Roberto Maroni scioglie la riserva. E su richiesta del consiglio federale della Lega Nord accetta la candidatura a presidente di regione Lombardia. È questo il risultato del conclave del Carroccio nella sede di via Bellerio a Milano. Il segretario federale ha deciso: correrà alle prossima regionali.
«Non abbiamo nulla da temere, corriamo da soli, Alfano e il Pdl si adeguino alle nostre condizioni. Teniamo aperte tutte le porte», ha spiegato Bobo ai suoi, durante un federale «disteso», dove anche Umberto Bossi, presidente a vita della Lega, gli ha dato manforte. «Bobo è l’unico che può tenere unito il Nord contro Roma», ha detto il Senatùr, facendo riferimento al sogno di tutta la Lega Nord 2.0: la macroregione padana.
Il sogno di conquistare la Lombardia dell’ex alleato ciellino Roberto Formigoni è ormai realtà. L’obiettivo di colorare tutto il Nord di verde, insieme con Veneto e Piemonte, dove ci sono Luca Zaia e Roberto Cota, è lì a un passo, ma sulla strada ci sono due ostacoli da superare.
Sono Gabriele Albertini, l’ex sindaco di Milano, che ha lanciato la sua lista civica nell’area di centrodestra e Umberto Ambrosoli, l’avvocato figlio di quel Giorgio ucciso su mandato di Michele Sindona, che sta lavorando invece a una candidatura con la coalizione di centrosinistra (ma con buone entrate nella vecchia Dc). Maroni, a quanto trapela da via Bellerio, è convinto che alla fine sarà solo Ambrosoli il suo avversario.
«Albertini è un pupazzo nelle mani di Formigoni», spiega un deputato leghista su richiesta di anonimato molto vicino all’ex ministro dell’Interno. «Serve per spaccare il Pdl e darlo nella mani della Compagnia delle Opere. Berlusconi l’ha capito, al momento tace, ma poi al momento opportuno dirà che Albertini non va bene».
Anzi, c’è chi sostiene che Berlusconi – che anche oggi dalle colonne del Corriere della Sera ha fatto sapere di guardare a Maroni – avrebbe già detto all’europarlamentare del Pdl di ritirarsi dalla corsa per la regione Lombardia. Del resto, anche se Albertini sostiene che Bobo sia indietro «nei sondaggi», l’ex ministro dell’Interno lavora da tempo sulla sua candidatura, sin dalla fine di settembre, quando incontrò il mondo dell’imprenditoria del Nord al Lingotto di Torino, senza esporre il simbolo di Alberto Da Giussano, con solo la scritta Prima il Nord.
Per questo motivo, per allargare il raggio d’azione, nella nota di incoronazione di Maroni, la Lega spiega che Bobo «ha accettato la candidatura con l’impegno di costruire, intorno alla sua figura, un’ampia coalizione con il sostegno di altre forze politiche e di una o più liste civiche che siano rappresentative del tessuto sociale ed economico della Lombardia». Detto in parole povere, porte aperte a chi ci vuole stare.
Bisognerà sapere cosa vorrà fare il Pdl, che vorrà di sicuro piazzare qualche suo uomo (si parla del presidente della provincia Guido Podestà), ma a lavorare sui nomi della lista (Prima il Nord?) c’è già Attilio Fontana, sindaco di Varese, presidente dell’Anci lombardo, abituato da sempre a dialogare con forze di centrodestra e centrosinistra, dal sindaco di Torino Piero Fassino fino a Giuliano Pisapia, compreso il primo cittadino di Firenze Matteo Renzi.
Si parte sempre dall’incontro del Lingotto di Torino, dove Maroni ha parlato con Corrado Passera, ministero per lo Sviluppo Economico e persino con Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo. In sostanza, il tentativo di allargamento della candidatura è in atto, servono dei nomi, sui cui a distanza sta lavorando anche il sindaco di Verona Flavio Tosi, che, con il suo modello Verona, ha strappato l’ennesima vittoria nel capoluogo scaligero.
Proprio sulla strada della lista civica che porta al Pirellone, però, si potrebbero aggiungere altri ostacoli. In particolare uno, con un nome ben noto tra le maglie leghiste: quello di Giulio Tremonti. L’ex ministro dell’Economia è rimasto sempre in contatto con Bossi in questi mesi. I due si vedono spesso e si parlano, di economia e di politica.
Il Senatùr lo ha pure invitato alla manifestazione di Bologna di domenica, ma l’amico Giulio ha preferito declinare l’offerta. Si è palesato però dopo il federale di Bellerio, tra i mugugni di diversi leghisti. A quanto pare Bossi avrebbe già chiesto a Maroni di inserire nella lista civica proprio Tremonti, ma fino adesso di risposte positive non ce ne sarebbero state.