Ilva annuncia la chiusura di Taranto: il nostro dossier

Ilva annuncia la chiusura di Taranto: il nostro dossier

4 luglio 2011 – 00:00

Taranto, regno della diossina protetto dalla Prestigiacomo

Stefania Fanni

La Conferenza dei servizi del ministero dell’Ambiente ha concesso l’Autorizzazione integrata ambientale allo stabilimento Ilva di Taranto. Eppure l’ultima rilevazione dell’Arpa aveva segnalato emissione di diossine e furani oltre quanto previsto dalla legge regionale. Riproponiamo la nostra inchiesta sull’Ilva di Taranto.

6 febbraio 2012 – 14:34

“La diossina dell’Ilva uccide”: una perizia su tumori e morti anomale

Stefania Fanni

Dopo dieci anni di lotte ambientaliste e troppi morti, per la prima volta la maxiperizia commissionata dalla procura di Taranto inchioda l’Ilva, la fabbrica d’acciaio responsabile di immettere nell’atmosfera livelli di diossina che provocano tumori nella popolazione, nei capi di bestiame e contaminano gli alimenti. Un anno e mezzo fa il sindaco della città pugliese ha presentato un esposto dopo i rilievi di Peacelink Taranto, e questo è il primo significativo risultato. «Ci siamo ispirati al processo Eternit», ha detto a Linkiesta l’avvocato Luca Masera, che segue il caso per conto del Comune, e promette battaglia. 

27 luglio 2012 – 15:54

“Ilva, i giudici fanno il loro lavoro ma non ci vietino di fare il nostro”

Chiara Rizzo

Alla decisione del gip di porre sotto sequestro gli impianti a caldo dell’Ilva, gli operai dell’acciaieria sono scesi in piazza. Il timore è che, sospendendo la produzione per venire incontro alle necessità di messa a norma delle leggi ambientali, vengano messi a rischio anche i loro posti di lavoro. Una protesta dura per un provvedimento atteso, «anche se speravamo che non colpisse la produzione a caldo», spiega a Linkiesta Antonio Talò, segretario locale della Uilm. «Se si ferma l’ilva, si ferma tutta l’Italia».

27 luglio 2012 – 13:28

Se Taranto si ferma, anche l’Ilva di Genova deve chiudere

Lidia Baratta

Una vera e propria catena di montaggio. E se salta un tassello, addio anche al resto. È quello che potrebbe succedere agli stabilimenti Ilva di Genova se il gigante della siderurgia di Taranto spegnerà i suoi altiforni dopo il sequestro dell’area a caldo stabilito ieri dal giudice per le udienze preliminari Patrizia Todisco. Per questo, stamattina mille operai sono scesi in piazza nel centro del capoluogo ligure.

27 luglio 2012 – 19:09

La politica si accorge solo ora che l’Ilva inquina


Stefania Divertito

Gli esponenti politici sono allarmati, ma la battaglia non è cominciata certo ieri. Sarebbe bastato non chiudere gli occhi di fronte ai tentativi (riusciti) del patron dell’Ilva di opporsi a qualsiasi riduzione delle emissioni. Sono così passate leggi (sia regionali che nazionali) suicide. E si è giunti al provvedimento di chiusura e alla conseguente lotta tra poveri.

3 agosto 2012 – 15:51

Genova e Napoli: dove l’Ilva è morta perché non ha investito

Stefania Divertito

Il consiglio dei ministri ha approvato oggi un decreto legge che stanzia 336 milioni di euro per le bonifiche delle aree inquinate dell’Ilva di Taranto. Mentre si attende la decisione del tribunale del Riesame sui ricorsi contro la chiusura dello stabilimento e gli arresti. Ma se Taranto cerca un esempio nelle città dove l’ex Italsider ha fatto un passo indietro, deve guardare a Bagnoli e a Genova, dove alcuni reparti tra i più inquinanti hanno già fermato le attività in seguito a una decisione della magistratura.

13 agosto 2012 – 17:40

La soluzione per l’Ilva di Taranto? Potrebbe arrivare dai microbi Ogm


Lidia Baratta e Cristina Tognaccini

Le perizie chimiche e ambientali sull’Ilva di Taranto parlano chiaro: nella cittadina pugliese, per colpa dell’inquinamento prodotto dalla più grande acciaieria d’Europa, ci si ammala di più. Ma una soluzione per pulire l’aria della città ed evitare lo spegnimento degli altiforni potrebbe esserci: riconvertire i fumi inquinanti in carburante da riutilizzare per produrre energia. Si tratta di un nuovo procedimento messo a punto da un’azienda neozelandese, che potrebbe fornire la soluzione ai problemi pugliesi. Operai dell’Ilva compresi.

16 agosto 2012 – 09:15

L’Ilva a Taranto, cosa non è cambiato in 25 anni


Eugenio Palmieri

Siamo andati negli archivi dei giornali a leggere cosa si scriveva 20 o 30 anni fa dell’Italsider di Taranto. Fa impressione: molte cose sono cambiate, ma i nodi di fondo sono rimasti. Questo è del marzo 1988 sulla Stampa. Si racconta di come Taranto sia troppo dipendente da quella che è oggi l’Ilva . Ma, conclude, «è certo che la città non intende più sopravvivere sulla Marina militare o solo sulla siderurgia». Era quasi 25 anni fa.

Ed ecco cosa hanno scritto sul tema i nostri blogger:

Ilva di Taranto, continua l’inchiesta sul maxi-colosso dell’acciaio tossico
Wild Italy – 7 marzo 2012

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Ilva: finora tutti hanno voluto la botte piena e la moglie ubriaca
Anna Simone – 27 luglio 2012

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Ilva, ovvero come dalle ciminiere non nascono le nuvole. E come dal latte non può nascere la diossina
Rosy Battaglia – 27 luglio 2012

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Ilva: salute o lavoro? Taranto racconta un’altra storia
Daniela Patrucco – 29 luglio 2012

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Ilva: come siamo arrivati a sollevare il coperchio? Taranto per loro: quando cittadini e professionisti collaborano
Daniela Patrucco – 2 agosto 2012

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Sfoglio il giornale e leggo che… Camusso e Landini non amano gli operai dell’Ilva
Daniela Patrucco – 3 agosto 2012

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Ilva e le altre. In Italia l’industria può inquinare perché i tempi dell’amministrazione dello Stato lo consentono
Daniela Patrucco – 7 agosto 2012

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Leggere la sentenza Ilva: deficit di alfabetizzazione o di democrazia pregiudica il rispetto delle regole
Daniela Patrucco – 8 agosto 2012

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