Fassino sfratta “corso Grande Torino” per far posto a Scirea

Fassino sfratta “corso Grande Torino” per far posto a Scirea

C’è un piccolo scandalo da raccontare, lo facciamo sommessamente per il valore straordinario delle persone-simbolo che sono coinvolte in questa storia. Ma che sia uno scandalo non ci piove. A Torino oggi viene celebrata la memoria di Gaetano Scirea, uomo meraviglioso e giocatore impareggiabile, ma allo stesso tempo viene sfregiato il ricordo incancellabile di quel Torino che perse la vita sulla collina di Superga.

Oggi una via della città ha cambiato nome. Non una via qualsiasi, non un corso qualsiasi. Dopo 22 anni – era stato inaugurato nel 1990 – «Corso Grande Torino» viene rimosso per fare posto a «Corso Gaetano Scirea». Al tempo in cui venne immaginata quella targa per ricordare la squadra granata, ovviamente non esisteva ancora lo Juventus Stadium, e dal momento della sua nascita «Corso Grande Torino» gli è corso proprio davanti, come a racchiudere la grandezza di una città in una meravigliosa e antica contrapposizione sportiva. Ci poteva essere qualcosa di più alto e nobile?

Non sappiamo cosa ha mosso questa decisione del sindaco Fassino. Lo ripetiamo, scandalosa. E neppure può consolare il pensiero che il 29 novembre lo spazio davanti alla Torre Maratona dello stadio Olimpico diventerà, appunto, «Piazza Grande Torino». È una logica risarcitoria di profilo molto discutibile ed è comprensibile che i tifosi granata siano piuttosto inquieti e annuncino una contestazione dei confronti di Fassino.

Del resto, non c’è una logica in questa decisione se non nella sua visione più proprietaria. C’è da pensare, anche con una punta di malizia, che il genio che ha pensato a un cambiamento del genere – poco rispettoso dei valori sportivi e del rispetto che si deve a storie così importanti e dolorose – abbia pensato di interpretare il sentimento più largo della dirigenza bianconera e dei suoi tifosi, omogeneizzando la zona che altrimenti sarebbe sembrata scandalosa e «insultante» con quel richiamo al Grande Torino in terra juventina. Solo così si può spiegare un meccanismo mentale che altrimenti non ha la minima logica, né il minimo buon senso, dal momento che la targa che ricordava il Toro era lì dal 1990!