L’abbraccio di Obama ha illustri parenti

L’abbraccio di Obama ha illustri parenti

Le affettuosità tra Barack Obama e la moglie Michelle hanno illustri predecessori: in politica il bacio e l’abbraccio sono sempre stati piuttosto praticati. Eccone una breve e non esaustiva carrellata.
 

1934. Adolf Hitler e Benito Mussolini. I due dittatori, che pur amavano farsi fotografare mentre sbaciucchiavano bambini, reduci e quant’altro, non si abbracciavano fra loro. Una maschia stretta di mano era più che sufficiente. Qui siamo nel giugno 1934, all’aeroporto del Lido di Venezia, in occasione del primo incontro tra i due. Era quello il periodo in cui il dittatore tedesco ancora considerava l’italiano il suo maestro. Durante la visita, Mussolini fece di tutto, riuscendoci, per umiliare Hitler che vestiva un borghesuccio impermeabilino, rispetto all’altisonante divisa del duce del fascismo. In seguito il rapporto tra i due, pur non prevedendo smancerie tipo baci e abbracci, sarebbe parecchio cambiato.

1935. Stalin e la figlia Svetlana. Una vita tribolata quella di Svetlana Alilúyeva, qui in una rara immagine di serenità con il padre Jósif Stalin. Quando questa foto è stata scattata, la ragazzina aveva nove anni e da tre era già orfana. La madre Nadežda era morta ufficialmente di peritonite, in realtà per un colpo di pistola. Svetlana, dopo un paio di matrimoni sfortunati, prende il cognome della madre dopo la morte del padre, nel 1953. Nel 1967 defeziona, chiede asilo politico negli Stati Uniti e pubblica un libro. Nel 1970 le viene tolta la cittadinanza sovietica (le verrà restituita nel 1984). Muore il 22 novembre 2011 in una casa di riposo del Wisconsin, negli Stati Uniti.


1979. Leonid Breznev e Jimmy Carter.
L’allora segretario generale del Partito comunista dell’Unione sovietica e il presidente degli Stati uniti d’America firmano il trattato Salt II per la limitazione delle armi nucleari strategiche: né Usa né Urss avrebbero potuto avere più di 2250 vettori (ogni vettore era a testate multiple, quindi la capacità di distruggersi più volte non era venuta meno). L’accordo viene suggellato da un bacio, ma il Senato Usa non ratificherà mai il trattato: la firma avviene a Vienna il 18 giugno 1979, sei mesi più tardi l’Urss invade l’Afghanistan. La foto del bacio tra Breznev e Carter verrà utilizzata dal Ronald Reagan nella campagna presidenziale del 1980: «You, too, can kiss off Carter», è lo slogan.
 

1979. Leonid Breznev e Erich Honecker. Il 1979 (evidentemente un buon anno per i baci) coincide con il 30° anniversario della nascita della Ddr, la Repubblica democratica tedesca. Il 5 ottobre si ritrovano a Pankow, il sobborgo di Berlino che ufficialmente era la capitale della Ddr (perché Berlino non poteva avere lo status di capitale), i capi di stato dei paesi del Patto di Varsavia. Il segretario generale del Pcus, Breznev, dopo aver pronunciato il suo discorso, allarga le braccia e si dirige verso il presidente della Ddr, Honecker, gli si avvicina e lo bacia sulla bocca, gesto, questo, non inusuale tra i capi di stato dei “paesi fratelli”. Una miriade di fotografi scatta, ma solo uno, il francese Régis Bossu, riesce a cogliere l’attimo fuggente delle labbra che si toccano, con tanto di occhi chiusi. La foto farà il giro del mondo e diventerà iconica al momento della caduta del Muro, dieci anni più tardi. 

1998. Fidel Castro e Giovanni Paolo II. Papa Wojtyla restituisce la visita di Castro in Vaticano del 1996. Due anni più tardi, in gennaio, il sommo pontefice va a Cuba. Tra il papa polacco e il leader cubano nasce uno strano rapporto: i due si ammirano, ma si scontrano duramente. D’altra parte Wojtyla aveva avuto un ruolo attivo nella caduta del comunismo in Europa, si saprà in seguito che le nunziature apostoliche all’Est aiutavano la Cia a destabilizzare i regimi. Quindi appare strana questa ammirazione tra il campione dell’anticomunismo e uno degli ultimi dinosauri del comunismo. Il papa appare ormai stanchissimo, malato, e Fidel Castro lo onora con vivissimi applausi e approvazione per i suoi discorsi. 


2009. Silvio Berlusconi e Muhammar Gheddafi.
Gli scambi di amorosi sensi tra i due leader trans mediterranei sono stati numerosi. Ci sono stati ben otto incontri ufficiali tra il premier italiano e il leader libico, prima che fosse ammazzato, il 20 ottobre 2011. Berlusconi va in Libia per la prima volta il 30 agosto 2008 e subito scocca l’amicizia. La visita più celebre è quella 10 giugno 2009, quando il raís si accampa a Roma, a Villa Pamphili: la sua tenda si estende per 60 metri. Torna in novembre, per il vertice Fao, e incontra centinaia di ragazze, cercando di convertirle all’islam. Berlusconi esprime ammirazione per Gheddafi, ma sembra che i due non abbiano soltanto parlato di politica. Anzi, qualcuno attribuisce proprio al colonnello libico la paternità del termine bunga bunga.


12. George H. W. Bush e Mihail Gorbacev.
L’ex presidente degli Stati uniti e l’ex segretario generale del Pcus si sono rivisti il 1° novembre a Houston. Hanno pranzato assieme, ma entrambi appaiono in cattive condizioni: Bush padre (88 anni) su una sedia a rotelle e Gorbacev (81) innaturalmente gonfio. Si erano incontrati per la prima volta a Malta, il 2 dicembre 1989, a bordo di una nave, quando il mondo stava cambiando. I regimi comunisti stavano crollando uno dopo l’altro, l’Unione sovietica appariva in grado di sopravvivere al terremoto politico e invece avrebbe semplicemente prolungato l’agonia di una paio d’anni. Bush padre era, 41° presidente Usa, credeva fermamente nel dialogo e negli incontri con le controparti politiche. 

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