È una vera e propria strage e non si riesce a fermarla: nel 2012 le donne vittime della violenza maschile in Italia hanno già superato quota 100. Centosei, per l’esattezza. Il “femminicidio” si è trasformato in un vero e proprio allarme sociale, denunciato da più parti senza che però la politica abbia fatto molto per arginare il fenomeno.
Una nuova denuncia arriva ora da Roberta Lanzino, Ragazza (Round Robin), la prima graphic novel italiana dedicata una vittima della violenza maschile. A firmarla sono Celeste Costantino, alla sua prima sceneggiatura, e la disegnatrice Marina Comandini che qualcuno ricorderà come la moglie del grande Andrea Pazienza.
Ma chi era Roberta Lanzino e perché a questo fumetto hanno voluto dare il loro contributo, vergando prefazione e postfazione, lo scrittore Carlo Lucarelli e l’ex presidente della commissione Antimafia Francesco Forgione?
Roberta Lanzino era una ragazza normale. Viveva a Rende, a due passi da Cosenza, e studiava Scienze economiche all’università della Calabria. “Roberta – spiega Celeste Costantino – è una ragazza di 19 anni che ha un motorino come tante di noi. E, come noi, a quell’età pensa di avere tutta la vita davanti”. Invece ha le ore contate. La tragedia si consuma il 26 luglio 1988, in quello che doveva essere un giorno di festa: il primo giorno di vacanze. La sua famiglia possiede una casa al mare, a pochi chilometri da Rende: i genitori Franco e Matilde decidono di andare in auto, con la “Giulietta”, e di seguire di pochi minuti Roberta che invece monta in sella al suo “Sì” della Piaggio, il motorino più diffuso in quegli anni.
Il destino è in agguato: i genitori si fermano per degli acquisti dell’ultimo momento e perdono il contatto visivo con Roberta che, a sua volta, prende una stradina di campagna e smarrisce l’orientamento. Due uomini a bordo di una 131 si accorgono di lei e la seguono. Poi le tagliano la strada, la fanno scendere dal motorino, la violentano conficcandole una spallina in gola per strozzare le urla, la finiscono senza pietà a colpi di coltello. Una violenza brutale che verrà scoperta solo la mattina dopo, quando il corpo della povera ragazza sarà ritrovato in un dirupo.
Prendere gli assassini si rivelerà un’impresa ardua per via di omertà e depistaggi, e del contesto para-mafioso in cui si consuma il delitto. Ai colpevoli si giungerà solo molti anni dopo, grazie alla testimonianza di un boss di ‘ndrangheta che ha appreso la verità in carcere e decide di rivelarla. Uno dei due è un imprenditore agricolo della zona, con parentele e frequentazioni poco limpide e con diversi delitti alle spalle, incluso quello del complice eliminato per timore che parlasse. Il caso viene riaperto e oggi, a quasi 25 anni dalla morte di Roberta, il processo è ancora in corso e il dolore dei suoi familiari ancora vivo.
Carlo Lucarelli, che alla vicenda Lanzino ha dedicato una puntata di Blu Notte, nella prefazione scrive di essere rimasto profondamente colpito da questo caso “così complicato, strano, toccante”. “Era un caso esemplare di violenza di uomini sulle donne, un delitto commesso con modalità incredibili e sconvolgenti”.
Proprio per la sua esemplarità, per il suo essere paradigma della violenza bestiale che viene consumata sul corpo delle donne, questa storia si è trasformata nella prima graphic novel italiana dedicata alla violenza di genere. “La sua storia poteva essere la mia”, riflette a voce alta Celeste Costantino. “E chi non lo capisce si rende complice di questa morte e di tutti i femminicidi che come un bollettino di guerra scandiscono la vita del nostro Paese nell’indifferenza generale”.