare dell’azienza La Via del Tè, nota per essere riuscita persino a vendere la bevanda agli inglesi. Il fratello di Paolo, Leonardo Carrai è presidente del Banco Alimentare toscano, altra costola del movimento di Don Luigi Giussani. Mentre il fratello di Marco, Stefano, è nella società Chiantishire con Paolo Fresco, ex manager Fiat e sponsori di Renzi.

I legami con la Cdo sono diventati ancora più stretti con il nuovo presidente Francesco Neri. Dalle visure camerali emerge che, oltre ad essere amministratore delegato di Firenze Parcheggi, Carrai siede nel consiglio di amministrazione della Beauty Lab, di cui detiene il 20% attraverso la D&C Srl e nei cda della Cki, della D&C Srl, della Holden, fino alla Yourfuture. Una pletora di società che operano in diversi settori, dalla «fabbricazione di prodotti per toeletta» alla comunicazione, passando per i centri benessere. Con una particolarità: soci illustri e bilanci in lieve rosso. Fa eccezione la Firenze Parcheggi, in salute a giudicare dai 77mila euro di utili nel 2011, che però è di proprietà del Comune, e dunque di tutti i fiorentini.

Nel cda della Beauty Lab – che ha chiuso il 2011 in perdita per 1.482 euro – siede anche Francesco Neri, mentre il presidente è Luigi Paccosi, membro del consiglio di ammnistrazione di varie cooperative sociali che si occupano di scuole e servizi per l’infanzia. In tre delle quali, guarda caso, siede pure Neri, che è consigliere della società cooperativa Santa Maria in Gradi, presidente della San Francesco di Sales e della San Paolo della Croce, mentre Paccosi è presidente della Santa Maria in Gradi e consigliere delle altre due. 

Un’altra poltrona di peso, per Carrai, è quella in Holden Srl, a cui fa capo l’omonima scuola di scrittura creativa fondata e presieduta da Alessandro Baricco, presentato proprio da Carrai a Renzi e tra i relatori più prestigiosi intervenuti alla Leopolda. Anche per la palestra degli scrittori e sceneggiatori di domani, comunque, il 2011 non è un anno da ricordare, quantomeno dal punto di vista economico: la perdita si è assestata a quota 13.500 euro, rispetto all’utile di appena 164 euro del bilancio precedente. I debiti della Holden sono però leggermente calati, da 705mila a 677mila euro. 

Non fa eccezione la Cki, 102mila euro di perdita nel 2011 in miglioramento rispetto ai 254mila del 2010, che gestisce «servizi estetici e centri bar», di cui Carrai è consigliere. A sua volta, la Cki è controllata dalla Kontact srl che ha archiviato il 2011 con un rosso di circa 500mila di euro. Quest’ultima società è l’azionista di maggioranza dell’Istituto della Medicina dello Sport di Firenze.

Presidente e amministratore unico di Kontact è Giorgio Moretti, amministratore delegato di Dedalus Spa. «Costituita a Firenze nel 1990», si legge sul sito web, Dedalus «oggi è a capo di un gruppo industriale leader nazionale nel software clinico sanitario». Una realtà che ha convinto il fondo di private equity italo-cinese Mandarin Capital, oggi socio al 26% della società fiorentina,  a investire ben 25 milioni di euro dal 2010 a oggi. Fondatore e partner del fondo di Mandarin è l’imolese Alberto Forchielli, che non fa mistero del suo legame con l’ex premier Romano Prodi, tanto che alcuni lo considerano la sua longa manus in Estremo Oriente. Non poteva mancare, infine, una poltrona in uno di quei tipici enti dove la politica si intreccia e si confonde con il potere bancario: altro incarico importante di Carrai, infatti, è quello nel consiglio di amministrazione dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, azionista di Intesa San Paolo con il 3,2 per cento. La tela di Carrai arriva fin qui: e scusate se è poco. 

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