I primi risultati scrutinati, pari ad un terzo del totale, indicano Bersani al 44% , Renzi al 37%, Vendola al 14,4%, Puppato al 3% e a Tabacci 1,2%.
Renzi è stato penalizzato dalla retorica della rottamazione? Non si direbbe.
Dall’indagine del Centro Studi Elettorali dell’Università Luiss risulta che i tradizionali elettori del Pd sono soprattutto gli ultra 56enni: rispetto a una percentuale totale di elettori Pd del 32% (nel sondaggio), votano Pd il 37% degli elettori nella fascia di età 56-65 anni (dati novembre 2011) ed il 39% degli elettori dai 66 anni in su. Molto più debole è invece il Pd nelle fasce di età tra i 26-55 anni
Facciamo un esercizio: cosa sarebbe successo se alle primarie tutti i “giovani” elettori Pd (18-45) avessero votato per Renzi e tutti i “vecchi” (46 in su) per Bersani? Si può calcolare che in questo caso Bersani avrebbe ottenuto circa il 30% di voti più di Renzi. Stando alle proiezioni, invece, ne ha ottenuti solo il 19% (=44/37) in più. Dunque delle due (almeno) una: una quota rilevante di elettori tradizionali “vecchi” ha votato Renzi, o/e alle primarie hanno partecipato anche elettori di altri partiti. Questo apre nuovi scenari interessanti per il secondo turno.
Originariamente apparso sul blog di Paolo Manasse Back-Of-The-Envelope Economics