Siemens licenzia la donna che infranse il “soffitto di vetro”

Siemens licenzia la donna che infranse il "soffitto di vetro"

Era la donna che aveva “rotto il soffitto di vetro”. La prima, in 160 anni di Siemens, a riuscire ad entrare nel Consiglio d’Amministrazione dell’azienda. Un grande traguardo che, al tempo, fu incensato quasi come una rivoluzione, ottenuto quattro anni prima della celebratissima promozione di Melissa Mayer come amministratore delegato di Yahoo!. A breve, però, Barbara Kux dovrà affrontare un brusco ritorno alla realtà: il suo contratto, ha annunciato il colosso tedesco dell’elettronica nei giorni scorsi, non verrà rinnovato.

Nata il 26 febbraio 1954 a Zurigo, in Svizzera, Kux ha cominciato la propria carriera a ventiquattro anni, come Marketing Manager di Nestlé Germania. Eletta tra i “Global Leaders of Tomorrow” dal World Economic Forum nel 1995, diventò direttore esecutivo di Ford in Europa nel 1999 e Chief Procurement Officer a Philips nel 2003. Il suo ingresso in Siemens è datato 12 novembre 2008, una data che venne celebrata in Germania come storica, proprio perché contribuiva a rompere quella barriera che voleva le donne lontane dai posti di potere.

Ai tempi, la notizia era stata celebrata con enfasi anche dalla stessa azienda, come si può notare dal comunicato ancora visibile sul sito ufficiale: “Barbara Kux”, si legge, “è la prima donna ad accedere nel managing board dell’azienda. Questo rende Siemens l’unica azienda del Deutsche Aktienindex 30 (gruppo che comprende i 30 titoli a maggiore capitalizzazione nei listini della Borsa di Francoforte, ndr) ad avere affidato una carica così alta ad una figura femminile”.

L’idillio è durato, però, soltanto quattro anni. Nel mese di novembre 2012, Siemens ha deciso di non rinnovare il contratto alla 58enne svizzera. L’accordo da 3,9 milioni annui siglato nel 2008, con lo scoppio della crisi, è diventato un peso difficilmente sostenibile dalle casse aziendali. Al punto che Gerhard Cromme e Peter Löscher, i membri del Consiglio d’Amministrazione che al tempo richiesero a gran voce l’ingresso di Kux, avrebbero ammesso di “avere sbagliato” ad assumere la quotata manager.

Un’indiscrezione rivelata dal Financial Times Deutschland (in procinto di chiudere le pubblicazioni), che ha raccontato per primo la decisione dell’azienda tedesca, messa in difficoltà dai colpi della crisi e da una concorrenza sempre più agguerrita. Dal quartier generale della conglomerata, a Berlino, sono stati annunciati anche altri tagli: per abbassare i costi di produzione, nei prossimi mesi sarà snellito il settore produttivo. L’entità dei licenziamenti, tuttavia, non è ancora stata resa pubblica.

Kux, che secondo il quotidiano non si sarebbe mai completamente integrata con il resto del CDA, potrebbe dunque la prima di una serie di “rami secchi” a rischio potatura. La sua presenza in questi anni, tuttavia, è riuscita a tracciare un sentiero importante: nel 2010 è toccato infatti a Brigitte Ederer, ex politica austriaca classe ’56, compiere lo stesso tragitto. Ancora pochi giorni, dunque, e resterà lei l’unica a rappresentare la categoria femminile tra le alte cariche di Siemens. 

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