Mi consentoPassera, ex banchiere, attacca Marchionne. La Uil lo difende

Passera, ex banchiere, attacca Marchionne. La Uil lo difende

Che Paese l’Italia. Davvero sconcertante. Abbiamo dovuto attendere ventiquattro ore per ascoltare un commento che possiamo etichettare come ragionevole (lasciamo stare, per ora, sinistra e destra, che è meglio) sulla mossa di Marchionne che ieri ha annunciato la messa in mobilità di diciannove operai in risposta alla reintegro dei diciannove dipendenti stabilito dalla magistratura.

Una mossa, quella dell’ad della Fiat, che ovviamente mira ad alzare il livello dello scontro. E che, in un Paese politicamente vivo, avrebbe aperto un sano e vibrante dibattito. E invece abbiamo registrato toni incredibilmente bassi, la politica ha sussurrato, mormorato a mezza bocca; alcuni quotidiani stamattina sono stati a dir poco imbarazzanti, evitando di dare la notizia in prima pagina; un sindacato, la Uil, si è persino schierata al fianco del manager schumpeteriano.

E così, nella nostra Italia, abbiamo dovuto attendere che un ex banchiere, oggi ministro dello Sviluppo, dicesse una frase non equivoca su quella che Repubblica ha definito ritorsione. «La mossa che ha fatto non mi è piaciuta», ha detto in un’intervista a Sky Tg 24. Probabilmente per alcuni è poco, forse per altri sarà una mossa da campagna elettorale. Fatto sta che Passera è stato il primo a rompere, in maniera decisa, un silenzio quantomeno singolare.

È l’ennesima dimostrazione di un Paese che ogni tanto sembra aver smarrito la bussola. E allargato ogni giorno di più il divario tra rappresentanti e rappresentati. Per fortuna che ogni tanto ci sono le elezioni per sancire quello che ormai potremmo definire un ritorno alla realtà.

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